Il Sole 24 Ore - 30.07.2019

(Steven Felgate) #1

2 Martedì 30 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore


Primo Piano


Carmine Fotina


Giorgio Pogliotti


ROMA


L’estensione della decontribuzione


per le nuove assunzioni oltre il ,


con un meccanismo decrescente, è la


principale novità dell’agenda del go-


verno per il Mezzogiorno emersa ieri al


tavolo convocato a Palazzo Chigi con le


parti sociali in vista della manovra.


A questo secondo incontro con una


trentina di parti sociali convocate in


orari diversi, dopo il primo dedicato al


fisco la settimana scorsa, per il gover-


no erano presenti oltre al premier Giu-


seppe Conte, il ministro dell’Econo-


mia Giovanni Tria, il vicepremier Lui-


gi Di Maio, il ministro per il Sud Barba-


ra Lezzi e per la Lega il sottosegretario


al Lavoro Claudio Durigon. Un vertice


in cui l’esecutivo ha più che altro volu-


to ascoltare le posizioni delle parti so-


ciali, anche se ha indicato alcune linee


di azione. Ad esempio si è discusso


della difficoltà di accesso al credito da


parte delle imprese, soprattutto le


Pmi, e a questo proposito Tria ha fatto


riferimento al progetto di aggregazio-


ne delle banche meridionali. L’idea di


una banca ad hoc per il credito al Sud



  • dicono i sindacati - sarebbe stata ci-


tata dal ministro Tria in risposta alla


sollecitazione della Uil, con il segreta-


rio generale Carmelo Barbagallo, per


una «Cassa del Mezzogiorno .» (già


oggi comunque, va ricordato, esiste


una Banca per il Mezzogiorno a con-


trollo pubblico, sotto Invitalia).


La proposta di un «piano per il


Mezzogiorno» è affiorata nelle setti-


mane scorse nel pieno della polemica


tra Lega e MS sull’autonomia regio-


nale. Per i pentastellati un pacchetto


di interventi specifici per il Mezzo-


giorno servirebbe in qualche modo a


dare garanzie di fronte al processo vo-


luto fortemente dal Carroccio. Dal
canto suo Tria ha spiegato che l’inten-

zione è quella di elaborare un mix di


misure interconnesse tra loro e non
provvedimenti isolati, partendo dal-

l’analisi di quanto c’è già in campo.


In questo ambito il ministro Lezzi ha
annunciato che sul bonus Sud per le

assunzioni con contratto a tempo in-
determinato degli under  e dei di-

soccupati, attualmente pari a .


euro, potrebbe esserci un ulteriore in-
contro per metterne a punto la proro-

ga. «Io immagino che al di là del ,


la decontribuzione possa essere una
misura distribuita su più anni, ma de-

crescente», ha detto.


Il governo non si sarebbe impe-
gnato, almeno per ora, sul credito di

imposta per gli investimenti, in sca-


denza a fine , fortemente voluto
da imprese e sindacati. Lo sollecita

Confindustria, che per voce del presi-


dente Vincenzo Boccia ha anche insi-
stito sull’utilizzo virtuoso dei fondi di

coesione, sull’avvio di un piano di in-


frastrutture e l’apertura dei cantieri
bloccati da anni. Un piano d’inclusio-

ne dei giovani nel mondo del lavoro,
attraverso la decontribuzione dei pri-

mi tre anni di contratto a tempo inde-


terminato è un’altra delle richieste di
Confindustria che sul progetto di au-

tonomia differenziata ha ribadito che


può rappresentare un fattore di effi-
cienza e competitività per i territori

interessati e per l’intero paese, purché


venga tutelata l’unità nazionale.
Da parte dei sindacati, il leader del-

la Cgil, Maurizio Landini, ha chiesto al


governo di «bloccare il progetto di au-
tonomia differenziata», sostenendo

che «questo paese è già abbastanza


diviso, non c’è bisogno di dividerlo ul-
teriormente». Per la numero uno del-

la Cisl, Annamaria Furlan, «serve una


scossa forte nel Mezzogiorno. Ci vuole
un piano straordinario, coinvolgendo

tutti i ministeri e tutto il governo, op-


portunamente finanziato ma anche la
capacità di realizzazione dei proget-

ti». Destinare al Sud almeno il %


della spesa, migliorare l’efficacia dei
fondi europei, rilanciare gli incentivi

occupazionali sono le richieste di Al-


leanza delle Cooperative.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

ZONE ECONOMICHE SPECIALI


Incentivi per le Zes ancora fermi


allo studio l’estensione al Nord


L’estensione (in manovra)


