Il Fatto Quotidiano - 31.07.2019

(sharon) #1

4 »POLITICA |IL FATTO QUOTIDIANO |Mercoledì 31 Luglio 2019


»LUCA DE CAROLIS


I


gialloverdi sono pronti a dar-
sele sulla giustizia, già oggi,
già nel Consiglio dei ministri.
E sanno che sul dl sicurezza
bis il burrone è un rischio. Mentre
la figuraccia, cioè la foto delle loro
spaccature, sarà inevitabile. Per-
ché da Lega e soprattutto M5S
ammettono già che la quota di gal-
leggiamento a PalazzoMadama,
quella dei 160 sì, non verrà rag-
giunta dalla maggioranza nella
votazione sul decreto sicurezza
bis.
Il voto di fiducia, ancora non
ufficiale ma di fatto certo, via ob-
bligata per blindare le fila e so-
prattutto schivare i voti segreti,
non basterà a tacitare la dissiden-
za 5Stelle sul testo che va appro-
vato entro la pausa estiva del 7 a-
gosto. Un provvedimento ban-
diera per Matteo Salvini, quindi
un’amarissima pillola per diversi
senatori del Movimento: infuria-
ti per la resa possibile sul Tav e
per mille altre spine, dalla gestio-
ne del capo Luigi Di Maio al cor-
tocircuito interno sulla presenza
del premier Giuseppe Conte in
Aula, martedì scorso.


ED È UN’IN COG N ITA da allarme,
per quel castello dei veleni incro-
ciati chiamato governo, su cui il
decreto incombe come la prima
delle nubi. Ma questo pomeriggio
potrebbe piovere altro rancore,
perché la Lega guarda in cagnesco
alla riforma della giustizia che il
Guardasigilli del M5S, Alfonso
Bonafede, porterà oggi in Consi-
glio dei ministri. “Il testo attuale
non è condiviso”ricordano al Fat -
toin serata dal Carroccio, con bel-


lica sintesi. Oggi, prima del Cdm
delle 15, Salvini farà il punto con la
ministra alla Pubblica ammini-
strazione Giulia Bongiorno, men-
te e voce della Lega sulla giustizia.
E deciderà la strategia, ieri coper-
ta con un “per non ora non ci sbi-
lanciamo”che pare la solita mossa
per innervosire i 5Stelle. Ma tanto
di esasperazione ce n’è già in ab-

bondanza. Basta tornare al dl si-
curezza bis, su cui alcuni grillini
hanno presentato emendamenti
in commissione, in accordo con il
capogruppo. Mentre si è mossa in
autonomia la dissidente piùru-
morosa, Elena Fattori, che ieri ha
presentato emendamenti abroga-
tivi del decreto, firmando anche
quelli di due espulsi dal Movi-

mento, Gregorio De Falco e Paola
Nugnes. E rg o, Fattori sta ormai
andando allo scontro che le po-
trebbe valere la cacciata. Ma an-
che altri potrebbero far mancare il
loro voto al provvedimento. E te-
nuto conto che nel M5S è prevista
l’espulsione automatica per chi
non vota sì alla fiducia per il go-
verno, in diversi potrebbero in-

viare certificati medici per copri-
re l’assenza. Consapevole del qua-
dro, ieri sera il capogruppo Stefa-
no Patanuelli ha cercato di ricu-
cire le ferite in assemblea. Mentre
in Senato già si fanno i conti.
Perché mettere la fiducia vorrà
dire rinunciare ai 18 voti a favore
di Fratelli d’Italia, che a quel pun-
to voterebbe contro. Quindi biso-
gnerà appellarsi alla voglia di non
andare a casa di Forza Italia e di
qualche dem. E al sostegno di mol-
ti degli 8 del Gruppo delle Auto-
nomie. Mentre tra i 18 del Misto,
gli unici sì certi sono quelli dei due
del Maie e di un ex grillino, Carlo
Martelli. Intanto il fronte del di-
sagio dentro il Movimento si di-
lata, anche se Di Maio a Zapping
ostenta ottimismo: “Sul decreto in
Senatosono assolutamente tran-
quillo”.

