La Stampa - 30.07.2019

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Bandiere e fumogeni per i prigionieri dell’Eta


Gli omaggi ai terroristi indignano la Spagna


Nei Paesi Baschi si ripetono i festeggiamenti ai militanti scarcerati. Il governo: “È un’offesa alle vittime”

FRANCESCO OLIVO
Le bandiere, i cori, i fumogeni
e il «corridoio d’onore». L’Eta
non esiste più, ma i reduci go-
dono ancora di ottima fama.
La scarcerazione di Xabier
Ugarte è stata celebrata dai
suoi concittadini di Oñate con
una grande festa. Due giorni
prima, sempre nella provincia
di San Sebastián, a Hernani,
per José Javier Zabaleta Elose-
gi sono stati anche sparati dei
razzi. Sembrano scene di «Pa-
tria», il bestseller di Fernando
Aramburu (ambientato pro-
prio a Hernani), ma sono l’en-
nesima prova che la pacifica-
zione dei Paesi Baschi resta
una questione complessa.

Le biografie dei festeggiati
suscitano inevitabili polemi-
che: Ugarte nel 1990 seque-
strò un funzionario della poli-
zia carceraria per 532 giorni,
mentre Zabaleta Elosegi, no-
me di battaglia Baldo, è stato
coinvolto in varie azioni, tra
cui un attentato nel 1980 in un
bar nel quale morirono 4 poli-
ziotti, oltre a un passante. Do-
po aver scontato le pene in car-
cere, quasi sempre lontano dai
Paesi Baschi, il rientro a casa
dei due non è stato affatto di-
screto. La polizia basca, l’Er-
tzaintza, non ha interrotto i fe-
steggiamenti, ma la procura
nazionale ha aperto un’inchie-
sta con l’ipotesi di «esaltazione
del terrorismo».
La Spagna assiste a queste
manifestazioni con inquietudi-
ne, una prova in più che lo scio-
glimento dell’Eta, avvenuto
definitivamente l’anno scorso,
non ha fatto perdere simpatie
e appoggi agli ex terroristi spe-

cie nei centri più piccoli dei
Paesi Baschi. Per dimostrare
che non si tratta di episodi iso-
lati, l’associazione delle vitti-
me Covite si è messa a contare
queste manifestazioni: nel
2018 ci sono stati 62 omaggi a
ex terroristi e 198 eventi che
l’associazione definisce di
«esaltazione del terrorismo»,
spesso proteste contro la con-
dizione carceraria dei condan-
nati per banda armata. Alle vit-
time di quei decenni di san-
gue, invece, sono riservati mol-
ti meno omaggi. Alle feste

dell’«ongi etorri», il benvenu-
to in lingua basca, partecipano
spesso anche i Comuni, alme-
no quando al potere c’è la sini-
stra nazionalista, la vecchia Ba-
tasuna, che pur avendo scelto
la strada della non violenza,
non ha mai rinnegato con net-
tezza il terrorismo.
Le scene di questi giorni ren-
dono più complicata la fine del-
la durissima politica carcera-
ria spagnola, basata sulla de-
tenzione degli ex terroristi in
galere lontane, spesso lonta-
nissime, dalla terra di origine.

Il governo spagnolo ha con-
dannato duramente i festeg-
giamenti: «Sono fatti inaccet-
tabili, un insulto alle vittime
del terrorismo e alla società
nel suo insieme». Anche il go-
verno basco, retto dal partito
nazionalista Pnv, prende le di-
stanze dalle celebrazioni: «Ser-
ve rispetto ed etica, non si svol-
gano mai più». Ma la destra va
all’attacco e ne approfitta per
accusare il premier Pedro
Sánchez per le sue presunte
contiguità con il nazionalismo
basco. Il partito socialista sta

per tornare al potere in Navar-
ra, la regione da sempre nelle
mire dei baschi, grazie all’a-
stensione di Bildu, il partito
della sinistra nazionalista, pro-
tagonista degli omaggi agli ex
terroristi. E anche a livello na-
zionale, Bildu ha sostenuto il
via libera al governo di Pedro
Sánchez, poi bloccato dal man-
cato accordo con Podemos.
«Sono le cattive compagnie di
Sánchez» attacca Ciudada-
nos. Se l’Eta è morta, il suo fan-
tasma vive ancora. —
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FERNANDO SAVATER “Lontano dalle città si incita alla violenza”

“L’organizzazione non è morta

Lo Stato deve intervenire”

