la Repubblica - 30.07.2019

(ff) #1
Caro Augias, l’Alta Velocità non serve, che io
sappia, a creare posti di lavoro nei cantieri o a
distribuire fondi alle imprese. Né la sua utilità
va misurata in base alle merci attualmente
circolanti in quell’area o in considerazione di
mitici “modelli di sviluppo alternativi”. Certo,
occorre maggiore attenzione all’ambiente e al
risparmio energetico, riduzione dei consumi,
impegno per sviluppare prodotti
tecnologicamente avanzati che rispondano a
bisogni reali di maggiore benessere e di minor
impatto ambientale. Ma l’economia continuerà
a basarsi sulla produzione e lo scambio di
merci. E gli investimenti produttivi andranno
nelle aree dove le infrastrutture sono più
sviluppate. Se l’economia piemontese sta
declinando, questo chiede più investimenti in
infrastrutture, non meno, un territorio
accogliente per imprese innovative e
competitive, che altrimenti si andrebbero a
stabilire dove quelle infrastrutture già
esistono: oltr’Alpe. Alla Val di Susa resterebbe il
turismo alpino, disturbato solo dal traffico dei
Tir che trasportano merci prodotte altrove.

Bruna Cibrario — Torino

C


ontinuiamo a discutere quasi solo per
amore di polemica dal momento che gli
impegni sono stati definitivamente (e per
l’ennesima volta) confermati anche da questo
malcerto governo né poteva essere altrimenti
dopo le parole del presidente Conte. Del
resto, la discussione nel merito, dopo che
tutti gli aspetti sono stati lungamente
dibattuti, ha ceduto il posto ad azioni
violente di giovani incappucciati spinti più
dalla voglia di menar le mani che non da
amore ambientalista. Comportamenti diffusi,

non solo in Italia. Sono cresciuto sentendo
ripetere per anni che il trasporto su ferro è
preferibile a quello su gomma più inquinante
e dispendioso. Uno degli slogan più popolari
dai contestatori del ‘68 era “Agnelli e Pirelli,
ladri gemelli”: auto e gomma, appunto.
Infatti, in Francia i lavori proseguono senza
suscitare le nostre interminabili discussioni
mentre la Svizzera, alla quale tutto si può
rimproverare ma non che non curi il suo
territorio, ha intrapreso lo scavo di nuovi
tunnel ferroviari per contrastare il traffico
stradale nonostante sia la metà di quello tra
Italia e Francia. Per ammissione unanime di
economisti e industrie, investire sulle grandi
reti infrastrutturali è una premessa
indispensabile per lo sviluppo. La
Torino-Lione non serve solo per andare da
Torino a Lione. Com’è stato rilevato più volte,
senza quel tratto di linea verrebbe meno il
Corridoio Mediterraneo, che collega l’Europa
dalla Spagna all’Ungheria al di qua delle Alpi.
A suo tempo le autorità italiane si batterono
perché si scegliesse un percorso “cisalpino”
proprio per evitare l’isolamento del nostro
Paese già eccentrico geograficamente
rispetto al baricentro del continente. Agli
ambientalisti puri, che non mancano tra i
contestatori violenti, si può ricordare che a
lavori completati (2030) si avrà una riduzione
del transito stradale di un milione di camion
e Tir con una riduzione di 3 milioni di
tonnellate di CO2. Considerazioni che non
convinceranno nessuno dal momento che
gran parte dell’opposizione — violenze a
parte — nasce dal sogno di una decrescita
felice, ritorno a una mitica età dell’oro di cui
c’è traccia solo nelle fiabe.

«I


o, una di mezz’età, come
tante. Vita serena, di alti e
bassi, come tutti. Un marito degno
di questo nome, 2 figli maschi, di
un bello soggettivo, come tutti i
figli di mamma. Il secondo ha la
sindrome di Down, ma questo è un
dettaglio, come nella vita “in salita”
di tutti. Se non fosse per gli altri che
te lo ricordano, giammai ti dovessi
distrarre. Stesso mare, stessa
spiaggia, stessi amici, amici?, da 16
anni a questa parte, 16 lunghi anni,
tanti quanti sono gli anni di
Alberto, secondogenito,
giustappunto con la sindrome di
Down.
Stessa spiaggia, stesso mare, dolce,
accogliente, immenso campo
azzurro di infinite partite a pallone,
al sole amatissimo di Santa Maria di
Castellabate, proprio “Château de
l’Abbé” di Benvenuti al Sud che però
in questi giorni sta diventando la
nostra ossessione serale, perché è
solo questo film, rivisto almeno 3
volte a sera, a fare compagnia ad
Alberto. Quest’anno, infatti,
abbiamo un’effervescente novità:
Alberto è snobbato, ignorato come
un ectoplasma, dai suoi coetanei e
amici, amici?, di sempre.
Snobbato nel senso che lo evitano,
nel senso che non se lo filano per
niente, nel senso che gli danno
anelati appuntamenti serali, salvo
non presentarsi o accampare
scusette all’ultimo momento,
snobbato nel senso di assumere
una sfacciata aria di sopportazione
per questo rompicoglioni che