NON PUÒ ESSEREcosì sereno Bo-
nafede, che oggi potrebbe assiste-
re all’assalto della sua riforma da
parte di Salvini e Bongiorno. Ieri
nel pre-consiglio i tecnici non
hanno scoperto le carte.Ma al
Carroccio molti passaggi della ri-
forma non piacciono. Ed è possi-
bile che per rilanciare oggi torni a
invocare la riforma delle intercet-
tazioni. Un nodo che il Guardasi-
gilli vuole rimandare all’autunno,
e che ritiene comunque incompa-
tibile con il suo testo sulla giusti-
zia penale e civile, incentrato sulla
riduzione dei tempi dei processi e
sulla riforma del Csm. Nell’attesa
aIn OndaBonafede ha ribadito
l’urgenza del via libera: “Con to
che in Cdm che si arrivi all’appro -
vazione definitiva, e che entro di-
cembre la riforma sia in vigore”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

»MARCO PALOMBI


O


rmai l’ultimo vero soste-
nitore,se ci si passa l'e-
spressione, della cosiddetta
“autonomia”è Giuseppe Con-
te. Ieri nel tardo pomeriggio,
dopo l’ennesima giornata di
insulti reciproci e la cancella-
zione delle audizioni sul tema
dei ministriTria e Bussetti in
Parlamento, s’è dedicato a una
riunione con la leghista Erika
Stefani (Affari Regionali) e il
grillino Alberto Bonisoli (Cul-
tura): Veneto e Lombardia (e
un po’pure l’Emilia Roma-
gna) largheggiano in richieste
di competenze e diritti di pro-
prietà anche sui beni culturali,
avversate però da ministero,
sindacati e grillini in genere.


IN SERATA POI, mentre questo
giornale va in stampa, Conte si
avviava a sobbarcarsi pure un
secondo meeting col ministro
d el l ’Economia Giovanni Tria
e altri sulla questione dei soldi.
Il centrodi tutto, come ha ri-
badito ieri il doge Luca Zaia:


“Il tema fondamentale sono le
questioni finanziarie”.
Secondo Contesul “te ma
fondamentale”un accordo di
massima con la Lega “roma -
na ”c’è già, ma non è chiaro
quanto piacerà ai governatori.
La richiesta del Veneto, a fine
2017, era di tenersi i 9/10 del
gettito; poi tutte e tre le Regio-
ni s’inventarono un bizzarro
meccanismo - con Gentiloni a
inizio 2018 - per spendere di
più nelle zone a reddito più al-
to; infine, e siamo a febbraio,
una trappola a base di costi
standarded extra-gettito che
resta in mano ai governatori.
Insomma, quando parla di
“questioni finanziarie”, Zaia
indica il fatto che lui e i due col-
leghi delle Regioni più ricche
d’Italia vogliono gestirsi in
completa autonomia più soldi
rispetto ad oggi. E qui si torna
all’accordo di Conte: niente e-

xtragettito alle Regioni e non
ci sarà nemmeno il fondo di
perequazione chiesto dai 5
Stelle. I soldi “in più”li gesti-
rebbe direttamente il Tesoro e
qui, di nuovo, grillini e leghisti
litigano: i primi li vorrebbero
vincolati ai territori coi servizi
più scadenti (cioè al Sud), il vi-

ceministro leghista Garava-
glia aveva invece proposto la
distribuzione a pioggia a tutte
le Regioni, comprese quelle
ricche, ipotesiperò bocciata
dallo stesso Conte.
Si vedrà come andrà a finire,
ma se si unisce questa decisio-
ne al nietavallato dal premier

sulla “regionalizzazione”del -
la scuola - il piatto finanziaria-
mente più ricco - si capisce co-
me i governatori non possano
essere contenti. Zaia aveva già
dichiarato che se si tocca “l’au -
tonomia finan-
ziaria, l’u ni co
punto su cui era-
vamo d’a cc or do ,
è inutile che ven-
ga a Roma”. Il
collega lombar-
do Attilio Fonta-
na ieri la metteva
così: “Il testo del
governo non lo
conosco, ho letto
alcuni stralci: se
quelli fossero i
veri contenuti
della mediazio-
ne, credo proprio che sia finita
ogni trattativa”.

