L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1

Foto: Getty Images


Idee L’Italia più fragile


il progetto di una grande discarica a Centuripe, borgo in
provincia di Enna itto di resti ellenistici. Contro i riiuti si
sono mobilitati in molti: all’ultima manifestazione, l’8 luglio,
c’era anche Antonio Natali, l’ex direttore degli Uizi. «C’è
molta più sensibilità», conferma il docente di Italia Nostra:
«Penso ai nostri piani paesaggistici, quasi tutti approvati.
Ma buona parte del potere regionale cerca di scavalcarli. Si fa
di tutto perché esistano formalmente strutture che poi non
facciano niente».
La preoccupazione per i luoghi dell’arte “minori” è difusa.
Il modello dell’autonomia sembra funzionare infatti soprat-
tutto per le grandi destinazioni. La Valle dei Templi di Agri-
gento, grazie alla gestione dell’ex direttore Giuseppe Parello,
ha continuato a aumentare visitatori (928mila nel 2018) e
incassi, che superano ora i 6,6 milioni di euro. Soldi investiti
bene, nel miglioramento dell’accesso, in nuovi itinerari, oltre
che prendendo seriamente gli obblighi di trasparenza (sul
sito vengono pubblicati i rendiconti in versione dettagliata e
sempliicata, per essere comprensibili a tutti). Siracusa, che
potrebbe avere la stessa eco, con 680mila visitatori l’anno,
ino ad oggi versava al bilancio regionale i suoi cinque milio-
ni di introiti. «Ben vengano quindi le autonomie. Pur che ser-
vano a non sperperare i fondi e soprattutto a distribuirli ai
monumenti minori, che non fanno cassa», insiste Fabio

Morreale, di Natura Sicula, associazione impegnata da anni
nella protezione del paesaggio: «Serve manutenzione. Sia-
mo dovuti andare noi volontari a decespugliare il sentiero
intorno al teatro romano di Siracusa perché era impossibile
passare. Su 24 ettari di parco ne sarà visitabile a dir tanto uno
e mezzo. È inaccettabile». Francesca Spatafora, l’archeologa
che è riuscita a rilanciare con la sua squadra il museo Salinas
di Palermo, è stata ora mandata alla guida del parco di Hime-
ra, Solunto e Jato. Le tre antiche colonie superano di poco i
20mila visitatori: la sida per riportarle in auge sarà enorme,
e poco il tempo ( fra un anno dovrà andare in pensione). Una
risorsa potranno essere i fondi europei, che ino ad ora la Si-
cilia ha usato poco o male. Il parco archeologico di Cava D’I-
spica, in provincia di Ragusa, stacca 37mila euro di biglietti
l’anno ma ha avuto a disposizione un inanziamento di 6 mi-
lioni di euro. I lavori sarebbero dovuti inire a novembre


  1. I pagamenti risultano ancora a zero. «Chi sarà alla gui-
    da dei nuovi enti potrà rapportarsi direttamente con i pro-
    grammi europei, senza dover aspettare farraginosi passaggi
    in Regione», sottolinea Mariarita Sgarlata, ex assessore ai
    Beni Culturali, che conosce bene gli ingranaggi della mac-
    china burocratica, da lei descritta in un libro chiave per capi-
    re molti ossimori isolani, “L’eradicazione degli artropodi: la
    politica dei beni culturali in Sicilia”. Per entrare nei canali Ue,
    serve però trasparenza. Nell’ultimo censimento Istat, pubbli-
    cato a gennaio, 140 musei siciliani su 250 rispondevano di
    non avere rendiconti contabili. Per molti sono d’altronde
    preoccupazioni secondarie rispetto alla gestione delle emer-
    genze: con l’arrivo dell’estate l’ansia è per gli incendi. A giu-
    gno sono bruciati i prati di ianco al tempio di Demetra a
    Morgantina, l’anno scorso ettari sacri a Selinunte. Dai dorsi
    anneriti di Aidone le polemiche sulla successione all’assesso-
    rato a Palermo sembrano lontane. Le scommesse continua-
    no a dare in pole Rosalba Panvini, soprintendente prima di
    Siracusa e ora di Catania, contestata dalle associazioni am-
    bientaliste per autorizzazioni discusse come quella di un
    enorme bar nel Castello Maniace. Ma ci sono anche Ignazio
    Buttita, antropologo e professore universitario e Carmine
    Briguglio, collaboratore dell’ex assessore.
    «La questione nomine riesco a seguirla davvero poco»,
    sorride la restauratrice Lorella Pellegrino: «Sono preoccupa-
    ta per le colonne di Selinunte e per la villa Romana di Dur-
    rueli». È un luogo poco noto, mosaici che si buttano nel mare
    a 800 metri dalla Scala dei Turchi, raccontata in modo im-
    mortale da Andrea Camilleri. «Per fortuna ci sono i miei stu-
    denti: ogni anno abbiamo cinque giovani che apprendono la
    pratica al mio ianco. Sono forze eccezionali». Destinate a
    scappar via. Q


«Serve manutenzione. Siamo dovuti andare noi volontari

a togliere i cespugli dal sentiero intorno al teatro romano

di Siracusa perché era impossibile passare»

Un’altra immagine della Valle dei Templi
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