La Stampa - 30.07.2019

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INTERVISTA

ILARIO LOMBARDO
ROMA

P


ronto, Sandrò Gozì?
Ride Gozi a sentire il
suo nome storpiato,
con l’accento alla fran-
cese: «Ma ormai sono abitua-
to, mi chiamano così da quan-
do a 17 anni ho iniziato a fre-
quentare la Francia». Una fre-
quentazione che lo ha portato
a essere il primo italiano a se-
dere in due governi di due re-
pubbliche differenti. Gozi ri-
sponde dal suo ufficio all’Ho-
tel Matignon, palazzo del pri-
mo ministro, a Parigi, dove ha
passato la giornata a leggere
critiche e insulti partiti dai gial-
loverdi e da destra.
Ex sottosegretario Pd in Italia
con delega agli Affari Ue, già
candidato alle Europee in
Francia con il partito di Em-
manuel Macron, En Marche,
da oggi sarà il responsabile
delle politiche europee per il

governo francese. Cioè?
«Avrò l’incarico di monitorare
l’avvio della nuova legislatura
europea sia in relazione al Par-
lamento sia alla Commissione
Ue. Questa è una fase molto de-
licata e si aprono mesi decisivi
per dare forma alla strategia
europea dei prossimi anni».
A fine ottobre però lascerà
l’incarico per andare a sedere
tra gli eurodeputati.
«Al posto degli inglesi che di-
ranno addio a Bruxelles. Io so-
no formalmente eletto ma la
condizione, sin dal principio,
era che si realizzasse Brexit».
La stanno accusando di tutto,
persino di alto tradimento.
Hanno detto che è una noti-
zia che fa più male della testa-
ta di Zidane a Materazzi.
«Su quella testata forse Salvini
può rispondere meglio di me.
Perché nel 2006 lui si vantava
di tifare Francia. Io ho sempre
tifato e sempre tiferò Italia. In-
vece sull’alto tradimento... è
stato Buffagni, mi pare».
Sì, il sottosegretario M5S.

«Ha detto anche che è vomite-
vole che io lavori per Macron.
Spero allora che i suoi colleghi
del M5S a Bruxelles non voglia-
no avere nulla a che fare con il
nostro gruppo, Renew Europe
(ex Alde, ndr). So che stanno
ancora cercando apparenta-
menti. Questi attacchi nazio-
nalisti dimostrano che i nostri
valori sono agli antipodi ».
Ma come, i 5 Stelle hanno vo-
tato a favore della Von Der
Leyen alla Commissione Ue.
«Anche i polacchi di Kaczynski
e gli ungheresi di Orban lo han-
no fatto. Non è un buon moti-
vo per accoglierli nel gruppo».
Meloni ha annunciato un’in-
terrogazione contro di lei.
«Sono molto contento, così ve-
drà il divario tra il mio lavoro e
lo zero che hanno ottenuto i
suoi alleati di fatto del M5S e
della Lega. Per dire: io ho ridot-
to da 121 a 59 le infrazioni eu-
ropee. Loro sono già a 79».
Salvini si chiede se abbia fat-
to gli interessi italiani o fran-
cesi quando era al governo.

«Ci possiamo confrontare e ve-
diamo chi ha fatto di più per l’I-
talia. Partiamo dall’immigra-
zione magari, visto che non si
è presentato all’incontro dei
ministri dell’Interno europei».
Organizzato da Macron. For-
se per questo non è andato.
«Uno che dice che va in Euro-
pa a sbattere i pugni sul tavolo
almeno deve sedersi a quel ta-
volo. Invece lui scappa, per-
ché gli fa comodo non risolve-
re davvero il problema».
Ma non era meglio combatte-
re i populisti dall’Italia.
«Ho ricevuto le stesse critiche
in Italia e in Francia, dall’estre-
ma destra. Mi considero un uo-
mo di confine che lavora per
abbattere i confini della politi-
ca nazionale. Questo non vuol

dire addio agli Stati nazione,
ma che l’unico progetto euro-
peo è transnazionale, come è
quello di Macron ed era quello
di Marco Pannella. Dirò di più:
siamo noi i veri sovranisti».
Cosa?
«Solo un’Europa davvero so-
vrana e democratica ci permet-
terà di vincere molte sfide e di
tutelare i nostri interessi con-
tro gli Stati imperi continenta-
li, come Cina, India, Russia,
Usa. Europa potenza verde;
giustizia fiscale e sociale, pari-
tà di genere...sono le risposte
che si aspettano i cittadini.
Non le ricette nazionaliste che
sono solo autodistruttive. Ce-
dere alla chiusura significa la
fine della civiltà europea».—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Tav, avanti senza mozione a favore