NON È CHIAROse questo è solo
un modo per alzare la posta o i
due leghisti (il dem emiliano
Stefano Bonaccini è al traino e
non ha capacità dimanovra)
hanno capito che questo go-

Te n s i o n e Oggi in Consiglio dei ministri arriverà la riforma

del Guardasigilli del M5S Bonafede: Carroccio pronto al muro

Giustizia, Salvini

in trincea: “Il testo

non è condiviso”

Ancora riunioni sull’autonomia: intesa lontana

I soldiLombardia, Veneto ed Emilia Romagna non si terranno

il famigerato “extragettito”. I governatori: “Così niente firma”

Il lumbard
Il presidente
della Regione
L ombardia,
Attilio Fonta-
na, leghista,
ex sindaco di
Varese La Pre ss e

Me d i a z ione
d i f f ic i le
Il presidente
Conte con
i due vicepre-
mier Di Maio
e SalviniAnsa

verno è al capolinea e, dunque,
meglio giocarsi tutte le carte
col prossimo, a guida Salvini a
stare ai sondaggi.
Qualche motivo per l’azzar -
do sul prossimo giro, Zaia e
Fontana possono
trovarlo agevol-
mente nelle posi-
zionidi Luigi Di
Maio, che negli
ultimi giorni ha
detto no assai de-
cisi a: qualunque
regi onalizz azio-
ne della scuola,
totale, cessione di
infrastrutture e
politiche infra-
strutturali, poli-
tiche industriali e
per l’i nn o v az i o-
ne, più altre cosette. L’intesa,
insomma, sarà assai insoddi-
sfacente per i leghisti del Nord
rispetto al “s ecess ioni smo
dolce”dei documenti iniziali.
A spingere per l’accordo è ri-
masto solo Conte:simul sta-
bunt, simul cadent.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

La scheda

nLA
R I FO R M A
della
Giustizia
a firma
di Alfonso
B o n a fe d e
arriverà oggi
in Consiglio
dei ministri.
Il testo curato
dal
G u a rd a s i g i l l i
del M5S è
i n ce n t ra to
sulla
riduzione
dei tempi
dei processi
penali e civili
e su una
p ro fo n d a
r i fo r m a
della
co m p o s i z i o n e
e del
f u n z i o n a m e n to
del Csm

Tutto finito?
Lo stop su fondi

e scuola potrebbe

spingere Zaia

e Fontana a dire
no e aspettare

il prossimo giro

GI A L L OV E R DI

REAZIONE DEMOCRATICA


“Sul Tav voto coi 5S”


E il partito di Milano


chiede a Cerno i soldi


q

DOPO L’INTERVISTA rilasciata al
Fa t to dall’ex direttore dell’E s p re ss o,
Tommaso Cerno, nel Partito democratico è
scoppiato il caos. Il senatore, eletto il 4 mar-
zo nel collegio uninominale di Milano cen-
tro, aveva anticipato che avrebbe firmato la
mozione “No Tav“dei 5S. Ma il partito non
ha gradito. “Oggi apprendiamo - ha scritto il
Pd Milano Metropolitana in una nota a cura

della Tesoreria - che il Senatore Tommaso
Cerno, che si è messo ai margini della nostra
comunità non rispettando le norme del no-
stro statuto in riferimento ai versamenti e-
conomici, ora lo fa anche su uno dei temi su
cui ci siamo battuti con più forza, il Tav". Il
conflitto oramai è aperto, tant’è che il Pd ha
dato mandato ai legali per recuperare i man-
cati versamenti. “Dopo l’abolizione del fi-

nanziamento pubblico ai partiti, il Pd si au-
tosostiene grazieai contributi mensili che
tutti gli eletti in Parlamento e in Consiglio
Regionale sono tenuti a versare”, ha spiega-
to la Tesoreria che lo considera “un dovere di
correttezza nei confronti dei tanti eletti che
supportano le attività del partito e delle cen-
tinaia di militanti che prestano volontaria-
mente il loro tempo alla comunità”.

