L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1

Foto: M. Mencarini - Rosebud2, A. Roveri - Rosebud2


Idee

Ulisse Calabrese è il titolo della mostra, ospitata
a Palazzo Falletti di Siderno Superiore (dall’8 al
31 agosto), che accoglie le opere dell’artista e
intellettuale Lawrence Ferlinghetti. La manifestazione
è arricchita da un itto calendario di eventi: reading di
poesia, presentazioni di libri, concerti e laboratori di
scrittura per adulti e bambini.
Nel corso di uno dei suoi soggiorni in Calabria,
Ferlinghetti ha concepito la rielaborazione, in
chiave ironica e moderna, del passaggio di Ulisse
nello Stretto di Messina. Sono così nati dodici
disegni preparatori a inchiostro, successivamente
rielaborati in opere pittoriche che, nelle parole
dello stesso autore, «rivelano le attività sessuali
clandestine di Ulisse nel corso del suo famoso tour
del Mediterraneo aggiungendo un nuovo capitolo
all’Odissea di Omero».
La mostra comprende tre sezioni: i disegni
preparatori, le opere pittoriche dedicate al viaggio di
Ulisse e un gruppo di opere incentrate sulla igura di
Penelope. Durante la mostra sarà possibile visionare
un trailer del documentario “Lawrence A Lifetime
in Poetry”, un ritratto intimo di Ferlinghetti, che
sarà proiettato in anteprima nazionale nel corso del
festival UmbriaLibri dal 4 al 6 ottobre.
A ine settembre la casa editrice Clichy darà alle
stampe l’ultimo romanzo di Ferlinghetti, “Little Boy”.

Le autrici sono le curatrici della mostra. Giada
Diano è biografa e traduttrice di Ferlinghetti. Elisa
Polimeni, storica dell’arte, è una collaboratrice
dell’artista.

Ulisse

desnudo

In mostra in Calabria sorprendenti

opere di Ferlinghetti. Amico di Pivano.

E mecenate della beat generation

di Giada Diano e Elisa Polimeni

sud est asiatico, a volte tradotte da lingue di
cui manco abbiamo i traduttori. Lei vera-
mente va nel posto, conosce le persone, gli
autori, di prima mano».
Evitando di fare confronti impossibili tra
generazioni e di dare consigli a chi viaggia
per lavoro, vale la pena concludere con
Tommaso Pincio che ricorda come Nanda
fosse «una devota, un’appassionata, una
fan. Inseguiva e si accodava ai suoi scrittori
con la smania gioiosa tipica di una groupie
quando ancora la nozione di groupie nean-
che esisteva. E la deinisco “groupie” in mo-
do tutt’altro che dispregiativo. La deinisco
così per quel suo bisogno compulsivo, qua-
si infantile di essere parte, testimone della
letteratura che amava, una forma di passio-
ne pura e incondizionata che le si leggeva
negli occhi e nelle parole anche in età avan-
zata e di cui giustamente non si vergogna-
va. Tra l’altro lei era un tipo di groupie afat-
to speciale, per non dire paradossale, la
groupie castigata, per nulla disposta a con-
cedersi». Una notte, per dire, si riiutò di
salire in camera con Neal Cassady, il Dean
Moriarty di Sulla Strada, e lui: «Non bevi,
non fumi, non scopi, ma perché cazzo mi
hai voluto conoscere?».
«Questo me la rende ancor più simpati-
ca», dice Pincio, «anche se probabilmente
al posto di Neal Cassidy mi sarebbero girate
le scatole». Q
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