L’Ue: bene la lettera, adesso il voto

La Lega rinuncia a inviare un testo: per l’approvazione non serve un atto formale

Di Maio: “Quando bisogna fare un accordo, ci dobbiamo sedere io, Conte e quell'altro”

Tensione con i Cinque Stelle anche sul decreto sicurezza bis

La Lega chiede che sia messa la fiducia sul voto in Senato

L’ultimatum di Salvini

“Se salta la Flat tax

il governo va a casa”

NUOVE PERQUISIZIONI nell’ambito dell’inchiesta della procura di milano

Lo strano mutuo dei due baristi amici di Siri


Il tunnel dell’alta velocità Torino - Lione a Saint Martin La Porte, in Francia

ANSA

SANDRO GOZI
RESPONSABILE
DELLE POLITICHE EUROPEE

AMEDEO LA MATTINA
ROMA

I

l fixing del governo arrive-
rà a settembre quando si
metterà mano concreta-
mente alla manovra eco-
nomica e la Lega metterà sul ta-
volo l’asso della flat tax che gli
esperti del partito puntano a
definire in tutti i suoi aspetti
entro pochi giorni. Nel frattem-
po Matteo Salvini non vuole
farsi rovinare le vacanze a Mi-
lano Marittima, ma Luigi Di
Maio sta facendo di tutto per
renderlo nervoso. La modalità
zen che cerca di vendere fuori
dal suo cerchio magico è solo
un modo per far cuocere l’al-

leato nel suo brodo sempre più
bollente. Nella Lega infatti è a
tutti chiaro che il capo dei 5
Stelle si trova in gravi difficol-
tà dopo la debacle elettorale al-
le Europee e il sì del premier
Giuseppe Conte alla Tav, con
la base in rivolta, Beppe Grillo
sempre più lontano e Alessan-
dro Di Battista che attende il
cadavere politico dell’amico
Luigi sulla riva del fiume.
Sono tanti, innumerevoli,
secondo i leghisti, i fatti che
provano il nervosismo e le gra-
vi difficoltà in cui naviga il ca-
po M5S: fa resistenza sull’auto-
nomia regionale, dice che la
flat tax è un oggetto misterio-
so, presenta al Senato una mo-
zione contro la Tav, dimenti-
cando che il governo ufficial-

mente ha dato il via libera.
Continua a ricordare che per
fortuna ci sono i grillini a fer-
mare il malaffare ovunque si
annidi, come «il bussiness di Si-
ri sull’eolico con la mafia»: lo

ha detto ieri a in una riunione
del Movimento a porte chiuse
con gli attivisti a Catanzaro, ag-
giungendo una perla che per
un momento, per usare un eu-
femismo, ha scosso la finta mo-
dalità buddista di Salvini.