Mercoledì 31 Luglio 2019 |IL FATTO QUOTIDIANO |POLITICA » 5

R i s ve g l i Vecchi e nuovi leader sbandierano “cantieri green”, sagre “plastic free”e progetti ecologisti

E Zingaretti gira l’Italia da finto ambientalista

EFFETTO GRETA

»LORENZO GIARELLI

N

on è certo se il verde vesta
bene, ma di certo impegna
poco e sembra andare su tutto,
almeno in politica. Tanto che
in questi giorni diverse anime
del Partito democratico han-
no rispolverato l’abito buono
dell’ambientalismo, forse per
cavalcare –con almeno un’e-
lezione europea di ritardo –
l’effetto Greta che i Verdi ita-
liani non riescono a sfruttare a
pieno nelle urne. E allora ecco
che padri nobili, amministra-
tori e figure di spicco insisto-
no sul green, d’improvviso di-
ventata la priorità di questo
Paese almeno quando non si
parladi Tav, su cui invece i
vertici del Pd sono irremovi-
bili. Con tanti saluti all’impat -
to ambientale dell’opera.

PER FARSIun’idea della nuova
anima dem basta dareun’oc -
chiata all’annuncio della pros-
sima Festa dell’Unità di Mila-

un fondo verde per iniziare un
green new dealitaliano per in-
vestimenti pubblici verdi nei
territori e in particolarenelle
aree interne del Paese”.
Un fiume di retorica a cui si
prova a dare sostanza aprendo
il sito del Pd, che proprio in
questi giorni sta lanciando la
“Costituente del-
le idee”, ovvero
una piattaforma
che dovrebbe
servireper con-
frontarsi con la
base e scrivere in-
sieme un pro-
gramma comune.
Si legge:“R iac-
cendiamo l’Italia.
Verde, giusta,
competitiva”. Più
priorità di così
non si può. Segue
lunga e articolata
dissertazione su come “la so-
stenibilità ambientale”non
sia “un vincolo, ma un’oppor -
tunità”. Tra gli obiettivi,“di -

mezzare le emissioni di gas
entro il 2030”,“portare al 40%
la produzione da fonti rinno-
vabili”,“ridurre i consumi di
energia del 45%”e così via.
D’altra parte la linea l’aveva
dettata Walter Veltroni in
u n’intervista aR e pu bb l ic ala
scorsa settimana: “L’a c r on i-
mo giusto è Ali. Ambiente, la-
voro, istruzione. Gli effetti so-
ciali, umani e produttivi che
ha l’incipiente catastrofe am-
bientale sono molto maggiori

di quelli registrati oggi dal Pil.
I nostri figli e nipoti non ve-
dranno più alcuni posti del
mondo perchésaranno
sot t’acqua, anche in Italia.
L’ambiente potrebbe essere il
principale rigeneratore
dell’economia occidentale. La
sinistra sarà ambientalista o
non sarà”. Largodunque, se-
condo Veltroni, a una nuovo
partito verde nel centrosini-
stra, “dato che l’Italia è l’unico
Paese dove non c’è”.

Ma l’anima ambientalista
non si contiene neanche nei
territori. Da Milano Beppe Sa-
la, non iscrittoal Pd ma cor
teggiatissimo nel centrosini-
stra, si allinea prendendosi le
deleghe all’Ambiente: “I gio-
vani di tutto il mondo chiedo-
no alle istituzioni e ai governi
di affrontare il tema ambien-
tale con serietà e urgenza. E-
cologia e sostenibilità conti-
nueranno a guidarele nostre
scelte”.

