Il Fatto Quotidiano - 31.07.2019

(sharon) #1

18 »Il Fatto Economico |IL FATTOQUOTIDIANO |Mercoledì 31 Luglio 2019


I DATIIl tunnel della Manica genera benefici perchè è l’unico. I collegamenti

alpini sono invece una dozzina. Perciò il Torino-Lione non è un’idea di successo

Per rendere utile il Tav

serve tornare agli Anni 60

»UGO ARRIGO

A

l di fuori del paradiso terre-
stre nessun pasto è gratis, a
parte l’eccezione della mol-
tiplicazione dei pani e dei
pesci. Ese qualcuno consu-
ma un pasto senza sostener-
ne l’onere è perché qualcun
altro lo ha pagato al suo po-
sto senza consumarlo. Le
grandi opere sono pasti mol-
to costosi e nessuna di esse è
gratis, ma questo piccolo
particolare viene tenuto a-
bilmente nascosto a un’o p i-
nione pubblica ingenua dal-
la quasi totalità dei media e
delle forze politiche.
Gli uni e le altre sottoli-
neano l’utilitàdelle grandi
opere e dalla descrizione dei
loro vantaggi traggono erro-
neamente, violando quella
che è nota come legge di Hu-
me, la prescrizione della lo-
ro realizzazione. Che sareb-
be come sostenere che
quando entriamo come con-
sumatori in un grande ma-
gazzino dovremmo portarci
via una grande quantità di
beni, essendo tutti poten-
zialmente utili per noi. Ma
in realtà non lo facciamo,
poiché troviamo un ostaco-
lo nel nostro vincolo di bi-
lancio il quale ci comunica
che non ce li possiamo pro-
prio permettere. Così dob-
biamo limitarci a comperare
solo quelli che riteniamo
valgano più dei soldi che ci
chiedono in cambio.

P E RC H É questa semplice lo-
gica delle scelte private eva-
pora come neve al sole quan-
do passiamo alle scelte pub-
bliche? Perché semplice-
mente le scelte pubbliche si
fanno coi soldi degli altri e in
particolar modo le grandi o-
pere si fanno a debito, usan-
do i soldi degli italiani di do-
mani i quali non hanno alcu-
na possibilità di manifestare
oggi il loro dissenso al ri-
guardo.
Il caso Tav è emblematico
al riguardo. Nessuno sostie-
ne che la Torino-Lione sia
completamente inutile, ma
il gruppo di esperti del pro-
fessor Marco Ponti ci ha
spiegato che i suoi costi ec-
cederebbero di gran lunga i
benefici.
Come è stata accolta que-
sta analisi? Col lancio sincro-
nico di uova e pomodori me-
diatici. Ma cosa fa caro prof.
Ponti, somma algebrica-

mente i benefici nostri e i co-
sti che verrebbero pagati da
altri, togliendoci l’i llu sio ne
dei pasti almeno semi-gra-
tis? Che cosa ci importa del
costo che ricadrà attraverso
il contributo europeo sulla
casalinga di Tallin, sull’i-
draulico di Danzica e sul pe-
scatore di Setubal? E, poiché
restiamo ancora col segno
meno, cosa ciimporta degli
oneri che ricadranno attra-

verso il debito pubblico sugli
italiani di domani?
Essi non comprano i gior-
nali di oggi né votano i partiti
di oggi.

IL VINCOLO di bilancio, quel-
lo che si manifesta ogni volta
che entriamo in un grande
magazzino, non esiste nelle
scelte pubbliche: è solo
un ’illusione ottica evocata
da quei quattro gatti, ma for-
se solo tre, di liberali rigori-
sti. Forse qualcuno ha scrit-
to che le grandi opere saran-
no pur tutte utili ma che non
ce le possiamo permettere
tutte, almeno non tutte as-
sieme? Ionon lo ho letto,
non almeno sui giornali a più
ampia diffusione, quelli con
le maggiori chancesdi infor-
mare, e informando corret-
tamente anche di educare, i
cittadini.
La Torino-Lione è una
sorta di Eurotunnel sotto le
Alpi, paragonabile per i costi
di realizzazione ma non per
i livelli di traffico attesi al
link sottomarino tra Inghil-

