L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1
Iran-Usa

sione dell’Iraq. Prezzi economici e poli-
tici troppo alti da pagare e capaci di spa-
ventare anche i più tenaci assertori della
“lezione” da impartire agli ayatollah.
Dunque il vocabolario della guerra vie-
ne utilizzato in realtà per aprire la via del-
la diplomazia, in un crescente gioco di fre-
no e acceleratore. Nel quale tuttavia può
sempre scappare la frizione, tra sequestri
di navi, abbattimenti di droni e operazioni
più o meno segrete che portano sempre il
rischio di valicare il punto di non ritorno e
generare il casus belli. In Medioriente so-
no ancora in corso cambi d’alleanze e di
inluenze in grado di precarizzare situa-
zioni già largamente compromesse. Il de-
cennio sciita che ha aperto il millennio ha
permesso, anche grazie all’invasione
dell’Iraq e alla cacciata di Saddam Hus-
sein, di aumentare il potere di Teheran og-
gi in grado di creare una dorsale di con-
trollo dal Golfo Persico al Mediterraneo,
attraverso lo stesso Iraq, la Siria tornata
saldamente in mano a Bashar Assad, il li-
bano tramite Hezbollah, il partito di Dio.
Dunque di minacciare dappresso l’eterno
nemico Israele. E tanta espansione ha ini-
to col preoccupare il campione del campo
sunnita, l’Arabia Saudita custode dei luo-
ghi sacri, al punto da convincerla per op-
portunità tattica (non certo per profonda
convinzione) a riconsiderare i rapporti
con lo Stato ebraico ino a stabilire quella
che, se non è un’amicizia, è almeno una co-
munanza di interessi.
Per sauditi e israeliani l’incubo è l’even-
tuale bomba atomica nelle mani del regi-
me teocratico di Teheran che ridisegne-
rebbe gli equilibri della regione. Non ba-
sterebbe più a Riad la sicurezza garantita
dall’ombrello americano, mentre Gerusa-
lemme sentirebbe ancora più contestato il
suo stesso diritto all’esistenza. Quanto gli
ayatollah siano vicini alla bomba resta un
mistero e le valutazioni oscillano da un
pessimistico “pochi mesi” (addirittura c’è
un minoranza che sostiene siano già in
grado di produrla) a un ottimistico “anni”.
La posizione uiciale del regime è sempre
stata quella che il nucleare servirebbe per
soli scopi civili, al pari di quanto succede
in molte altre nazioni del mondo. Aferma-
zioni che non hanno mai rassicurato nes-
suno. In questi ultimi mesi di tensioni al
parossismo l’Iran passa da un conciliante


I BOTTA-RISPOSTA MILITARI

AVVENGONO SOTTO GLI OCCHI

INTERESSATI DI PUTIN.

CHE VUOLE IL RUOLO DI ARBITRO
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