L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1
Ho visto cose/tv

LA RINGRAZIO PER LA DOMANDA

BEATRICE DONDI

LUCA BOTTURA

Poletti lascia il microfono a Salvini. Oppure impera la telerissa. E il moderatore?

L’incompetente


Quello dell’interlocutore non è un
mestiere molto diicile. Serve un po’
di intelligenza, capacità di ascolto e
soprattutto voglia di interagire. Do-
ti facili insomma. Che in tv si sono
andate perdendo via via, come l’aria
pulita tra lo smog. Appartiene alla
preistoria quel contraddittorio in
cui non solo ogni protagonista sape-
va esattamente cosa stava dicendo
ma addirittura veniva incalzato con
competente fermezza. Quando Al-
berto Arbasino con la sua cravatta color senape contrappo-
se nell’arena di “Match” Mario Monicelli a Nanni Moretti
ne venne fuori uno scontro memorabile con asfaltate reci-
proche senza nessuna alzata di tono. E dopo che il regista
afermato vinse a mani basse sul regista sperimentale, la
puntata si chiuse con una tale eleganza che il momento più
appuntito furono le erre dell’arrivederci dell’arbitro.
Ma era nell’aria che quel clima, in cui le argomentazioni
non si legavano al sudore per la fatica dell’insulto, era de-
stinato ad avere vita breve. Non a caso nel 1981 lo stesso
Moretti, acclarato imperatore della lungimiranza, scelse
Giampiero Mughini come arbitro del confronto a suon di
volgarità di “Sogni d’oro”. Si era aperta uicialmente la
stagione degli scontri. Nel 2010 l’associazione Comunica-
re Perbene conferì l’Oscar della rissa ai politici a cui si do-


veva un comportamento scorretto
ogni tre minuti, grazie soprattutto
ai compiacenti giornalisti o presun-
ti tali che afrontavano onorevoli di
nome e non sempre di fatto lascian-
doli liberi di brandire al tempo stes-
so parolacce e dito medio.
La telerissa teleguidata da telearbi-
tri appositamente inutili da decenni
continua a essere utilizzato come
una pinella da burraco. L’urlo sgua-
iato (o la sedia da tirare) spesso è più
funzionale di una semplice quanto immediata formula del
tutto misteriosa, altrimenti detta domanda.
Ma il giornalista moderatore sa che può fare di meglio. E
così, adagio come l’andamento molle di una lumaca, co-
mincia con scrupolo a evitare dapprima il confronto, poi
l’interrogativo scomodo, poi l’interrogativo e basta. La-
sciando luire comizi modello diretta Facebook, giudizi ac-
cettati dai social e altre esternazioni blindate. Sino ad arri-
vare ai nostri giorni, col capolavoro assoluto del campione
Roberto Poletti, chef di Uno Mattina Estate, che al grido di
«Signor ministro, lei ha usato parole molto dure. Le vuole
ribadire qui stamattina?» accoglie a braccia aperte un mo-
nologo di Salvini della bellezza di cinque estenuanti minu-
ti. Senza un iato. Una contrapposizione. Uno schiarimen-
to della voce. Del Padrone, ovviamente Q

BRUNO VESPA
GIUSTAPPOSITORE
“Domanda agli amici americani:
una bendatura illegittima e una
foto orribile possono alleggerire
un omicidio con 11 colpi di
baionetta?”. Lo ha scritto su Twitter
l’ottimo Bruno Vespa parlando del
carabiniere martirizzato a Roma e
della foto che ritraeva il complice
del suo carneice bendato in una
caserma dei carabinieri. La logica
è di palmare evidenza, ma cercherò
quivi di chiarirla vieppiù con esempi


altrettanto calzanti. “Un panino
coi wurstel e un cono stracciatella
possono alleggerire il riscaldamento
globale?”. “La iorentina al sangue e
un tubo del 12 possono alleggerire
una fotocopiatrice senza toner?”.
“Un pesce e una bicicletta possono
alleggerire un facocero in tinello?”.
“L’osteoporosi e il comico Pucci
possono alleggerire un eritema
solare?”. “La crema solare e un
carciofo possono alleggerire un
parcheggio in doppia ila?”. “La
citrosodina e Cristiano Ronaldo

possoo alleggerire una puntata di
“Porta a porta?””. Come? Cosa
accidenti c’entrano tra loro gli
esempi che ho fatto? Perché, la foto
e la punizione del reo cosa c’entrano
tra loro?
GIUDIZIO: POSITIVO, OVVIAMENTE.
DI VESPA HO PAURA

UMBERTO SMAILA
ARTISTA MALTRATTATO
Lo scontro tra Titanic sul
bagnasciuga della celebrità prosegue
con Umberto Smaila che difende
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