Il Fatto Quotidiano - 31.07.2019

(sharon) #1

14 »ESTERI |IL FATTOQUOTIDIANO |Mercoledì 31 Luglio 2019


»MASSIMO ALBERIZZI


Malindi

È


cominciata la sfilata di
testimoni (una trenti-
na) al processo per il
rapimento di Silvia
Romano. In realtà i processi
sono due. Alla sbarra in quello
di ieri Moses Luari Chende,
un keniota giriama, e Abdulla
Gababa Wari, anche lui kenio-
ta, ma della tribù orma (quella
accusata di aver organizzato il
sequestro) di origine somala.
Un terzo inquisito, Ibrahim A-
dan Omar, sarà giudicatoa
parte in un altro caso il cui pro-
cesso inizierà il 19 agosto. Se-
condo gli inquirenti è stato
catturato in un’altra operazio-
ne e trovato in possesso di ar-
mi da fuoco.


L’UDIENZA DI IERI si è svolta in
swahili difficile (anzi impossi-
bile)quindi da seguire, nono-
stante alcuni interpreti messi
a l l’opera dal Fatto Quotidia-
no. I due indiziatierano pre-
senti: Abdulla Gababa Wari,
veniva dal carcere dove è rin-
chiuso, Moses Luari Chende
invece è arrivato con le sue
gambe. Secondo gli atti a di-
sposizione era stato arrestato
ma è stato rilasciato dopo aver
pagato un’ingente cauzione:
tre milioni di scellini, l’equiva -
lente di 25 mila euro. Una cifra
enorme da queste parti, dove il
salario medio sfiora i mille eu-
ro all’anno. Alcuni giornalisti
kenioti al processo si doman-
davano come Moses avesse
potuto raccogliere quella
montagna di denaro. Un inter-
rogativo che fa supporre che ci
sia qualcuno diricco e forse
importante dietro la manova-
lanza che ha compiuto il se-
questro. Qualcuno che ha or-


K E N YA

Processo Romano, su tre

accusati uno è già libero

Ieri a Malindi la prima udienza per il rapimento della cooperante italiana

dinato il rapimento e ora paga
la cauzione. Ma ora potrebbe
farlo tacere per sempre. Ieri
nell’aula giudiziaria sono state
portate due motociclette mo-
strate ai testimoni, tra i cui M-
cDonald, il capo villaggio di
Chakama, dove Silvia lavorava
edè stata rapita. Sono quelle
con cui i banditi sono arrivati e
con le quali dovrebbero essere
andati via con la ragazza. Do-
vrebbero, condizionale d’ob -
bligo, perché qualcuno ha rac-
contato invece che l’ostaggio è
stato portato via
a spalla. La pub-
blica accusa è af-
fidata a una don-
na, Alice Ma-
thangani, che ha
incalzato i testi-
moni con do-
mande precise e
pertinenti. An-
che la giudice, si-
gnora Dr. Julie
Oseko, sembrava
s od d i sf a t ta ,
mentre l’avvoca -
to di Moses, una
signora elegantissima con
scarpe tacco 15, sembrava
piuttosto contrariata. Il parti-
colare delle scarpe non vuol
essere un pettegolezzo ma un
dettaglio che indica come la
parcella della legale debba es-
sere piuttosto consistente. Al-
la mia richiesta di parlare con
il suo assistito ha acconsentito,
ma alla prima domanda: “A chi

avete consegnato Silvia?”, gli
ha intimato di non rispondere
e ditroncare la brevissima
conversazione.

L’AULA DEL TRIBUNALEdove si
è svolta l’udienza era piena di
gente. Ma c’erano solo due
bianchi: oltre a me, il corri-
spondente della Rai. Ci sarem-
mo aspettati di vedere qualche
diplomatico italiano o qualcu-
no dei carabinieri del Ros o
magari uno degli uominidei
servizi segreti. Sarebbe stato
interessante per
loro riuscire a ca-
pire se dietro
questo caso di se-
questro anomalo
si celano interessi
diversi da quelli
della giustizia.
Infine sembra
che gli inquirenti
kenioti si siano
impegnati seria-
mente sulla que-
stione. Questo
perché hanno bi-
sogno della colla-
borazione degli italiani per
svelare il caso di corruzione
che sta inquietando la politica
de ll’ex colonia britannica,
quello delle tre dighe che la C-
mc di Ravenna avrebbe dovu-
to costruire. Un segnale che in
cambio sono pronti a conse-
gnare alla giustizia italiana i
rapitori di Silvia?
Nessuna tracciaSilvia Romano in Kenya e le moto dei rapitori Ansa © RIPRODUZIONE RISERVATA