arriva e, invece di salutare,
abbraccia, addirittura vorrebbe
riempirti di baci, ripete all’infinito
le stesse cose, ti ricorda
l’appuntamento della serata
almeno 250 volte in un
nanosecondo. Eh sì, dolce e amara
quest’estate di esclusione sociale.
Perché io lo so, posso dipingere il
cielo, ma il rapporto alla pari, tra
adolescenti, ha le sue regole non
scritte e se uno è down, è down,
meglio a casuccia sua, con
mammina e papino, che tra i piedi
di noi “fighi veri”, fighi fino in
fondo. Sì, estate dolceamara, non
basta quello che facciamo, durante
l’anno: a casa, con la scuola, in
palestra, a teatro, in associazione,
al corso di autonomia, al club del
sabato sera. Occorre attrezzarsi
anche d’estate, perché, forse
d’estate, il gran lavoro fatto a casa
può svanire in un momento, se il
nostro “down”, grazie ai “fighi
veri”, capisce che deve stare alla
larga dal resto del mondo, mondo
che manda in vacanza cuore,
cervello e quella inclusione sociale
di cui tanto ci piace riempirci la
bocca a casa, a scuola e, magari,
sotto l’ombrellone».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giurisprudenza
a numero chiuso

Paolo Gulinello

Si discute molto del numero
chiuso a Medicina. Mi
sorprende che nessuno parli
della possibilità di
introdurlo anche a
Giurisprudenza in un Paese
con 250mila avvocati
iscritti all’Albo. In nessun
Paese con un tal numero di
avvocati la giustizia può
funzionare.
O si introduce il numero
chiuso o si porta il corso
universitario a sei anni.

La tragedia
di Mirabilandia

Avv. Giovanni Zauli
legale di Valentina Giudici

Nell’articolo apparso il 29
giugno 2019 dal titolo “La
tragedia”, “La mamma di
Edo”, “A Mirabilandia la
mia vita è finita” risultano
gravi inesattezze
contrastanti con la verità e
con quanto dichiarato da
Giudici riguardo agli eventi
del 19.06.19 presso

Mirabeach, fra l’altro
laddove viene così
riportato: “Una corsa a
portare una fetta di pizza al
marito, che sta
recuperando dopo un
incidente in moto ...Gli ho
portato da mangiare perché
era frastornato dall’acqua
che scendeva nella
cascata...”. Giudici,
nell’occasione del colloquio
con il giornalista, ha riferito
che, dopo che gli addetti al
salvataggio l’avevano
invitata ad uscire dalla
piscina “perché non aveva il
costume da bagno ma gli
short”, si era recata, con il
minore, presso l’ombrellone
con lettini noleggiato nelle
immediate adiacenze della
piscina. Mentre il bambino
stava giocando con la
sabbia la madre —
mantenendo la vigilanza —
si era recata, peraltro per
pochissimi istanti, a
consegnare una fetta di
pizza che aveva in borsa al
compagno. Dopo circa 10 —
15 minuti — quindi dopo un
lasso temporale
apprezzabile — il minore ha
chiesto alla madre di
tornare a fare gli scivoli. La
mamma e il bambino hanno
effettuato insieme molte
discese dagli scivoli;

ricevendo, peraltro, “in
testa” “cascate” d’acqua
provenienti da una
“pentolaccia” (espressione
impropria che rende l’idea)
sormontante la struttura.
Giudici Valentina si sentiva
frastornata dal getto
d’acqua costante e violento:
lei era “frastornata”, non il
padre del minore il quale
non è mai entrato nella
piscina e non ha effettuato
gli scivoli, anche perché
immobilizzato da “tutore”
alla spalla sinistra.
Il giornalista ha confuso
momenti, contesti,
riferimenti personali.

Liste d’attesa
solo nel pubblico

Gianfranco Colleoni

Chiamo oggi il Ssn per
prenotare una visita
dermatologica abbastanza
urgente, in una qualsiasi
struttura pubblica della
provincia di Bergamo.
Prossima disponibilità
marzo 2020. Ne contatto
una privata: prima
disponibilità domani sera.
Costo: 110 euro. A me, forse,
sta sfuggendo qualcosa.

CAPOREDATTORI CENTRALE: Valentina Desalvo (responsabile)
Stefania Aloia Alessio Balbi, Andrea Iannuzzi, (vicario)
Laura PerticiGEDI
Gruppo Editoriale S.p.A.PRESIDENTE ONORARIO:
Carlo De Benedetti

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE:Marco De Benedetti
VICE PRESIDENTI: Monica MondardiniJohn Elkann,
AMMINISTRATORE DELEGATO:Laura Cioli
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Melito Falck, Elena Ciallie, Alberto Clò,

Rodolfo De Benedetti, Francesco Dini, Silvia Merlo, Elisabetta
Oliveri, Luca Paravicini Crespi, Carlo Perrone, Michael Zaoui
Direttori centraliPRODUZIONE
E SISTEMI INFORMATICI:Pierangelo Calegari
RELAZIONI ESTERNE:Stefano Mignanego
RISORSE UMANE: Roberto Moro

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del 18-12-2018

La tiratura de “la Repubblica”
di lunedì 29 luglio 2019è stata di 211.494 copie
Codice ISSN online 2499-0817

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di Concita De Gregorio

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per amore di polemica


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. Martedì, 30 luglio 2019 Commenti pagina^25

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