Quando, sempre nella stessa
occasione di Catanzaro, ha det-
to che «a volte è costretto a su-
bire l'atteggiamento insoppor-
tabile della Lega»: «Ogni volta
che si deve approvare un prov-
vedimento, in Parlamento o in
Cdm, ci dobbiamo sedere a un
tavolo io, Conte e quell'altro là
e dobbiamo fare un accordo».
Quell’altro dalla spiaggia di
Milano Marittima ha risposto
ricordando che può non stare
simpatico ma un nome ce l’ha,
«mi chiamo Matteo». Lo staff
del vicepremier grillino cerca
di minimizzare : «Si e' solo con-
cesso un linguaggio piu' collo-
quiale in virtù della circostan-
za». Passano pochi minuti e il
diretto prende scrive un wha-
tsapp, quindi riservato, a
quell’altro: «Matteo, non te la
prendere per quella frase, pen-
siamo a governare il Paese».
Insomma, una cosa è quello
che si dice in pubblico, un’altra
quella che avviene dietro le
quinte. Così fanno un po’ tutti,
agitando crisi di governo che
per il momento non ci sarà, ma
che potrebbe accadere quando
si metterà mano a questioni ve-
ramente pesanti come le tasse,
sui conti dello Stato. Per i leghi-
sti quelli del grillino comunque
sono atteggiamenti sbalorditi-
vi, quasi fanciulleschi, il sinto-
mo, appunto, di una persona
che ha paura di perdere il con-
trollo del suo Movimento e cer-
ca di salvare il suo futuro politi-

co, nonostante Di Maio abbia
detto che dal punto di vista per-
sonale non ha nulla da perdere
da una crisi di governo perché
resterebbe comunque capo del
Movimento. Cosa tutta da veri-
ficare, ma è quello che ha detto
ieri agli attivisti M5S.
L’importante per il momen-
to è che la prossima settimana
vada in porto il decreto sicurez-
za bis. E’ vero che se dovessero
mancare i voti di una parte dei
senatori M5S ci sarebbe il soc-
corso dei Fratelli d’Italia e di
Forza Italia, ma Salvini vuole
evitare che ciò accada perché
non potrà far finta che nulla sia
successo. Allora si sta pensan-
do di mettere la fiducia sul prov-
vedimento nel caso dovessero
essere presentati tantissimi
emendamenti che farebbero ri-
schiare la mancata approvazio-
ne del decreto prima della pau-
sa estiva. Domani scadono i ter-
mini per presentare gli emenda-
menti e si vedrà il da farsi.
Insomma, alla fine Salvini è
convinto che il suo tanto desi-
derato decreto arriverà in por-
to e che la stessa autonomia po-
trà portarla in Veneto e in Lom-
bardia. Ma teme che la flat tax
avrà seri problemi sia a Palaz-
zo Chigi che al Mef. L’avverti-
mento dalla Lega è chiaro ed è
affidato al capogruppo del Se-
nato Riccardo Molinari: «Sen-
za flat tax potremmo non vota-
re la manovra». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

PAOLO COLONNELLO
MILANO
Evidentemente bastava la pa-
rola: Siri, inteso come Arman-
do, senatore ed ex sottosegre-
tario della Lega. Perché altri-
menti gli inquirenti non si spie-
gano come mai a due scono-

sciuti baristi milanesi, la Ban-
ca Agricola di San Marino ha
concesso un prestito di 600 mi-
la euro dopo che a presentarli
al direttore generale era anda-
to il capo della segreteria del
senatore leghista, Marco Luca
Perini. La società dei due bari-
sti, la Tf Holding, è stata per-
quisita ieri dalla Gdf su ordine
dei pm Spadaro e Ruta. Anche
questo prestito infatti, secon-
do gli ispettori antiriciclaggio,
non avrebbe dovuto essere
concesso data l’esiguità delle

garanzie, esattamente come
quello di 580 mila euro eroga-
to l’ottobre scorso a Siri per
l’acquisto di una palazzina a
Bresso, intetstaa poi alla figlia.
L’ipotesi di accusa è di autorici-
claggio.
Il finanziamento alla Tf Hol-
ding, sarebbe stato erogato no-
nostante i pareri negativi degli
organismi interni della banca,
scavalcati però da un interven-
to dei vertici dell’istituto di cre-
dito sanmarinese. I due bari-
sti-immobiliaristi infatti hanno

come principale attività immo-
biliare la gestione di due bar
sotto la stazione della Mm di
Rogoredo. In particolare del
Marilyn Cafè, comprato nel
2008 da una società, la Metro-
politan coffee and food srl che
prima di trasferirsi nel paradi-
so fiscale del Deleware (Usa)
era gestita, proprio da leghista
Siri. Il socio-barista della Tf Hol-
ding immobiliare si chiama Fio-
re Turchiarulo, così rivela il set-
timanale l’Espresso che alla vi-
cenda ha dedicato un servizio
nell’ultimo numero con sia le
relazioni sia della banca Cen-
trale di San Marino che degli
ispettori antiriciclaggio dell’A-
genzia d’informazione finan-
ziaria (Aif), trasmesse alla pro-
cura milanese. Istruttorie parti-