»ALESSIA GROSSI

U

n equilibrio difficile, un’azio -
ne al di qua destinata a pesare
al di là del muro: una sfida ma an-
che un gioco, unico svago in chi-
lometri di nulla attraversati solo
dal ferro che divide il territorio de-
gli Stati Uniti da quello del Mes-
sico. È questo concetto che due ar-
chitetti e professori universitari
statunitensi hanno concretizzato
in decine di dondoli fucsia, inca-
strati tra le sbarredella frontiera
inaugurati da decine di bambini da
una parte e dall’altra del muro.

NON UN’I N STA L L A Z I O N E improv -
visata, un flash mob, ma la messa in
opera di una ricerca che l’architet -
to Ronald Rael porta avanti da dieci
anni all’università della California
e che è all’origine del suo libro: Il
muro di confine come architettura.
Un testo che parte dal provocato-
rio concetto che le 650 miglia di
barriera potrebbero significare al-
tro oltre a esclusione edivisione
che Rael, insieme alla collega Vir-

ginia San Fratello cercano di tra-
sformare in una proiezione sul fu-
turo. Le sbarre come opportunità
per lo sviluppo sociale ed econo-
mico lungo il confine, in quel non
luogo definito “una terza nazione”.
E, appoggiando alle sbarre i don-
doli divisi in due –una parte co-
struita e montata negli Usa da Rael
e i suoi colleghi, l’altra dal Colec-
tivo Chopeque impegnato nella

zona di Park Anapra, accanto al Rio
Grande in Messico a costruire case
in legno per migranti –hanno dato
vita a un parco giochi.“Una delle
esperienze più incredibili della
mia carriera e di quella di Virginia


  • ha commentato Rael suIn sta-
    gramdove ha postato foto e video
    del gioco sui dondoli –è aver dato
    vita ai disegni concettuali di Tee-
    tertotter Wall del 2009 in un even-


to pieno di gioia, eccitazione e so-
lidarietà al confine”. Immagini ri-
prese da siti web e tv di tutto il mon-
do, a cuiil presidente degli Usa,
Donald Trump,–che ha appena
ottenuto il via libera per la costru-
zione di altri 16 chilometri di muro
al confine –non ha dato importan-
za. Rael–che vive a Oakland con
moglie e figlio–di frontiere ne sa
molto essendo cresciuto nel deser-
to alpino della San Luis Valley del
Colorado, antico confine tra Usa e
Messico prima del 1848, dove vi-
vono ancora i suoi antenati, di-
scendenti proprio di quella “terza
nazione”. Da lì è partito per diven-
tare “voce emergente”secondo
l’Architectural League di New
York. I dondoli rappresentano so-
lo uno dei progetti per il confine ed
è parte del“m an if es to”contro la
barriera divisoria. Alcuni modelli e
disegni del libro di Rael sono espo-
sti al Moma di New York e al Mu-
seo d’arte moderna di San Franci-
sco. I dondoli invece stanno unen-
do persone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

STATI UNITI L’ideaDue architetti hanno studiato come dare nuova vita al muro con il Messico

Guarda come dondolo, Mr. Trump

Oltre le sbarreBambini giocano sui dondoli al confine tra Usa e MessicoLa Pre ss e

