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CorrieredellaSeraMartedì 30 Luglio 2019
CRONACHE
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Stefano,dalcarcerealleOlimpiadi
Ilsaltorecorddelsecondinovolante
Sottile,21anni,miglioreprestazionemondialedell’anno.«MihaispiratoTamberi»
L’impresa
diValerioVecchiarelli
T
uttiisanti giorni
Stefano Sottile al
mattino escedagli
alloggi dellaPolizia
Penitenziaria delcarcere
torinese Lorusso-Cotugno alle
Va lletteper andarealparco
Ruffini, allo stadio «Primo
Nebiolo», ad allenarsi.
Élì, sulla pedana del saltoin
alto, che prende servizio
l’atleta delle Fiamme Azzurre,
21 anni da Borgosesia
(Vercelli),conl’obiettivodi
viverestabilmenteinalta
quota.
DomenicaaBressanone ha
vintoicampionati italiani
valicando 2,33, miglior
prestazione mondiale
dell’anno, primatonazionale
under 23toltoaGimbo
Tamberi (2,31 del 2012),
seconda misura outdoor mai
ottenuta da un italiano.
Escrutando il cielo da lassù
per il ragazzocresciuto
nell’atleticaValsesia
all’improvviso la linea
dell’orizzontesièspostata a
Oriente, perché quel balzo
nell’impossibile gli ha
assicuratolostandardper la
partecipazione all’Olimpiade
diTokyoeuna bella dose di
lavorostraordinario in vista
dei Campionati Mondiali di
Doha, Qatar (27 settembre-
ottobre). Ora cheèentratoin
una nuovadimensione,
continueràaviverenel carcere
di Torino?
«Certo—raccontaaimpresa
metabolizzata—questacosa
ha suscitatotanta curiosità
che noncomprendo. Ho la
fortuna di esserenel gruppo
sportivoFiamme Azzurreche
tantomihaaiutatonel
realizzareimiei desideri.Epoi
incaserma vivono molti
colleghi,conladifferenza che
loroalmattino prendono
servizio alcarcere,mentreio
vado ad allenarmi. Sono
fortunato, eccoperchévoglio
saltarepiù in altopossibile.
Anche per loro».
Il giorno dopo il saltonel
futuronellatesta gira un
vorticedisensazioni, la
telefonataacaldoconi
complimenti diTamberi, il
Mondiale all’improvviso,
l’Olimpiade finoaqualche
giorno fa solo sognata: «Sì, è
statoGimboasuggerirmi di
provare2,33; mi ha dettoche
se in gara mifossecapitatodi
frequentarequelle quotedi
provarecon la misura che
valevalaqualificazione
olimpica. Io neppurelo
sapevoeadesso mi ritrovoa
vivereunsogno».
L’atleticaperiSottileèun
vizio di famiglia,Stefano al
campo di allenamentoc’era
finitoa6anni seguendo
Davide, il fratello maggiore
che se lacavavabene in tuttele
specialità. Dopo aver iniziato
tirando il giavellotto,
l’illuminazioneèarrivata
quando gli hanno dettodi
provareasaltareinalto.
A14anni la scelta definitiva,
si èaffidatoalle curediValeria
Musso, la sua unica
allenatrice, la vittoria di Calì al
Mondiale allievi, la scelta di
arruolarsi nelle Fiamme
Azzurre, il diploma di perito
meccanicoeiltrasferimentoa
Torino.Peruscireogni giorno
dalcarcereeprovaread
arrampicarsi sul mondo.
©RIPRODUZIONERISERVATA
Inpedana
Stefano
Sottile, 21
anni, atleta
delle Fiamme
Azzurre, dopo
l’exploit di
domenica a
Bressanone
Sfidaadaltaquota
La qualificazione
a Tokyo 2020
1
Stefano Sottile, nuovo
campione italiano del
salto in alto con 2,
metri, ha tolto il record
italiano under 23 a
Gianmarco Tamberi (foto
sotto) e si è qualificato
alle Olimpiadi di Tokyo
2020
Tra due mesi
i mondiali a Doha
2
Sottile sarà, proprio
insieme a Tamberi,
uno degli atleti di punta
della nazionale azzurra
ai mondiali
di atletica leggera
in programma a Doha,
in Qatar, dal 27
settembre al 6 ottobre
Chiè
●Stefano
Sottile, 21 anni,
vive a Borgo-
sesia, nel Ver-
cellese
●Tesserato
con l’Atletica
Valsesia,
ha iniziato con
il salto in alto
a 7 anni
●Il primo
titolo — cam-
pione italiano
nella categoria
Cadetti —
lo ha vinto
nel 2013
con un salto
di 1,98 metri
●Oro ai
mondiali allievi
2015, da
domenica è
campione
italiano
assoluto con la
misura di 2,
metri
L’artediLenny,il«runner-pittore»
cheusalamappadellacittàcometela
Lacorsaconl’appdeipodistiche«segna»iltragitto.«Rendolestradeunpo’mie»
SanFrancisco
diRiccardoBruno
Q
uando Haruki Mu-
rakami scrisseL’ar-
tedicorrerenon im-
maginavache il run-
ning potesse avereanche una
inaspettatavalenza pittorica.