PERFINO da Base riformista, la
corrente dei lottiani, nelle
scorse settimane è uscito un
manifesto politico che rilan-
cia “un ecologismo riformi-
s ta ”:“La salvaguardia
d el l ’ambiente è unterreno
cruciale perché si collega a
questioni di uguaglianza e di
solidarietà tra le generazioni”.
Tutti sul carro gre en, allora.
Almenofinché sono solo pa-
role.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nu ove
p r ior it à
Il segretario
del Pd Nicola
Zingaretti ha
lanciato la Co-
stituente del-
le IdeeLa Pre ss e

no, che si terrà dal 30 agosto al
15 settembre, “la prima Festa
sostenibile e plastic free”, co-
me dichiarano festanti dal
Pd.
Al bando piatti, bicchieri,
cannucce e posate di plastica:
“Per toccare con mano la so-
stenibilità, i visitatori potran-
no partecipare a
laboratori espe-
rienziali, come
quello del riuso
creativo di og-
getti casalinghi”.
“Qui c’è clima di
f u tu r o ”, insom-
ma, come cam-
peggia nella lo-
candina.
Sullo stesso
solco sono poi le
ultime dichiara-
zioni di Nicola
Zingaretti: “Nel -
la manovra chiederemo inve-
stimenti per cantieri g reene
creare lavoro”. Ovvero? “Vo -
gliamo destinare 50 miliardi a

»ILARIA PROIETTI

C

he farà la Lega? Per ora il
Carroccio tiene le carte
coperte anche se è esclu-
so che voti la mozione
con cui il Pd ribadirà il suo sì all’o-
pera. E così non è un mistero per
nessuno,neppure tra imaggio-
renti della segreteria zingarettia-
na, che con ogni probabilità il do-
cumento raccoglierà i voti solo
del gruppo dem del Senato. E
nemmeno tutti dato che Tomma-
so Cerno ha deciso di apporre la
propria firma alla mozione per il
no al Tav depositata dal Movi-
mento 5 Stelle. Una mossa che
non è piaciuta. E che ha messo in
difficoltà quanti la ritengono co-
munque un’opera nata fuori dal
percorso partecipativo del dibat-
tito pubblico su cui molto spinge
il segretario Nicola Zingaretti. Di
tutto questo però nella mozione
c’è solo il riferimento al necessa-
rio “confronto territoriale”pe r
sbloccare le altre opere che sono
ancora in attesa di realizzazione.
Mentre la mozione dem impegna
chiaramente il governo“alla ra-
pida realizzazione della nuova li-
nea ferroviaria”.

LA QUESTIONE “ora è un’altra ed è
tutta politica”si smarca il respon-
sabile infrastrutture del Pd Ro-
berto Morassut. Il dibattito al Se-
nato “non può essere derubricato
con espedienti formali. Un voto
differenziato traLega e Cinque
Stelle sancirebbe la fine della
ma ggi ora nza ”. Sì, ma cosa acca-
drà davvero? La capigruppo di Pa-
lazzo Madama che dovrà integra-
re l’ordine del giorno per rendere

possibile la discussione sul Tav, al
termine dell’esame del decreto si-
curezza bis, è convocata per oggi
alle 10. Ed è certo che comunque la
prima mozione che verrà votata è
quella del Movimento 5 Stelle che
nelle premesse sottolinea come

“il progetto per la realizzazione
della nuova linea ferroviaria pre-
senta gravi criticità dal punto di
vista della sostenibilità economi-
ca, sociale ed ambientale, eviden-
ziate nel corso degli anni da nu-
merosistudi e ricerche; che

su ll ’attuale linea si registra da
tempo una continua diminuzione
del traffico merci e del traffico
passeggeri tra l’Italia e la Francia
e le molte previsioni alla base del
progetto dell’opera sono state
smentite dai fatti; che si tratta di
un progetto obsoleto, legato a mo-
delli di sviluppo superati e non so-
stenibili. E che sotto il profilo am-
bientale, il progetto genera danni
ambientali diretti ed indiretti ai
territori attraversati dall’opera”.