Una delle


e s p e r i e n ze
più


inc redibili


della mia


c a r r i e ra


aver dato


vita ai miei


disegni


in un evento


pieno di


gioia ,


ecc i t a z i o n e


e solidarietà


al confine


RO N A L D
REAL

IRAN

Il riformatore

Najafi ora è

un omicida a cui

tagliare la testa

P

er alcuni, la sorte
dell'ex vicepresi-
dente della Repub-
blica islamica, ed ex sinda-
co di Teheran, Moham-
mad Ali Najafi eragià se-
gnata sin dal 2018, quando
le sue idee progressiste a-
vevano suscita-
to la reazio-
ne dei fon-
dam enta-
listi. Ieri,
alla lettu-
ra della
sentenza di
primo grado,
molti non si sono stupiti;
Najafi è stato condannato a
morte per l'omicidio - è reo
confesso - avvenuto nel
maggio scorso, della mo-
glie, l’attrice Mitra Ostad.
La difesa, entro 20 giorni,
potrà presentare appello
ma il carattere mediatico
del processo sembra non
lasciare scampo all'uomo
politico, ora assassino. Il
tradizionale riserbo ira-
niano nelnon rendere di
pubblico dominio le vicen-
de di cronaca stavolta è sta-
to abolito; l'ex ministro del
presidente Rohani aveva
già confessato davanti alle
telecamere del commissa-
riato di polizia dove si era
costituito poche ore dopo.
Il movente? La scoperta di
una relazione extraconiu-
gale della moglie. La fami-
glia della vittima aveva
chiesto l’applicazione del
qisas, la legge del taglione.
La coppia aveva fatto stor-
cere il naso in Iran; lui, 67
anni, professore universi-
tario, lei di 30 più giovane.
Le nozze, senza che Najafi
avesse divorziato dalla pri-
ma moglie. Pur essendo le-
gale, in Iran la poligamia è
molto criticata. I fonda-
mentalisti islamici nell’a-
prile 2018 avevano co-
stretto Najafi a dimettersi
da sindaco, dopo pochi
mesi di mandato, perchè a-
veva partecipato a una ce-
rimonia in cui alcune stu-
dentesse avevano ballato;
peccato mortale per gli a-
yatollah, e così il riforma-
tore aveva dovuto fare le
valigie. Poi, il delitto: la sua
confessione non ha lascia-
to dubbi; così, un politico
che poteva cambiare
Teheran, è diventata un
galeotto senza speranza.

U SA CAPITAL, RUBATI 106 MILIONI DI DATI
La banca Capital One ha rivelato che dati personali
di 106 milioni di clienti statunitensi e canadesi so-
no stati sottratti da un’hacker. Del furto è accusata
Paige Thompson, 33 anni, arrestata dalla polizia;
in passato ha lavorato ad Amazon come ingegnere
software. La banca è specializzata in carte di cre-
dito e ha segnalato il caso all’Fbi; l’intrusione è av-
venuta tra 12 marzo e 17 luglio 2019. Ansa

A FG H A N I STA N GOVERNO, STRAGE DI CIVILI
Le forze governative, inclusi gli alleati della Nato,
hanno ucciso più civili di quanto abbiano fatto gli
insorti nella prima metà del 2019. Lo denuncia un
rapporto dell’Onu. Secondo le stime, i civili uccisi
dalle forze governative sotto l’egida Nato, sono sta-
ti 717 contro i 531 morti per mano degli insorti. I raid
aerei, compiuti soprattutto dai caccia Usa, hanno
ucciso 363 persone, inclusi 89 bambini. Ansa

Soldi sospetti

Moses Chende

ha pagato
una cauzione

di 25mila euro

e ha un legale

non d’u f f ic io

|IL FATTO QUOTIDIANO |Mercoledì 31 Luglio 2019 |» 15

A L L’I N T E R NO Mazzette nigeriane, così l’ex manager inguaia l’Eni •
Alitalia-Atlantia, l’intreccio viola le norme Ue •Tav, perché non serve

C A PI TA N I
DI SVENTURA

RAPPORTO ANNUALE INPSLa curva dei redditi da lavoro cresce dagli anni Settanta fino al 1992,

grazie anche alle lotte sindacali. Ma dopo l’accordo sulla scala mobile inizia la grande stagnazione