Ci ha pensatol’americano
Lenny Maughan, unendo pas-
sione per la fatica, creatività e
opportunitàofferte dallatec-
nologia.
Quando Lennycorreper San
Francisco, le strade da percor-
rerenon sono mai scelteaca-
so, ogni svoltaèpensatacome
una pennellata. Se lo si potes-
se seguiredall’altosivedrebbe
che passo dopo passova a
comporreundisegno.Avolte
semplice, altrepiuttostoela-
borato, in ognicaso sempre
sorprendente.Eutilizzando
«Strava», un’applicazione
moltonotatra podistiecicli-
sti,ipercorsi diventano davve-
rovisibili,come incisioni su
una mappa.
Lenny la chiama «running
art»,einfondo meriterebbe
anche la definizione di «street
art». Nonèstatoilprimoain-
tuirelepotenzialità visivedel-
le app che tracciano l’attività
sportiva. Ma molti podisti si
sono accontentati di abbozza-
rebanali immagini oscene.
«Hocapitoche dovevofare
qualcosa di diversoediorigi-
nale» ha spiegatoLenny che
negli ultimi quattroanni ha
datovitaapiù di 50 «opere».
L’ultimaèuna delle più effi-
caci. Il 20 luglio, muovendosi
suegiù tra Marina District,
ChinatowneWest Soma, ha
tratteggiatoilriconoscibilissi-
movoltodella pittriceFrida
Kahlo. Abilità artistiche ma
anche notevole impegno mo-
torio.Perfarlo Lenny ha per-
corso oltre46chilometri, su-
perando mille metri di disli-
vello, in6ore e8minuti.
«Da bambino disegnano
sempre, tutti pensavano che
da grande sarei diventatoun
artista» ha raccontatoalquoti-
dianoTheGuardian.Lenny
realizzaamano l’immagine
desiderata, la adatta alle stra-
de della città in cui vivedaven-
t’anni, crea il percorso sulla
app, quindi infila le scarpette
esegue il gps. Il primo dise-
gno, nel 2015, fu una «mano
vulcaniana», omaggio all’atto-
reLeonardNimoyappena
scomparso, lo Spock dalle
orecchieapunta diStar Trek.
Dopo fu lavolta di unteleviso-
re(omaggio ai quartieri dove
venne inventato)evia avia tut-
ti gli altri: Batman, un trifo-
glio, un cuore, un gatto, una
mano che tiene dei bastoncini
cinesi, l’elmettoel’ascia dei
pompieri (tributoall’impegno
eroicocontrogli incendi).
Avolteildisegno richiede
una prestazione fisicaimpe-
gnativa. Come per Frida
Kahlo, oppureper un piede
completatodopo5oree
chilometri dicorsa. Glièinve-
cebastata mezz’ora (e5chilo-
metri) perrenderebene la sa-
goma di una balena. Spesso
sceglie simboli legati alla città
del Golden Gate, altrevolteri-
produceisuoi miti (la navicel-
la Enterprise oppurecome la
mano del chitarristaJerry Gar-
cia dei Grateful Dead). Ma so-
pratutto, spiega, vuole creare
immagini riconoscibili da tut-
ti. «È anche il modo perren-
derelestrade un po’ mie».
©RIPRODUZIONERISERVATA
Sorridente
Lenny Mau-
ghan davanti
al Golden
Gate. Tutte le
sue corse
sono lungo le
strade di San
Francisco
Comelirealizza
Il disegno a mano
e l’uso dell’app
1
Lenny Maughan disegna
a mano l’immagine che
vuole realizzare. Poi la
traspone nella mappa di
San Francisco,
utilizzando Strava, una
delle app per localizzare
l’attività fisica più usata
da podisti e ciclisti
Il tracciato
indicato dal gps
2
Una volta definito il
tracciato, Maughan
segue il percorso indicato
dal gps. Per completare i
disegni più complessi
corre per diversi
chilometri (oltre 46 per il
volto di Frida Kahlo, nella
foto sopra)
Chiè
●Lenny
Maughan vive
da vent’anni a
San Francisco
●Runner
amatoriale, da
cinque anni
realizza disegni
sulle mappe
dell’app Strava
attraverso le
sue corse
●Il primo
disegno, nel
2015, è stato
«la mano
vulcaniana»
dello Spock di
Star Trek,
omaggio
all’attore
Leonard Nimoy
appena
scomparso
●Lo scorso 6
luglio ha
disegnato il
volto di Frida
Kahlo