terra e Francia. È indubbio
pertanto che sia ingrado di
generare benefici, tuttavia
la domanda chiave è perché
essi non siano del medesimo
ordine di grandezza del più
famoso cugino franco-bri-
tannico. La risposta è sem-
plice: l’Eurotunnel sotto la
Manica è unico mentre di
eurotunnel sotto leAlpi ve
ne sono molteplici.
A livello ferroviario esso
sarebbe il quarto, dopo i due
nuovi link svizzeri del Got-
tardo e del Loetschberg e il
nuovo Brennero in fase di
costruzione. Seconda consi-
derazione: tutti questi link
ferroviari hanno almeno un
gemello stradale in concor-
renza e la Torino-Lione ne
ha ben tre, aggiungendosi al
Fréjus stradale anche il
Bianco e Ventimiglia; infine
bisogna considerare i colle-
gamenti, sia ferroviari che
stradali, con Austria e Slove-
nia dal Friuli.

LE MERCIsono in grado di at-
traversare le Alpi grazie ad
almeno una dozzina di col-
legamenti rilevanti, tra fer-
roviari e stradali. Invece tra
Inghilterra e Francia vi è so-
lo l’Eurotunnel che, essendo
privo di alternative stradali,
obbliga i camion a salire in
treno, in quella che è chia-
mata autostrada viaggiante,
oppure a imbarcarsi. Tutto
il resto delle merci viaggia
direttamente via mare, co-
me ha sempre fatto nei seco-
li.Tra le merci che usano
l’Eurotunnel, inoltre, più
del 90% utilizza la modalità
camion su treno rispetto al
solo treno. Nel caso della
Torino-Lione questa parte
della domanda avrebbe tut-
tavia valide alternative au-
tostradali enon è proprio
detto che sia disponibile a
salire in treno spontanea-
mente.
Che fare dunque? Realiz-
zare il Tav e lasciarlo semi-
vuoto, dando ragione ai
suoi critici, oppure chiude-
re le diverse alternative
stradali e ritornare alla si-
tuazione dei primi anni ’60,
quando i due trafori non c’e-
rano e la scelta per le merci
dalla Francia era solo tra il
Fréjus di Cavour e l’Aurelia
dei romani? A queste condi-
zioni laTorino-Lione po-
trebbe anche essere un’idea
di successo.
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ILL I B RO

Come capire che
l’incertezza del futuro
non è poi così certa

q

“UN ROMPICAPO a f fa -
s c i n a n te ”come lo defini-
sce l’autore stesso riferendosi
all’enigma dei futuri contingen-
ti. Che per quanto enigmatici,
sembrano avere una definizio-
ne: “Enunciati che vertono su
eventi futuri che possono veri-
ficarsi o non verificarsi, come
‘Domani pioverà’,‘Non tocche-
rò mai più una sigaretta’o‘Il prossimo presiden-
te del Consiglio sarà una donna’ ”.
Domanda: sono veri o sono falsi? Andrea Iacona,
docente di Logica all’università di Torino, in que-
sto volume prova a cercare una risposta, a distri-
carsi e far districare il lettore in quella che defini-
sce tensione tra realtà e modificabilità del futuro.
“Confrontarsi con questo rompicapo - spiega Ia-
cona - oltre ad essere un ottimo esercizio di ra-
gionamento può aiutare a pensare al futuro con
maggiore lucidità, evitando confusioni e frain-
te n d i m e n t i ”.

lL’enigma
del futuro
An d re a
I aco n a
Pagine: 151
Prezzo: 12 e
E ditore:
Il Mulino

LA TRAGEDIAIl provvedimento promesso sarebbe dovuto arrivare a giugno. Intanto nei primi 6 mesi del 2019 hanno perso la vita in 482