INTERVISTA

Al centro Xabier Ugarte, ex membro dell’Eta, omaggiato dai suoi concittadini di Oñate (Paesi Baschi) dopo la sua scarcerazione. Ugarte era stato condannato per aver seque-
strato il funzionario statale José Antonio Ortega Lara nel 1990, tenuto sotto custodia per 532 giorni. Ugarte ha scontato 22 anni di prigione

F

ernando Savater, fi-
losofo e autore di
«Etica per un figlio»,
è tornato a vivere sta-
bilmente nella sua San Seba-
stián. Poco prima della pas-
seggiata quotidiana nella
splendida spiaggia della
Concha, commenta i nuovi
omaggi agli ex terroristi nei
Paesi Baschi: «Basta allonta-
narsi da qui o da Bilbao e si
scopre la realtà: la gente

esalta la violenza». Per molti
anni questo scrittore, stre-
nuo avversario del nazionali-
smo basco, non ha potuto gi-
rare con questa tranquillità
nella sua città, a causa delle
minacce dell’Eta e della scor-
ta della polizia che non lo ab-
bandonava mai. Oggi il cli-
ma è cambiato, i terroristi
non sparano, ma Savater in-
vita a non abbassare la guar-
dia.
Come commenta gli omaggi
agli ex terroristi?
«Il fatto che si permettano que-

ste celebrazioni pubbliche è
una vergogna».
Come se lo spiega?
«Perché c’è un’ipocrisia di fon-
do: si considera che l’Eta non
ci sia più e quindi si finge di
non vedere la realtà».
L’organizzazione ha dichiara-
to il cessate il fuoco nel 2011
e il totale scioglimento nel
2019: lo Stato ha vinto, per-
ché mettere in discussione la
fine dell’Eta?
«Perché in tanti piccoli centri
vediamo che non è così. È vero
che qui a San Sebastián e a Bil-

bao ora è tutto diverso, ma ba-
sta andare pochi chilometri
più in là ed ecco che succedo-
no queste cose».
Chi sono quelli che manifesta-
no?
«Gente che ha una sorta di vo-
cazione per il terrorismo, ma
che non è stata abbastanza co-
raggiosa per militare nell’Eta.
Così questi vigliacchi si limita-
no a fare queste celebrazioni
oscene».
Sono tutti così gli abitanti di
quei paesi?
«No. In questi posti ci sono tan-
te persone che la pensano co-
me me. Hanno bisogno di tan-
ta forza per sopportare queste
situazioni».
Lo Stato cosa può fare?
«Intanto, per il momento le leg-
gi difendono le vittime e non i
carnefici. Quindi vanno appli-
cate. C’è un reato specifico di
“esaltazione del terrorismo”, è
il caso di intervenire. Ci sono i

video, le fotografie, le persone
che si sono rese protagoniste
di questi atti sono ben identifi-
cabili».
Esattamente 10 anni fa ci fu
l’ultimo attentato sanguina-
rio dell’Eta a Maiorca.
«Me lo ricordo molto bene, per-
ché per combinazione in quei
giorni mi trovavo proprio sull’i-
sola. A quell’epoca vivevo sot-
to scorta, così chiesi all’allora
ministro dell’Interno, Rubalca-
ba, di indicarmi un posto dove
potessi stare un po’ più tran-
quillo. Lui mi suggerì di anda-
re alle Baleari, che per ragioni
geografiche non sarebbero sta-
te colpite “i terroristi dovrebbe-
ro scappare da un’isola ed è
troppo complicato”, mi disse.
Il mio amico Alfonso si sbaglia-
va o era male informato, non
solo ci fu l’attentato, ma non si
riuscì mai a trovare i responsa-
bili».F.OLI. —
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AFP

NAZIONALISMI

FERNANDO SAVATER
FILOSOFO E SCRITTORE
SPAGNOLO

C’è un reato specifico
di esaltazione del
terrorismo che va
applicato, ma c’è
troppa ipocrisia

Il miliziano “Baldo”
che uccise 4 poliziotti
accolto con razzi e cori
dai suoi concittadini

I separatisti armati

L’Eta, acronimo di Euska-
di Ta Askatasuna (Paesi Ba-
schi e libertà) è un’organiz-
zazione terroristica la cui
attività è cominciata alla fi-
ne degli Anni ’50 con lo sco-
po di ottenere l’indipen-
denza dei Paesi Baschi. Do-
po aver provocato più di
800 morti, nel 2018 ha di-
chiarato lo scioglimento.

MARTEDÌ 30 LUGLIO 2019LASTAMPA 11
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