te dallo strano prestito a Siri, ri-
lasciato il 16 ottobre del 2018
senza alcuna garanzia ma solo
in virtù dell’allora carica rico-
perta di sottosegretario. E ora
c’è questo nuovo mutuo ottenu-
to appena nel marzo scorso del
barista Torchiarulo, il quale ha
dato come garanzia oltre alla
propria società (valore stimato
80 mila euro), l’affitto ottenuto
da un altro bar sempre a Rogo-
redo, valore 300 mila euro, già
ipotecato però presso un’altra
banca. Garanzie che non valgo-
no per i comuni mortali ma per
gli amici di Siri sì, visto che Tor-
chiarulo dichiara un reddito di


  1. 300 euro all’anno e il suo so-
    cio uno stipendio da barista da

  2. 300 euro al mese –
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ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Per la realizzazione della Tav
la strada è ormai in discesa, a
meno di sorprese. Anche a
Bruxelles c’è soddisfazione
per la decisione del governo
italiano: la Commissaria euro-
pea ai Trasporti Violeta Bulc
ieri ha fatto sapere di aver gra-
dito la lettera in cui il governo
italiano ha riaffermato il so-
stegno al progetto della Lio-
ne-Torino, Tav, «parte essen-
ziale del Corridoio Mediterra-
neo della rete europea
TEN-T». Tuttavia, a scanso di
equivoci, dichiara di attende-
re «un rapido voto di confer-
ma del Parlamento». Il riferi-
mento va al voto in Senato
previsto (ancora non ufficial-
mente) per il 7 agosto sulla
mozione depositata a Palaz-
zo Madama dal Movimento
Cinque Stelle.
Finora si pensava che ac-
canto alla mozione contraria
all’opera di M5S ce ne sareb-
be stata una della Lega a favo-
re della realizzazione del tra-
foro. Ma a quanto si appren-
de il Carroccio potrebbe non
presentare alcun testo, visto
che in realtà non serve formal-
mente alcun atto del Parla-
mento per dare il via a una de-

cisione già presa a suo tempo
dallo stesso Parlamento e dal
governo. Sicuramente ce ne
sarà una del Partito democra-
tico, a favore della Tav: come
spiega il capogruppo al Sena-
to Pd Andrea Marcucci, «non
vogliamo aiutare nessuno,
ma siamo a favore della Tav.
Presenteremo una nostra mo-
zione, e poi ogni forza politica
si prenderà la sua responsabi-
lità. In caso vorrà dire che la
Lega voterà la nostra».

Tutte schermaglie politi-
co-parlamentari che in realtà
nascondono le fortissime ten-
sioni nel governo e nella mag-
gioranza. In un audio registra-
to da una testata calabrese -
LaC News24 - durante un in-
contro di Luigi Di Maio con i
militanti locali, il vicepremier
grillino ha detto che «a volte
dobbiamo subire l'atteggia-
mento della Lega che è insop-
portabile. Ogni volta che si de-
ve approvare un provvedi-
mento, in Parlamento o in
Cdm, ci dobbiamo sedere a un
tavolo io, Conte e quell'altro
là, e dobbiamo fare un accor-
do». Salvini non ha gradito af-
fatto. Sulla Tav Di Maio e il mi-
nistro Danilo Toninelli gli chie-
dono perché abbia cambiato
idea. «La Lega era no Tav - so-
stengono - oggi da sola non ha
i numeri per fare passare la
Tav: dovrà usare i voti del Pd;
ma se userà i voti del Pd per fa-
re un favore a Macron dovrà
spiegarlo ai suoi elettori».
Sullo sfondo, la partita deli-
catissima dei numeri parla-
mentari. Al Senato la maggio-
ranza gialloverde avrebbe so-
lo 163 voti, due in più rispet-
to ai 161 richiesti; ma all’ulti-
ma fiducia, il 27 giugno scor-
so, si fermò a quota 158 voti.
Sulla Tav a questo punto vote-
ranno certamente contro l’o-
pera i 106 senatori pentastel-
lati; sul versante opposto ci
saranno i 57 leghisti (Bossi
non c’è), i 60 di Forza Italia, i
18 di Fratelli d’Italia, e proba-
bilmente i 52 del Pd. Parados-
salmente, una maggioranza
in Senato pro-Tav potrebbe
coagularsi proprio intorno al-
la mozione annunciata dal
Partito Democratico. Un favo-
re, almeno tattico, per Mat-
teo Salvini. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Sulla Tav deciderà
il Parlamento,
ma non è questo
il principale
problema italiano

