Il Sole 24 Ore - 30.07.2019

(Steven Felgate) #1

8 Martedì 30 Luglio 2019 Il Sole 24 Ore


Economia & Imprese


Produzione ex-Ilva in caduta,


sul porto l’incognita dei turchi


CRISI DI TARANTO


L’approvvigionamento


di materie prime in crisi


frena la produzione


È a rischio l’obiettivo


di cinque milioni


di tonnellate di acciaio


Domenico Palmiotti


Sarà un’estate “calda” per Arcelor-


Mittal a Taranto, alle prese con la


difficile gestione del complesso si-


derurgico preso in fitto, prima del-


l’acquisto definitivo, da Ilva in am-


ministrazione straordinaria. Come


a luglio di sette anni fa, quando la


Procura ordinò il sequestro senza


facoltà d’uso dell’area a caldo con


l’accusa di disastro ambientale, vi-


cenda da cui si è originata la crisi


che ancora non si riesce a chiudere,


diversi sono i fronti aperti: funzio-


namento e sicurezza degli impian-


ti, cassa integrazione, avviata dallo


scorso  luglio, per  settimane,


per  addetti su  assunti a


Taranto, intervento della Magi-


stratura. Il tutto compreso tra un


evento drammatico (la morte del


gruista Cosimo Massaro, che il 


luglio, a causa di una tromba d’aria


abbattutasi sul quarto sporgente


portuale, è finito in mare con la


stessa gru) ed un futuro a breve che


resta nebuloso. ArcelorMittal ha


infatti paventato il disimpegno da


Taranto dal  settembre prossimo


se la norma che sopprime l’immu-


nità penale per il piano ambientale,


introdotta dal dl “Crescita”, non


verrà modificata. In più, c’è il riesa-


me dell’Autorizzazione integrata


ambientale da parte del ministro


Sergio Costa, su richiesta del sin-


daco di Taranto, che porterà a pre-


scrizioni più stringenti.


L’approvvigionamento. È la
questione che si impatta sull’im-

mediato poichè senza il riforni-


mento costante di minerali, gli alti-
forni non possono funzionare. Pri-

ma della tragedia al quarto spor-


gente, è qui che ArcelorMittal
scaricava le materie prime in quan-

to la profondità dei fondali, circa 


metri, consente l’attracco di navi di
grandi dimensioni. A seguito della

morte di Massaro, il quarto spor-


gente (reso già inagibile dalla
tromba d’aria) è stato sequestrato

dalla Procura che, con l’ipotesi di


reato di omicidio colposo, ha iscrit-
to nove persone nel registro degli

indagati. Fra questi, figura Michel


Van Campe, manager ArcelorMit-
tal, direttore dell’area a caldo di Ta-

ranto. Out, quindi, il quarto spor-


gente, l’azienda ha dovuto cercare
nuovi approdi per non rimanere a

secco. Uno l’ha trovato già. Ed è una


parte del molo polisettoriale dove
l’impresa Italcave, con propri mez-

zi e personale, scarica i minerali e li
trasporta in fabbrica per lo stoccag-

gio. Sinora banchina pubblica, il


polisettoriale da oggi sarà affidato
in concessione dall’Autorità por-

tuale al gruppo Yilport che vi ripor-


terà gradualmente i traffici merci e
container. Cambia quindi lo “sta-

tus” del molo e siccome Arcelor-


Mittal ne ha chiesto l’uso per tre
mesi, ora si tratta di rendere com-

patibili sulla stessa banchina le


presenze della multinazionale si-
derurgica con quella del terminali-

sta turco. ArcelorMittal, in vero, sta


cercando di rimettere in attività an-
che il secondo sporgente, che come

il quarto è adibito allo scarico mi-


nerali (mentre dal terzo e dal quin-
to si imbarcano i semilavorati), solo

che il nodo della sicurezza delle gru


qui installate non è stato ancora
sciolto. Fim, Fiom e Uilm hanno

chiesto che alle nuove verifiche di


sicurezza in programma oggi assi-
stano anche l’Arpa Puglia e lo Spe-

sal, il servizio Asl per la sicurezza
sul lavoro. Nell’attuale, delicata fa-

se (dopo l’incidente mortale, i grui-


sti non sono più risaliti sulle mac-
chine anche perché un episodio

analogo c’era già stato a novembre


), i sindacati non ritengono
sufficienti le prove fatte da aziende

terze, sebbene certificate. Su ma-
nutenzioni e sicurezza va aggiunto

che una task force azienda-Fim,


Fiom e Uilm ha messo sotto la lente
tutte le aree dello stabilimento e in-

dividuato gli interventi da fare,


molti dei quali dovrebbero essere
aggiuntivi ai piani presentati.

Materie prime. A oggi il livello di


materie stoccate nel parco minerali
ammonta a circa mila tonnella-

te tra minerali, fossili e coke, uno


stock ritenuto ragionevole che non
mette a rischio lo stabilimento. An-

che perché si conta sullo sblocco a


breve del secondo sporgente por-
tuale. Va detto che il fabbisogno

cambia da materiale a materiale.