Salari fermi al palo

da 25 anni: vol a no

solo i su p e rst ip e nd i

»SALVATORE CANNAVÒ

I

n quella miniera di dati che è
diventato il rapporto annuale
de ll ’Inps spicca il dato sulla
caduta dei salari negli ultimi
50 anni. Una diminuzione
secca di circa 10 punti percen-
tuali sul Pil con un trasferi-
mento dalla quota salari a
quella di profitti e rendite.
Complici i processi di mode-
razione salariale (a partire dal
famigerato accordo del
1992-1993), dei processi di fi-
nanziarizzazione e di priva-
tizzazione di ampi settori. Un
esempio evidente, quello dei
servizi di rete e finanziari.
Nel settore privato, infatti,
tra la prima metà degli anni
Settanta e il Duemila la caduta
della quota salari ha rappre-
sentato circa 8 punti percen-
tuali. Nel manifatturiero cir-
ca 7 punti percentuali; nei ser-
vizi commerciali il calo pro-
segue sino alla fine degli anni
Novanta di circa 10 punti per-
centuali. Ma è nel periodo
1992-2004 che si osserva la
caduta, scrive l’Inps, “mol to
marcata, dal 71% della secon-
da metà degli anniOttanta al
56% dei primi anni Duemila,
nei servizi di rete e finanzia-
ri”. Si tratta del settore che ha
visto una costante trasforma-
zione di ex aziende pubbliche
in società per azioni, si pensi
alleaziende energetiche o
dell’acqua.

CADUTA LIBERA.Il fenomeno
non è solo italiano. La media
ne ll’eurozona passa dal70%
degli inizi degli Anni 80 a circa
il 60% negli anni Duemila. La
flessione diventa più marcata
“quando si scorpora l’1% più e-
levato dei redditi da lavoro”. Il
paradosso è che il peso delle
retribuzioni dei grandi mana-
ger falsa l’andamento reale dei
salari. Del resto, annota l’Inps,
sia in Europa che in altri Paesi
industrializzati, soprattutto a
partire dagli Anni 80, “l’anda -
mento della quota dei redditi
da lavoro è speculare alla cre-
scita del saggio di rendimento
netto del capitale”.
L’andamento non è però u-
niforme o costante. Il periodo
preso in esame, infatti, va di-
viso indue parti. Nella prima
fase, fra il 1975 e il 1992-1993, i
salari annuali passano da poco
meno di 16.000 euro a circa
22.000 euro. Si registra l’effet -
to delle grandi lotte sindacali
del periodo. Nella seconda fa-
se, dal 1992-1993 fino al 2017, i
redditi annuali sono sostan-
zialmentestabili intorno a
22.000 euro. In questo caso si
misura il peso dell’acc ordo
sindacale del 1992-1993 tra go-

verno Ciampi e Cgil, Cisl e Uil.
due stagioni sindacali.

LA BOA DEL 1992.La stagna-
zione dei salari risente poco
dei periodi di crisi e dipende
soprattutto da altri fattori tra
cui il crescente numero di la-
voratori part-time, la cui inci-
denza è ormai strutturale, e al-
la generale“moderazione sa-
lariale”che in Italia si afferma
in forme più nette rispetto agli
altri Paesi europei.
All’interno del lavoro di-
pendente i redditi annuali de-
gli impiegati sono decisamen-
te più elevatidi quelli degli o-
perai (circa 25.000 euro con-
tro 15.000 euro nel 2017), an-
che a causa del minor numero
di settimane lavorate in media
a l l’anno da questi ultimi ri-
spetto agli impiegati. Va inol-

tre segnalato che le retribuzio-
ni annue degli impiegati sono
aumentate dal 1975 fino al 1992
(da 22.500 a 28.400 euro) per
poi ridiscendere lievemente e,
analogamente, le retribuzioni
annue degli operai sono au-
mentate da 12.000 euro nel
1975 a 16.850 euro nel 1991, per
poi diminuire.

I SUPER RICCHIDel tutto diver-
so l’andamento dei cosiddetti
Top earners, cioè coloro i cui
salari si trovano oltre il novan-
tesimo percentile della distri-
buzione dei redditi di lavoro.
Le soglie per l’ingresso nel top
10% e top 5% dei salari sono
cresciute relativamente poco
nel tempo: “Per entrare nel top
10% occorreva avere un reddi-
to di 31.000 euro nel 1978, sa-
lito a 39.000 nel 2017; l’accesso

La curva
Dopo la cre-
scita degli
Anni 70, frut-
to delle lotte
s i nd aca l i ,
dal 1992
si verifica
la stagnazio-
ne totale

al top 5% richiedeva un reddi-
to di 38.000 nel 1978 contro i
51.000 nel 2017”. Ma è salendo
nella graduatoria, al top 1%,
0,5% e 0,1% che le cose si fanno
più sofisticate.La soglia del
top 0,1% passa da 122.000 a
217.000 euro. “La soglia per
entrare nel top 0,01% è l’unica
che cresce in maniera più so-
stenuta passando da 220.
euro nel 1978 a 533.000 euro
nel 2017 (+242%)”. Se c’è una
dinamica di crescita dei reddi-
ti è dovuta in particolare a que-
ste retribuzioni.