cancellerà il vantaggio


specifico per il Mezzogiorno


ROMA

L’estensione al Centro-Nord del regi-


me delle zone economiche speciali


non era un tema al centro del tavolo di
ieri, ma già da alcuni mesi aleggia co-

me una contraddizione nelle politi-


che per il Mezzogiorno. Nel parere
tecnico a un emendamento presenta-

to a maggio al decreto crescita, il mi-


nistero del Sud bocciava l’allarga-
mento delle norme di favore «in

quanto in contrasto con l’obiettivo del


decreto legge  del  (decreto
Mezzogiorno, ndr) che ha introdotto

lo strumento delle Zes per colmare il


gap tra Nord e Sud».
Dopo il parziale allineamento che

c’era stato con la legge di bilancio


, limitato agli aspetti di semplifi-
cazione burocratica delle cosiddette

zone logistiche semplificate, si era


aperto un lungo negoziato per l’allar-
gamento della ambita misura fiscale,

cioè il credito di imposta maggiorato


per investimenti fino a  milioni.
Il  luglio, rispondendo in un que-

stion time alla Camera, il ministro del


Sud Barbara Lezzi ha sancito l’aper-
tura al Centro-Nord: «A settembre

procederemo con la modifica della
norma primaria in cui verrà discipli-

nata l’istituzione di una Zes, la sua


durata, i criteri generali per l’identifi-
cazione e la delimitazione dell’area,

nonché i criteri che ne disciplinano


l’accesso». In prima linea la Zes che
raggrupperebbe Venezia, con l’area

di Porto Marghera, e le zone ammis-


sibili di Rovigo.
L’estensione non è in contrasto

con le norme europee. Anche al Nord


infatti alcune delimitate aree possono
entrare nel regime - sulla base delle

deroghe previste dall’articolo  del


Trattato - se incluse nella Carta degli
aiuti di Stato a finalità regionale. Più

che una battaglia giuridica, l’esten-


sione prefigura semmai la perdita di
un vantaggio competitivo. Trasfor-

mare da meridionale a nazionale lo


strumento e l’ “idea” stessa di Zes po-
trebbe privare il Mezzogiorno, ad

esempio, di un canale preferenziale


nelle operazioni di attrazione di inve-
stimenti esteri. Vale la pena ricordare

che il vicepremier e ministro dello


Sviluppo economico Luigi Di Maio in
più di un’occasione ha parlato di con-

tatti con investitori cinesi - diretta-


mente con la National development
and reform commission - e degli

Emirati Arabi Uniti per parlare delle
opportunità delle Zes al Sud.

L’estensione preannunciata dal


ministro Lezzi dovrebbe concretiz-
zarsi nella manovra d’autunno con

uno stanziamento aggiuntivo rispet-


to a quello inizialmente destinato al-
le dodici zone previste al Sud. Per il

momento però il regime è pratica-


mente fermo. Sono solo tre le Zes che
hanno completato il loro percorso

istitutivo: quelle della Campania e


della Calabria e la zona Ionica a ca-
vallo tra Puglia e Basilicata. In tutti gli

altri casi le regioni marciano a rilen-


to, tra varie sollecitazioni mosse dal


ministero del Sud. E per giunta man-


cano ancora un ultimissimo passag-
gio con la Commissione Ue, il codice

tributo dell’agenzia delle Entrate e il
relativo formulario per consentire

alle aziende l’effettiva fruizione del


credito di imposta.
D’altro canto se la griglia burocra-

tica fosse già pronta, le aziende delle


tre zone già istituite potrebbero da
sole esaurire o fortemente ridurre la

dote piuttosto esigua dei  milioni


disponibili. E lo stesso potrebbe acca-
dere con i  milioni inseriti nel de-

creto crescita per favorire nelle mede-


sime aree operazioni di venture capi-
tal. Con il risultato che, quando final-

mente avranno completato le loro


istruttorie, le rimanenti Zes si trove-
rebbero tagliate fuori dal beneficio. Il

governo paradossalmente potrebbe


preferire aspettare che tutte le Zes si-
ano pronte. Oppure potrebbe intro-

durre una ripartizione delle risor-


se: «Voglio fare una ponderazione sul
credito di imposta e sui  milioni

per le nuove imprese, le Regioni che


sono già partite non è giusto che ven-
gano frenate» le parole del ministro.