Ad esempio, per la marcia di alme-
no due altoforni c’è necessità di

scaricare mila tonnellate al gior-


no di materie prime. Attualmente
se ne riescono a scaricare mila

dal polisettoriale. Col secondo
sporgente operativo, se ne potran-

no scaricare mila.


Produzione. Degli altiforni ope-
rativi - ,  e  -, nessuno ora sta

producendo regolarmente visto


l’attuale ingresso di materie prime.
A cui si somma la crisi di mercato

che ha portato a rallentare la marcia


di Taranto (ultimo impianto ferma-


to, giorni fa, il Treno Nastri ) e a


mettere in cassa integrazione 
lavoratori. Ora sono in funzione, in

modo alternato, tre altoforni con


una produzione giornaliera di
mila tonnellate di ghisa. Un livello

ridotto rispetto sia alle potenzialità


dell’impianto, sia al dato ultimo
della gestione commissariale con

. tonnellate al giorno. In que-


sto quadro di marcia ridotta, da ve-
dere se sino alla fine dell’anno Ar-

celorMittal riuscirà a centrare


l’obiettivo di produrre  milioni di
tonnellate.

Altoforno . La Procura lo ha


messo di nuovo sotto sequestro e
ha incaricato il custode giudiziario

di avviarne lo spegnimento (tempo


calcolato, due mesi). Il sequestro è
scattato dopo che il gup ha respinto

l’istanza di dissequestro avanzata


da Ilva in as. Motivo: non sono stati
fatti tutti i lavori di sicurezza pro-

spettati dopo l’incidente mortale di
giugno . Ilva in as ha presenta-

to all’autorità giudiziaria istanza


per fare i nuovi lavori e scongiurare
così lo spegnimento dell’impianto.

ArcelorMittal non ha ancora for-


malmente presentato alcuna istan-
za ma starebbe facendo i suoi passi

nei confronti della Magistratura.


Immunità. Il ministro Luigi Di
Maio, lo scorso  luglio, ha promes-

so una norma interpretativa-cor-


rettiva di quanto inserito nel dl
“Crescita”. Questo per evitare che

ArcelorMittal si disimpegni assicu-


rando alla multinazionale che se at-
tuerà il piano ambientale nei tempi

e modi previsti, non dovrà temere


nulla, soprattutto in relazione al
passato della fabbrica. Il Mise sta-

rebbe lavorando alla norma che do-


vrebbe vedere la luce nelle prossi-
me settimane. Ma è un lavoro per

ora sotto traccia. Anche perché la


questione è delicata anche nel rap-
porto con Taranto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ruolo del porto di Taranto. La difficoltà di approvvigionamento della ex-Ilva


BLOOMBERG

Accordo modello per San Marco


CONTRATTAZIONE


Per le  figure professionali


individuate più formazione


e un premio alla versatilità


Barbara Ganz


VENEZIA

Un accordo sindacale che migliora


quanto già previsto dal contratto na-
zionale, e affronta in modo innovativo

il tema degli inquadramenti profes-


sionali, dell’evoluzione delle compe-
tenze e della formazione.

La firma è quella di San Marco


Group, azienda leader in Italia nel
mondo delle pitture e vernici per l’edi-

lizia professionale con un fatturato


consolidato di  milioni e il % di
export, base a Marcon, Venezia, e il

sindacato Femca Cisl. Il contesto è la


« continua evoluzione tecnologica e la
necessità di rispondere prontamente

alle richieste del mercato: sono osta-
coli che le aziende possono superare

solo se supportate da un modello par-


tecipativo dei dipendenti, che incenti-
vi il loro “saper fare” e che meglio ri-

sponda alle loro aspettative e ambi-


zioni», spiega in una nota l’azienda,
da tempo all’avanguardia sui temi del

welfare. Si inizia con i  dipendenti


della Spa madre: «L’accordo è il punto
di arrivo di un percorso condiviso du-

rato  anni, in cui abbiamo analizzato


e discusso ogni ruolo aziendale» spie-
ga Mariluce Geremia, vicepresidente

e responsabile risorse umane di San


Marco Group. Alla fine sono state in-
dividuate  tipologie di figure pro-

fessionali in base a parametri oggetti-


vi quali anzianità, competenze, auto-
nomia, leadership, ben oltre la classi-

ficazione standard: «Per ciascuna


abbiamo definito e articolato un per-
corso di crescita interno che si svilup-

perà attraverso l’impegno di ciascun


lavoratore, la formazione e l’acquisi-
zione di esperienza». Tramite il job

posting i lavoratori potranno candi-
darsi per un nuovo ruolo e, se ritenuti

idonei, saranno inseriti in un percorso


formativo a totale carico dell’azienda.
L’accordo affronta anche il tema della

polivalenza: in sostanza, in un’ottica


di crescita aziendale e di continuo mi-
glioramento, viene premiato chi af-

fianca alla propria specializzazione


una visione più ampia delle funzioni,
con la capacità di coprire diversi ruoli

per far fronte alle necessità imposte


dalle richieste del mercato.
Per Alberto Cavallin di Femca Cisl

«l’elemento più rilevante è la dinami-


cità professionale, ovvero l’aver mes-
so le basi per la costituzione di un mo-

dello professionale in continua evolu-


zione che permetterà a tutti i lavora-
tori di veder riconosciuto il proprio

impegno - spiega -. Auspichiamo che
questo accordo possa stimolare una

diffusa contrattazione sulla profes-


sionalità, rispondendo alle richieste
sia dei lavoratori che delle aziende».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Perla sospende le 126 mobilità


