Corriere della Sera - 30.07.2019

(Darren Dugan) #1


18
CRONACHE

Martedì30Luglio2019CorrieredellaSera

IlCorrieredell’Estate


I


llavoronel parcolo facevasentire
sicuro,aCary ricordavagli anni
lontani in cui erano una famiglia
modello, le giteconigenitori, le
tresorelleeilpiccoloSteven, pri-
ma di quelterribile4dicembre
del 1972, quando il fratellino, sette
anni, era statorapitosulla strada
di casa da un uomo che gli avevaoffertoun
passaggio. Quella Buick bianca, si scoprirà
dopo, apparteneva aKennethParnell, un
pedofilo che lavoravaalloYo semiteLodge,
ameno di due oredaMerced, California, la
cittadina doveabitavano gliStayner.
Il ritornoacasa diSteven, nel 1980, era sta-
toun miracolo, dopoottoanni nelle mani
di un molestatoreche gli avevafattocrede-
redi averlo adottatoperchéigenitori non
lo volevano più. Era statol’arrivodiunaltro
bimbo rapito, Timmy White, appena5an-
ni,adarelaforzaaStevedi spezzarelecate-
ne.Una mattina, il primo marzo, appena
Parnell era uscitodicasa, il più giovane de-
gliStayner avevapreso per mano Timmy e
avevacamminatocon lui fino alla più vici-
na stazione di polizia. «So che il mio nome
di battesimoèSteven», sarà la primacosa
che dirà alle guardie,eiltitolo del film per
la tv che racconta la sua storia.
Nienteperòsarebbe statopiùcome pri-
ma.Steven, l’eroe, era ormai un adultode-
vastatonelcorpo di un quattordicenne:
abituatoabereefumare, sfiancatodall’at-
tenzione dei media. Cary, appena diploma-
to,unpiccolo talentodadisegnatore, era di
nuovoil fratello invisibile: quandoSteve
era ancora lontano, il papà entravaapian-
gerenella lorostanza senza accorgersi di
lui, ora la mamma dimenticavapersino di
apparecchiareilsuo postoatavola. C’èuna
fotoche dicetutto:Stevenaccantoalsignor
Stayner, raggiante, il giorno del suo ritorno
acasa; Cary due file più indietro, nascosto
tra la gente, lo sguardo assenteeilberretto
da baseballanasconderelatesta deturpata
dalla mania di strapparsiicapelli.
Il lietofine nonèprevistonel destino de-
gliStayner:Stevenha24anni, moglieedue
figli, quando nel 1989 muoreinuninciden-
tein moto.Quindici mesi più tardi lo zio
Jerry,conilquale Cary era andatoavivere,
viene ucciso incasa da una pallottola parti-
ta dalla sua stessa pistola.Èallora che Cary
si allontana dal paeseeaccetta un impiego
da tuttofarealCedar Lodge, un motelall’in-
gresso delloYo semite. La piccola stanza so-
pra il ristorante, la storiaconlacameriera
che ci lavorava, le attenzioni alle due bam-
bine di lei, 11e10anni, alle quali avevainse-
gnatoafareituffi nella piscina accantoal-
l’albergo: gli ultimi sprazzi di normalità,
prima della discesa agli inferi.
Carole Sund ha 42 anni, sua figlia Juli
quindici. Ilfebbraio del 1999 siregistrano
al Lodge, stanza 509, assiemealla sedicen-
ne SilvinaPelosso, amicadifamiglia arriva-

ta dall’Argentina. DalloYo semitepassano
ogni anno oltre4milioni di visitatori, ma è
bassa stagione, il motelèsemivuoto.Èper
questoche quando Cary il tuttofarechiede
di entrareasistemareuna perdita, Carole
esita prima di aprire. Edèper questoche
nessuno sentirà nulla mentrelui le minac-
ciaconunacalibro22estrangola prima lei
—cihomesso5minuti, dirà—poi Silvina
eJuli. Infine Cary ripuliscelastanzaelascia

perterra gli asciugamani bagnati,come se
le donnefosseroappena uscite.
Agenti Fbi, ranger, pattuglie autostradali,
cani ed elicotteri si mettono alla ricerca
delle treturistescomparse.Icorpi di Carole
eSilvinavengono ritrovati un mese più tar-
di,carbonizzati, nel bagagliaio dellaPon-
tiac Grand Prix che avevano noleggiato;
quello di Juli viene scoperto grazie a una
lettera anonima scritta dall’assassino.