PER QUESTOi 36 senatori penta-
stellati che l’hanno sottoscritta
(piùCerno del Pd)
chiedono “una pro-
nuncia del Parla-
mento volta ad e-
scludere la prosecu-
zione delle attività
connesse alla realiz-
zazione dell’o pera”
e di “avviare, in sede
parlamentare, un
percorso immediato
volto a promuovere,
per quanto di com-
petenza, l’ado zio ne
di atti che determi-
nino la cessazione
delle attività relativeal progetto
per la realizzazione e la gestione
della sezione transfrontaliera; u-
na diversa allocazione delle risor-
se stanziate per il finanziamento
della linea”.
Ora facendo da conto, a favore

di questa mozione c’è ilgruppo
pentastellato e probabilmente u-
na manciata di senatori di Leu.
Forza Italia presenterà una sua
mozione a favore del sì all’opera
che probabilmente non sarà vota-
bile dal Pd. E lo stesso farà Fratelli
d’Italia. E la Lega? Lalinea che
viene fatta trapelare è che non
presenterà una mozione per riba-
dire il sì all’opera. E che si limiterà
a non votare le altre. O forse a vo-
tare solo contro quella del Movi-
mento 5 Stelle. Ma in Forza Italia
qualcuno fa notare che “q uesta
pretesa di autonomia non ha ri-
scontro nei numeri
parlamentari. E se
Forza Italia che è il
secondo partito al
Senato decidessedi
sottrarsi al voto sulla
mozione 5 Stelle?”
Insomma - è il ragio-
namento - inevitabil-
mente nei prossimi
giorni la Lega sarà
costretta a trattare.
Se non con il Pd alme-
no con FI e con FdI.
Che fa le bizze e pe-
raltro minaccia di
non votare il Dl sicurezza bis su
cui alcuni del M5S hanno perples-
sità. Il Carroccio deve scegliere a
meno di non voler correre il ri-
schio che passi la mozione 5 Stelle
sul tav. E allora sarebbero dolori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il tunnelIl cantiere del Tav a Saint Martin La Porte, in FranciaAnsa

A Milano

Mentre la Festa

de l l’Unità sarà
“s ostenibile”,

Beppe Sala

prende le deleghe

a l l’A m bie nte

Tat t ic i s m i

Forza Italia

minaccia Salvini:
“Se non ci segue,

lasceremo l’au l a

sul documento
dei grillini”

Tav, la Lega non sa che fare

Il Pd “ve rd e ”dice ancora sì

SENATO Sulle mozioni del 7 agosto è caos: il Carroccio prima annuncia che non ne voterà

nessuna, poi precisa che boccerà quella del M5S. I dem presenteranno un testo a favore

A DORGALI E CARDEDU

Colpiti i democratici

sardi: a fuoco una sede

e l’auto di un sindaco

q

“I N S P I EG A B I L E ”.Parla così il se-
gretario regionale del Pd Sardegna,
Emanuele Cani, dopo il sopralluogo nella
sede del circolo Pd a Dorgali, sventrato da
un ordigno la notte scorsa. “Una bombo-
la”, conferma Cani, che si è trattenuto a
lungo con gli inquirenti e con la segretaria
del circolo, Valentina Schirra, ora alle
prese con la conta dei danni. La bombola

è stata introdotta negli uffici - che ospi-
tano anche altre associazioni - con la val-
vola allentata e a poca distanza da una
miccia accesa. È mistero sui motivi del
gesto: in comune governano i Cinque-
stelle, il Pd è all’opposizione: le beghe
amministrative apparentemente non
c’entrano. Potrebbero invece essere
quelle il movente dell’attentato avvenuto

nelle stesse ore a Cardedu ai danni del
sindaco Matteo Piras.“Abbiamo vincoli
nelle assunzioni, in cinque gestiamo un
comune che nel periodo estivo arriva a
6000 abitanti, l’attività amministrativa
va a rilento e magari qualche testa matta
ha pensato di reagire incendiando la mia
a u to”.
PAOLA PINTUS

La scheda

nIL 7
AG O STO
al Senato si
d i s c u te r à
delle mozioni
sul Tav dopo il
sì all’opera del
p re m i e r
Conte. Hanno
a n n u n c i a to
p ro p r i
documenti
il M5S
(contro), FI e
Pd (entrambi
a favore). La
Lega non sa
che cosa fare:
ieri ha detto
che non ne
vo te r à
nessuna, poi
ha precisato
che dirà no a
quella dei 5S
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