»ROBERTO ROTUNNO

S

embra non volersi arrestare la crescita
dei morti sul lavoro in Italia: tra il primo
gennaio e il 30 giugno sono stati in 482 a
perdere la vita mentre erano in servizio o si re-
cavanoin ufficio, in fabbrica o al cantiere. Un
aumento di 13 casi rispetto allo stesso periodo
del 2018, durante il quale le segnalazioni ar-
rivate all’Inail sono risultate inferiori del
2,77%. E il fatto sorprendente è che buona parte
di questo peggioramento ha colpito il Sud e le
Isole, zone che per giunta negli stessi mesi han-
no pure registrato una perdita di occupazione.
Insomma, i posti sono diminuiti e i decessi han-
no mostrato un incremento.
In Sicilia, per esempio, siamo passati da 25
decessi del primo semestre 2018 ai 41 del


  1. In Puglia da 15 a 26, in Abruzzo da 7 a 14,
    in Campania da 33 a 39. L’intero Meridione ha
    già sacrificato sull’altare di uno stipendio 150
    persone, contro le 121 coinvolte in incidenti
    mortali nel periodo tra gennaio e giugno
    dell’anno precedente. Tra Piemonte, Valle
    d’Aosta, Lombardia e Liguria la situazione è
    rimasta quasi stabile con 124denunce nel
    2018 e 123 nel 2019.


NEL RICCO NORD-EST,invece, c’è stata una di-
scesa del 21%: da 133 a 105. Ma come mai questa
inaspettata disparità geografica? Èdifficile
trovare una sola spiegazione, ma una piccola

indicazione può arrivare guardando la divisio-
ne per settori. Nell’industria e nei servizi, in-
fatti, i casi mortali sono diminuiti passando da
419 a 409. L’aumento delle tragedie, quindi, è
totalmente dovuto all’agricoltura, nel quale le
vittime del lavoro sono state 22 in più. Insom-
ma, considerando che il Sud ha un’economia
più legata ai campi, questo potrebbe aver con-
tribuito al dramma che leggiamo nelle tabelle
dell’Inail. Quanto invece alle modalità, sono
aumentate sia le morti avvenute durante il la-
voro –da 331 a 338–sia quelle dovute a in-
cidenti lungo il tragitto, da 138 a 144. Va come
al solito ricordato che tutti questi numeri sono

sottostimati, perché naturalmente all’istituto
non arrivano le segnalazioni dei casi occorsi ai
lavoratori in nero.

TUTTAVIA, l’Inail a fine anno adopererà come
sempre una scrematura, verificherà i requisiti
caso per caso e ammetterà ai risarcimenti solo
una parte delle denunce. Quella delle morti sul
lavoro,comunque, resta una tragedia dai nu-
meri inaccettabili, benché continui inspiega-
bilmente a fare fatica a scavarsi un posto nell’a-
genda politica e nel dibattito pubblico. A mag-
gio, durante un’intervista alla Gazzetta del
Mezzogiorno, il sottosegretario Claudio Duri-
gon (Lega) aveva promesso un decreto sulla
sicurezza sul lavoro entro giugno, ma ancora
non si è visto.
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Inail, crescono i morti sul lavoro

E il governo si è scordato il decreto

I numeri


7
M i l i a rd i
di euro:
l’i m p a t to
e co n o m i co
n e ga t i vo
del Tav
s e co n d o
l'analisi costi-
benefici


9, 6
M i l i a rd i
di euro:
il costo
del tunnel
sotto il Frejus
Il contributo
Ue è del 40%
L’Italia paga
il 58%,
la Francia
il 42%


10
M i l i a rd i
di sterline:
il costo
del tunnel
della Manica,
co m p l e t a to
nel 1994
Il costo
stimato era
di 3 miliardi


I tempi sono cambiati

Appena 60 anni fa

l’alternativa era

fra il Frejus di Cavour

e l’Aurelia dei romani

9 0%

La quota di chi sceglie

la modalità camion su

treno nell’E u ro t u n n e l
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