VIVA I PROFITTI.La disugua-
glianza sociale ed economica
descritta da questi dati si co-
glie ancora meglio se si consi-
dera che dal 1970 al 2000,“il
valore aggiunto per addetto
del settore privato è cresciuto
d el l’89%, mentre i redditi da
lavoro sono aumentati del 71%
in termini di potere d’acquisto
e del 75% in termini del defla-
tore settoriale”. Il divario tra la
ricchezza prodotta e quella
percepita in termini di reddito
è quindi di almeno il 15%. Tra il
2000 e il 2018, “n e ll ’in s i em e
del settore privato, i redditi da
lavoro in termini di potere
d’acquisto crescono solo del
4%, e nel 2018 tornano allo
stesso livello del 2007; la pro-
duttività rimane sostanzial-
mente invariata”. Il forte tra-
sferimento dal salario ai pro-
fitti e alle rendite continua.
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L’utilità della

speculazione:

il caso Bio-on

»STEFANO FELTRI

q

AI RISPARMIATORI
il mercato azionario
piace soltanto quando ha il
segno positivo. Ma c’è una
ragione se quello investito
in azioni si chiama “capitale
di rischio”: i prezzi possono
salire, se ci sono
prospettive di crescita per
l’azienda, ma devono
scendere se il futuro è
fo s co.
Chi scommette sui rialzi
rischia poco: compra e
aspetta. Chi punta sui
ribassi deve vendere allo
scoperto –con uno dei tanti
strumenti appositi –e
ricomprare dopo il calo. Se
il crollo non arriva, perde
t u t to.
Per questo la vita dello shor t
sellerè più eccitante: vince
solo se ha colto l’attimo per
andare controcorrente. Il
film La grande scommessa
(“The Big Short”) celebra il
piccolo gruppo di trader
che intuì l’esplosione del
mercato dei mutui
subprime.
Netflix ha dedicato un
episodio della serie tv Dir ty
M o n ey a Fahmi Quadir: nel
20 15 l’analista 25enne del
fondo Krensavage iniziò a
scommettere contro il
gigante della
multinazionale
farmaceutica Valeant.
Aveva capito che il suo
modello di business tanto
celebrato non poteva
reggere. Fahmi ha vinto,
Valeant è crollata del 90
per cento, tra le indagini
giudiziarie.
In Italia in questi giorni si
guarda con sospetto al
fondo Quintessential di
Gabriele Grego: ha
indagato sulla start-up di
bioplastiche Bio-On che in
Borsa valeva un miliardo, ha
scommesso al ribasso e ha
raccontato al mercato i suoi
dubbi: stranezze nei bilanci,
prospettive dubbie, opacità
nei rapporti con le società
controllate. Il titolo è
c ro l l a to.
Quintessential è un
avvoltoio che ha distrutto
un gioiello italiano? O ha
soltanto acceso un faro
nell’ombra propiziata da un
management abile nella
comunicazione e da una
stampa finanziaria che si
limita riprendere
comunicati stampa
aziendali? La Borsa sembra
aver già dato la sua
sentenza: le azioni Bio-On
hanno perso la metà del
valore, nonostante i
tentativi dei vertici di
Bio-On di sostenere il titolo.

Gli effetti delle privatizzazioni

La flessione più marcata si è avuta
nel settore dei servizi di rete dove

le società per azioni hanno preso

il posto delle aziende pubbliche

I numeri

-1 0 %
La riduzione
del monte
salari sul Pil
dagli Anni 70
al Duemila
Il saggio
di rendimento
del capitale
nell’e u rozo n a
aumenta
del 50%
tra gli Anni 80
e il Duemila

22 mila
Fra il 1 975
e il 1992-
i salari
annuali
passano da
16 mila a circa
22 mila euro
Dal 1992-
restano fermi
a 22 mila euro

+24 2 %
La soglia
per accedere
allo 0,01%
p a ga to
meglio passa
da 220mila a
533 mila euro
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