Stayner viene interrogatocometestimo-
ne, apreagli agenti le stanzedel motel, ma
anessuno viene in menteche possa essere
coinvolto. Quattromesi dopo, Cary sta fa-
cendo una passeggiata nel parcoquando si
imbatteinuna giovane guida delloYo semi-
teInstitute,Joie Ruth Armstrong. «Hoca-
pitoche era sola—dirà Cary più tardi, rico-
struendo gli omicidi—enon horesistito
all’impulso di ucciderla». Il suocorpo, de-
capitato, viene ritrovatoil22luglio. Si ria-
prono le indagini: alcunitestimoni raccon-
tano di aver vistonelle vicinanzeunfuori-
strada bluebianco, che le autoritàcollega-
noaStayner, ma lui nel frattempo è
scappatoinunacolonia nudista vicino a
Sacramento. Sarà una donnaariconoscer-
lo eadavvertirel’Fbi.
«Vorrei essermicontrollatoenon aver fat-
toquello che ho fatto», dirà Cary piangen-
do in una intervista alSanFranciscoGate
dalla prigione di San Quintino, doveanco-
ra oggi, 58enne, aspetta l’esecuzione nel
braccio della morte. «Come abbiamo fatto
anon accorgerci di nulla?—continua a
chiedersi Lisa Hansell, manager del Cesar
Lodge—Tutti qui loconoscevanoegli vo-
levano bene».Pertutti, Cary era soltanto
un bel ragazzotaciturno, il fratello dell’eroe
sfortunato. ©RIPRODUZIONERISERVATA

diPaoloBeltramin

Ivolti

●Dall’alto,
StevenStayner
ilgiornoincui
riuscìafuggire
dopoun
sequestro
durato8anni,
esuofratello
Carydopo
l’arresto

●Perlaserie
didelitticom-
messinelparco
delloYosemite,
CaryStaynerè
statocondan-
natoallapena
capitale.Oggi
ha58annie
aspetta
l’esecuzione
nelbraccio
dellamorte

DELITTI IN HOTEL


L’eroe, il serial killer


L’opposto destino


dei due fratelli


Il piccolo Steven riesceafuggire dal suo rapitore


Ediventa una star. Cary lavora in un lodge del


parco dello Yosemite. Dove spariscono tre turiste


Isafari di Coppi


nell’Alto Volta


elamalaria fatale


VIAGGIATORI


diDinoMessina

E


ra l’autunno del 1959,
FaustoCoppi avevada
pococompiuto40anni,
ma non si rassegnavaalviale
del tramonto.Avevaformato
una squadracondirettore
tecnicoilsuo eterno rivale
Gino Bartalieavevaaccettato
di partecipareauncriterium
in AltoVolta, oggi Burkina
Faso. Con luic’eranoJacques
AnquetileRaphael
Gemignani,conilquale aveva
progettatodiparteciparea
due safari nella riservadiFada
N’Gourma. Era lacaccia, la sua

seconda passione dopo il
ciclismo, ilveromotivoper il
quale ilcampionissimo era
partitoil10dicembreper
quella passerella divecchie
glorie. Lakermesse ciclistica
prevedevadue garea
Ougadougou. La primavenne
vinta da Anquetil, la seconda
fu dominata da Coppi, che
tuttavia sul finalevenne
superatodal campione locale,
Sanu Mussa. In palioc’era una
luccicanteautomobile, una
Idem,versione africana della
DS. Il «grande Airone» aveva

già in menteisafari
programmati per il 14e15. Il
18, di ritorno in Italia, avrebbe
dichiaratoche la trasferta in
AltoVolta era stata una delle
più belle esperienzedella sua
vita. Se nonfosse statoper
quei nugoli di zanzareche
infestavano la stanza
condivisaconGemignani.
Coppi si sentì male il giorno
di Natale. Due giorni dopo, il
27, si manifestòunafebbre
che fu archiviata dai medici
come influenza. L’amico
francese avevagli stessi

sintomietelefonòaFausto
perconfidarsi. Le analisi
all’istitutoPasteur diParigi
avrebberodiagnosticatoal
corridorefrancese unaforma
di malaria perniciosa. I
medici italiani invece
brancolarono nel buio. Prima
parlarono di influenza, poi di
polmonite.FaustoCoppi morì
alle 8,45 del2gennaio 1960.
Persalvarlo sarebbe bastato
un po’ di chinino. Orio
Ve rgani scrisse sulCorriere:
«Il grande airone ha chiuso le
ali». ©RIPRODUZIONERISERVATA

Asso
FaustoCoppi
conlamagliadi
Campionedel
Mondo,titolo
vintoil
agostodel
1953aLugano

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Inghilterra
Sulmontenientebuccedibanana

GlialpinistiinarrivosulBenNevis(1.345m),la
montagnapiùaltadelRegnoUnito,sonoinvitati
ariportareacasalebuccedibanana.Questala
richiestadellesquadredipulizia:ilclimarigido
sullamontagnaallungaitempidi
decomposizionedellebucceancheadueanni

ILLUSTRAZIONEDI

ALBERTORUGGIERI
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