TAVOLO AL MISE


L’azienda di lingerie pronta


a presentare ai sindacati


un nuovo piano industriale


La Perla sospende la procedura di


mobilità per  addetti e riapre il con-
fronto con i sindacati. Ieri al Ministero

dello Sviluppo economico, al tavolo


presieduto da Giorgio Sorial (Vice Ca-
po di Gabinetto), hanno partecipato i

rappresentanti dell’azienda, degli en-


ti locali e le sigle sindacali. L’ammini-
stratore delegato della società, Pascal

Perrier, ha sottolineato che la crisi va
ormai avanti da molti anni e il rilancio

dell’azienda non potrà che passare at-


traverso un cambiamento del model-
lo di business, per poter riposizionare

il marchio nel settore della lingerie di


lusso, core business del gruppo.
Sorial ha chiesto all’azienda di

«presentare al più presto un piano in-
dustriale che restituisca dignità a una

regione e a un marchio legato al-


l’identità del territorio». Per questo
serve sospendere «la procedura di li-

cenziamento collettivo» e mettere in


campo «tutti gli strumenti a disposi-
zione per salvaguardare i livelli occu-

pazionali e produttivi dello stabili-
mento». Al termine dell’incontro

l’azienda ha accettato di «sospendere


la procedura di licenziamento per le
 lavoratrici dello stabilimento di

Bologna fino alla convocazione del


prossimo tavolo», spiega una nota
del Mise, per poter consentire al ma-

nagement di lavorare al piano indu-


striale che verrà presentato già nei
prossimi giorni ai sindacati in sede

locale e avviare un dialogo con le or-


ganizzazioni sindacali, in disconti-
nuità con quanto fatto finora e con

l’obiettivo di cercare delle soluzioni


per salvaguardare i lavoratori.
Sonia Poloni, segretaria nazionale

della Filctem Cgil, considera la so-


spensione della mobilità, un primo ri-


sultato positivo, anche se parziale, in
questa vertenza. Già da mercoledì, si

svolgerà in sede aziendale il primo


confronto tra i consulenti dell’azien-
da e i sindacati per capire quali posso-

no essere gli strumenti più efficaci per


affrontare questa delicata situazione
che« secondo noi - dice Poloni - non

si deve risolvere con una procedura di


mobilità». Le istituzioni locali si sono
dette pronte a fare la propria parte.

L’assessore alle Attività Produttive


dell’Emilia Romagna, Palma Costi, ha
spiegato che «sia come Regione che

come Comune di Bologna, abbiamo


detto che siamo disponibili ad accom-
pagnare azienda e lavoratori in un

percorso che non deve prevedere li-


cenziamenti ma un piano industriale
vero, di rilancio produttivo di uno dei

marchi più belli al mondo. Noi, quindi


siamo impegnati solo su questo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI DELLA CRISI


TONNELLATE DI GHISA


1400
I dipendenti in cig

Sono 1400 i dipendenti che


dall’1 luglio scorso sono
finiti in cassa integrazione

ordinaria a causa della crisi


di mercato. Vi resteranno
per un periodo di 13

settimane salvo proroghe


che non sono da escludersi
visto che per ora il mercato

dell’acciaio non accenna a


riprendersi. I 1.400 vanno
calcolati su un organico a

Taranto di 8.200 assunti


dall’1 novembre, con la
gestione commissariale gli

addetti erano circa 10.800.


IN CASSA INTEGRAZIONE


700mila
tonnellate necessarie

Sono 700mila le tonnellate di


materie prime, necessarie ad
alimentare la fabbrica, oggi

stoccate nel parco minerali.


Un livello per ora adeguato
all’attivita alternata dei tre

altoforni. Il sequestro del


quarto sporgente portuale,
dopo la tromba d’aria e la

morte di un gruista, ha ridotto


l’approvvigionamento del
siderurgico, oggi attestato su

10.000 tonnellate al giorno di


materie prime scaricate su
una banchina esterna alla

fabbrica: il molo polisettoriale.


MATERIE PRIME


5milioni


Il target di produzione


L’ex-Ilva per il 2019 ha


l’obiettivo di produzione di 5


milioni di tonnellate di acciaio


9mila
La produzione giornaliera

Sono 9mila le tonnellate di


ghisa che producono i tre
altoforni a Taranto. Un dato

che risente sia della minore


capacità di
approvvigionamento di

materie prime da parte dello


stabilimento, sia della crisi di
mercato che ha portato

l’azienda a rallentare la


produzione. L’ultimo dato
produttivo dalla gestione

commissariale era 12.


tonnellate al giorno. E in
precedenza si toccavano le

13mila tonnellate.

Free download pdf