—C.Fo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CROLLO DEGLI INVESTIMENTI


Investimenti ssi lordi totali per ripartizione 1995-2016.


Valori concatenati - anno di riferimento 2010 - indice 1995=


OCCUPATI DI NUOVO IN CALO


Variazione congiunturale degli occupati dal I trim. 2018 al I trim. 2019. Valori in percentuale


ARRETRA L’EXPORT


Quote percentuali sulle esportazioni totali


145

135

125

115

105

95

85

75

5,

2,

0

-2,

Centro-NordCentro-Nord


Italia


Mezzogiorno


1995 2000 2005 2010 ’


I trim. 2018II trim. 2018III trim. 2018IV trim. 2018I trim. 2019


Italia
Nord-Occidentale

Italia
Nord-Orientale

Italia
Centrale

Mezzogiorno



Fonte: elaborazione Conndustria e SRM su dati Istat

Fonte: elaborazione Conndustria e SRM su dati Istat

Fonte: elaborazione ICE su dati Istat

MEZZOGIORNO CENTRO-NORD

1998 2008 2018

-2,4-2,


-2,1-2,


-1,1-1,


4,44,


2,02,


-0,6-0,6 -0,6-0,


-0,1-0,


45

30

15

0

-2,2-2,


-0,2-0,


Le debolezze del Mezzogiorno


Sud, spunta la proroga bonus


per gli assunti oltre il 2020


Il tavolo parti sociali. Il Governo studia un polo per facilitare il credito alle imprese.


Confindustria: «Più sostegno agli investimenti privati e rilancio delle infrastrutture»


Annamaria
Furlan. Per il

segretario


generale Cisl
«serve una

scossa forte nel


Mezzogiorno. Ci
vuole un Piano

straordinario,


coinvolgendo
tutti i ministeri e

tutto il Governo»


Le imprese.


Al tavolo sul Sud
ieri il presidente

di Confindustria,


Vincenzo Boccia.
Tra le priorità

credito d’imposta


sugli
investimenti,

infrastrutture e


un piano
d’inclusione

giovani nel


mondo del lavoro


L’incontro a
Palazzo Chigi.
Da sinistra i

ministri Barbara


Lezzi e Giovanni
Tria, il presidente

del Consiglio


Giuseppe Conte
e il vicepremier

Luigi Di Maio


IMAGOECONOMICA

PUBBLICATO IN GAZZETTA


Fondo innovazione, ok a decreto


Pubblicato il decreto


interministeriale atteso come uno


degli ultimi tasselli per far partire
il «Fondo nazionale innovazione».

Il provvedimento (Gazzetta


ufficiale n.  del  luglio)
stabilisce che gli investimenti

delle risorse del Fondo di sostegno
al venture capital negli organismi

di investimento collettivo del


risparmio sono effettuati da parte
del ministero dello Sviluppo nel

rispetto delle condizioni previste


dal «test dell’operatore in
un’economia di mercato».

I fondi per il venture capital in


cui può investire lo Stato a loro


volta devono investire
esclusivamente nel capitale di

rischio di Pmi con elevato
potenziale di sviluppo ed

innovative, non quotate in mercati


regolamentati, che si trovano nella
fase di sperimentazione (seed

financing), di costituzione (start-


up financing), di avvio dell’attività
(early-stage financing) o di

sviluppo del prodotto (expansion,


scale up financing).
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un’attesa


eXtracomoda


in VIP Lounge


Acquista il tuo ingresso su


romeairports.com


Un’attesaUn’attesa


eXtracomodaeXtracomoda


in VIP Loungein VIP Lounge


Acquista il tuo ingresso su Acquista il tuo ingresso su


romeairports.comromeairports.com


VIP


Lounge


Fast


Track


easy


Parking

Free download pdf