L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1
Noi e Voi

ESTREMI, FEBBRILI O RAZIONALI

RISPONDE STEFANIA ROSSINI [ [email protected] ]

locemente e io posso tornare alla mia “medietà” che coincide
con il mio stato di salute quotidiano. Sono stati solo “estremi”
di un malessere passeggero, come eccezioni a confermare la
regola. Tiro un sospiro di sollievo: prima la salute!
Michele Canalini, Sarzana

In periodi infausti come quello in cui viviamo usare l’ar-
ma dell’ironia, anche amara come la sua, può far da sol-
lievo. Temporaneo però, perché il problema che lei solle-
va è terribilmente serio. Ci ricorda che quello che ino a
poco tempo fa consideravamo giusto e ovvio è diventato
oggi uno dei due estremi in cui si spacca la pubblica opi-
nione. Un esempio per tutti: assuefatti ai falsi argomenti
dialettici del dibattito politico, rischiamo di condivide-
re l’abbaglio per il quale essere contro i vaccini perché
sarebbero dannosi (o, peggio, perché procurerebbero
malattie ancor più gravi di quelle che vorrebbero evita-
re) abbia lo stesso peso di chi si batte perché non venga
toccata questa conquista sanitaria. Ne discutiamo e ci
schieriamo invece di mandare semplicemente a quel
paese chi dice sciocchezze in merito. Per questo mi sen-
to di contraddirla sul punto centrale della sua lettera.
Ogni volta che lei si esprime senza cadere nella trappola
della rabbia e degli insulti ad hominem, asserendo che
salvare un uomo in mare è un dovere o che assalire chi la
pensa in modo diverso è un atto osceno, lei non si dimo-
stra estremo o febbrile, ma semplicemente razionale. A
questo punto qualità quasi rivoluzionaria. Q

DAL PCI ALLE LOTTE INTESTINE
CHE HANNO UCCISO LA
SINISTRA E FAVORITO SALVINI
Sono un cinquantaduenne
che non perde una
tornata elettorale da
quando a 18 anni
votavo Partito comunista
italiano, seguendo la
tradizione familiare, ma
anche convintamente.
Naturalmente, la mia
famiglia, considerava
il Pci una cosa a parte
rispetto al Pcus, non
c’era la visione di
una società socialista
sul modello di quella
sovietica. Nella loro e
nella mia interpretazione,


il Pci era lontano dagli
Usa, e opposto al
mondo fascistoide ed
ex fascista, ma anche
opposto a partiti come
la Democrazia cristiana,
considerata corrotta,
e al Partito socialista
italiano, leader nella
gara alla tangente poi
stroncato da Mani pulite.
Crescendo ho capito di
più le ragioni di chi non
votava Pci, soprattutto,
ho capito che l’Unione
Sovietica era percepita
come una minaccia e il
Pci non poteva ritenersi
estraneo a quel mondo.
Essere comunista aveva

comunque un peso, in un
senso o nell’altro.
Ecco, tornando ai nostri
tempi, adesso in Italia,
sto assistendo al mondo
alla rovescia.
Quelli che erano
comunisti, come Salvini,
ma anche altri leader
della Lega, danno del
comunista a quelli che
votano Pd, anche se
comunisti non lo sono
mai stati e tanti loro
leader vengono dalla Dc.
Sono simpatizzanti di
Stati ex comunisti e
apprezzano i loro leader
come Putin e Orbán che
sono contro la democrazia

liberale (lo affermano
loro).Insomma, in Italia è
cambiato il mondo.
Si sono invertiti i ruoli
incredibilmente.
Con il consenso generale.
E la colpa di chi è?
È di quel mondo
che si riconosce nel
centrosinistra, stampa
compresa, che cerca
sempre di distinguersi,
di non riconoscersi, di
ostacolare ogni leader
che provi a governare.
Mentre dall’altra parte


  • politici, stampa, tv -
    fanno blocco. Non ho mai
    visto e sentito mettere
    in discussione dai


N. 32
4 AGOSTO 2019

Cara Rossini, scrivo a lei per raccontarle di un disturbo che
mi condiziona nell’agire sociale, emarginandomi come indi-
viduo e come cittadino: non riesco a ragionare né a esprimer-
mi per estremi. Un bel problema, lo riconosco. A luglio, quan-
do il caldo ci opprime, penso: è l’estate. A febbraio, quando
siamo intirizziti dal gelo e mi vesto con la lana e un pesante
cappotto, dico: è l’inverno. Se partecipo a una discussione
con amici su alcuni argomenti (compreso il calcio), prendo
posizione in modo fermo ma spesso tengo per me la mia opi-
nione. In genere, non mi piace strillarla in faccia agli interlo-
cutori o aggredire rabbioso le tesi opposte alla mia. Su Face-
book, pubblico commenti pacati: un caro amico, per questo,
mi apostrofa come un nostalgico democristiano. Quando
leggo post ringhiosi di altri utenti, non mi piace chiosarli per
non essere risucchiato nei vortici schiumosi di detrattori e
pasdaran di qualsiasi orientamento: come conseguenza di
ciò, è naturale, sui social ho pochissimi follower. Ben mi sta.
Tuttavia, alcune volte, mi sento in preda a uno stato febbrile
e rischio quasi di scoppiare: perché mi viene da pensare che
tenere un’arma in casa sia una grandissima idiozia, oppure
mi viene da pensare che l’accoglienza sia una cosa nobile,
così come abbandonare in mare dei disperati - fosse anche
a poche miglia dal primo porto vicino - sia un gesto orribi-
le e inumano, oppure, quando leggo che alcuni ragazzi sono
stati picchiati selvaggiamente solo perché indossavano una
maglietta di un cinema romano, considero per prima cosa
che la barbarie ci sta facendo ripiombare in un medioevo del
terzo millennio. Fortunatamente, questi sintomi passano ve-
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