LE SPINE DEL GOVERNO

Olimpiadi

un giallo

il forfait

di Giorgetti

DANILO TONINELLI
MINISTRO INFRASTRUTTURE
E TRASPORTI

Sono vomitevole?
Spero che Buffagni
e i 5S non bussino
al nostro gruppo
liberale a Bruxelles

Sandro Gozi, 51 anni, ex sottosegretario del Consiglio del governo Renzi, con Macron, 41 anni

Per la Francia avrò
l’incarico
di monitorare l’avvio
della nuova
legislatura europea

scuola

Via libera del Mef
all’assunzione
di oltre 53 mila prof

FRANCESCO BEI

IL PUNTO

Qualcosa non sta an-
dando per il verso giu-
sto nel comitato orga-
nizzatore del Giochi Olim-
pici invernali. Dopo la vitto-
ria di Milano e Cortina,
sembra che tutto si sia fer-
mato. Domani a palazzo
Chigi i governatori di Lom-
bardia e Veneto, più il sin-
daco Sala, si sarebbero do-
vuti incontrare con Gian-
carlo Giorgetti per decide-
re quale veste giuridica da-
re al comitato organizzato-
re. Ma il sottosegretario ha
fatto sapere che non ci sa-
rà. Dai suoi trapela che
Giorgetti «aspetta una pro-
posta», poi a fine mese si ti-
reranno le somme. In vista
della nomina a settembre
dell’amministratore dele-
gato, che sia il nome del
prescelto a impedire un ac-
cordo? Al Cio intanto aspet-
tano una risposta dall’Ita-
lia entro il 31 luglio...

Stiamo lavorando
a tante altre
infrastrutture
importanti, specie
al Sud e in Calabria

SANDRO GOZI Ex sottosegretario di Renzi, ora nell’esecutivo francese


Critiche e insulti da M5S e destra. Lui: “Sui migranti Salvini scappa”


“Nel governo a fianco di Macron


sono un sovranista d’Europa


Il nazionalismo è distruttivo”


Matteo Salvini ieri al funerale del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega

RETROSCENA

L’sms di Di Maio:
“Matteo, non te la
prendere, pensiamo
a governare il Paese”

LAPRESSE

Il Ministero dell'Economia e
delle Finanze ha dato il via li-
bera all'assunzione di
53.627 docenti dopo la ri-
chiesta in tal senso avanzata
dal ministero dell'Istruzione
il mese scorso. Ieri a Palazzo
Chigi è arrivata anche la fir-
ma dell'accordo fra il mini-
stero dell'Istruzione, la Ban-
ca Europea per gli Investi-
menti (Bei), la Banca di Svi-
luppo del Consiglio d'Euro-
pa (Ceb) e Cassa Depositi e
Prestiti (Cdp) in materia di
edilizia scolastica. L’accor-
do prevede un miliardo e
mezzo di euro per interventi
di ristrutturazione, messa in
sicurezza, adeguamento al-
le norme antisismiche, effi-
cientamento energetico e
nuova costruzione di edifici
scolastici

LE SPINE DEL GOVERNO

I beneficiari dei 600 mila
euro erogati da una banca
di San Marino sono due
sconosciuti milanesi
“Non avevano garanzie”

Armando Siri

MARTEDÌ 30 LUGLIO 2019 LASTAMPA 9
PRIMO PIANO

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