Corriere della Sera - 01.08.2019

(Joyce) #1


34
CULTURA

Giovedì1Agosto2019CorrieredellaSera

LeiniziativedelCorriere


Caccia a Moby-Dick


La creatura inquietante


del genio di Melville


M


elvilleèuno scrittoreprezioso
in ogni età della vita,eseèvero
che siamo destinatiadimenti-
carela maggior partediciò che
leggiamo, nessuno che abbia trascorso un
po’ ditempo incompagnia dei fantasmi di
Ahab ed Ishmael,odiBartleby,odell’inno-
centeBilly Budd potrà negareche la sua
immagine del mondoèstata radicalmente
eirreversibilmentemodificata:come acca-
de in seguitoacerti incontri fataliconper-
sonecapaci di orientareinmodo impreve-
dibile ilcorso del nostrodestino.
Non credo di esagerareseaffermo che
Melville, quest’uomo del tuttoinsondabile
einclineadevastanti malinconie, sta al
centrodella nostra tradizione ancora più di
Dante,odiShakespeare. In assoluto, la sua
intelligenza del mondoelasuaforza
d’espressione possono essereconsiderate
inferioriaquelle dei due titani che ho evo-
cato.Melville peròcièpiù vicino,elavita
che racconta negli anni Cinquanta dell’Ot-
tocentoègià la nostra vita,così comeisuoi
smarrimentielesue proverbiali frustrazio-

ni anticipano la nostracondizione di sradi-
cati croniciconprofeticaesattezza. (...)
Come accostarsiaquestotemperamento
misticoeprofetico? Da dovecominciare,
insomma?Potrebbe sembrareragionevole
avvicinarsi per gradi al genio di Melville,
procedendo dalle bellissime avventurepo-
linesiane degli anni Quaranta. Ma ilcosmo
di Melville nonèmai il fruttoprogressivo
di un metodo diconoscenza: in ogni libro
la scommessaèquella del giocatoreche
punta fino all’ultimocentesimo sulle sue
carte,come se non esistesse un domani, e
come se ilcapitale eventualmenteaccumu-
latofosse lì solo per esseredissipato: nulla
assomiglia di menoauna «carriera» del
suo modo di procedere.Eallora, tantovale
puntaredirettamenteverso ilcentro, an-
dandoasbatterelatesta suMoby-Dick.
Interegenerazioni di italiani hanno fatto
così, immergendosi nella traduzione affa-
scinanteeinadeguata di CesarePaveseco-
me se si imbarcasserosuuna baleniera. Chi
ha avutolafortuna di farel’esperienza da
giovane difficilmentesipotrà sottrarreal-
l’impressionediavertoccatoconmano un
grado massimoeustionantedel potere
della scritturaedell’immaginazione.
La nuovaversione di OttavioFatica, sor-

prendenteper bellezza ed efficacia, oltre
che per il rigorecon il qualevengono sciolti
inodi più intricati deltesto, oggi rappre-
senta lo strumentoideale per scoprireove-
rificarel’intatta grandezza delcapolavoro.
Checiappareimperturbabileealtosulle vi-
cissitudini umanecome quel monte
Greylock che Melville, mentrescriveva,
contemplavadalla finestra della suacasa
nei Berkshires. Dicono che possiedavaga-

mentelaforma, quelvenerabile monteche
prende il nome da uncapo pellerossa, di
una balena.Oèilgenio di Melville che ha
modificatolapercezione umana di quella
forma naturale?
Tra le pietremiliari della storia letteraria,
cene sono alcune che,comeMoby-Dick,
sembrano svolgereunruolo del tuttoparti-
colare:come divinità bifronti, sembrano
riassumeretuttociò che di importantepro-

viene dal passatoeriformularlo in modo
così inauditodaproiettarlo nel futuro. A
questa razza di libri appartengono l’Asino
d’oro,l’Orlando furioso,La montagna in-
cantata.Anche inMoby-Dick,fin dalle fa-
mose pagine inizializeppe di citazioni da
autori antichiemoderni, agisceuna cultu-
ra enciclopedica, ancora più sbalorditivase
si considera che il giovane Melville (che
pubblicailsuocapolavoronel 1851,asoli 32
anni)èunautodidatta assoluto, dotatodi
un istintorabdomanticoper le lettureillu-
minantiesignificative.Forse fu anche l’im-
mensa erudizione (inconsueta in una sto-
ria di mare)asconcertareicontemporanei
di Melville, non esclusiisuoi familiari che,
apartiredalla moglie Lizzie, iniziarono a
sospettareinquella mania di leggereescri-
vere un segno non di talentomadifollia.
Tuttosipuò diredell’insuccesso diMoby-
Dick,manon che fiaccòimmediatamente
la fiducia dell’autorenei suoi mezzi.Ecosì
ai nuovi affiliati alla setta dei melvilliani,
ancora tramortiti dal granderomanzo, è
consigliabile rimanereancora per un po’
nelle sue vicinanze cronologiche, dovesi
possono incontraredue gemmecomeBar-
tleby lo scrivano(1853) eBenitoCereno
(1855). Non si tratta solo di personaggiesi-
tuazioni narrativeindimenticabili, ma di
una maestriatecnica, di una padronanza
del puntodivista, che non hanno pari nella
prosa inglese del suotempo.
CosìcomeèlavocediIshmaelarenderci
visibile lafollia di Ahabelatensione all’in-
finitoche innervalasuacaccia, in Bartleby
èlafigura dell’avvocato, dal datoredilavo-
ro,aintrodurci al misterodello scrivano
che nonvolevascrivere. Se alla fine ci ricor-
diamo di Bartleby,èlavocediquest’uomo
pacato, onesto, dotato dicompassione, a
darealla figura dello scrivano la sua perfet-
ta consistenza poetica. Ma un uso altrettan-
to geniale della prospettivaedelle preroga-
tivedel narratoresipuòconstatareanche
inBenitoCereno,nonostantel’impostazio-
ne più «classica»: non passerà inosservata
la sapienza supremaconlaquale il lettoreè
tenutoall’oscurodellaverità sull’ammuti-
namentofinoache il crescendo dellaten-
sione ha raggiuntoilsuo parossismo.
©RIPRODUZIONERISERVATA

diEmanueleTrevi

LacollanaIn edicola per due settimane con il quotidiano la prima di cinque uscite: il capolavoro
del grande autore americano nato duecento anni fa, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica,
con la prefazione di Emanuele Trevi di cui anticipiamo una sintesi. Nutrito di cultura enciclopedica
èuno di quei libri che, come una sorta di divinità bifronti, sembrano riuscireariassumere tutto ciò
che di importante proviene dal passatoeriformularlo in modo cosìinaudito da proiettarlo nel futuro

Immagini
Qui a sinistra:
l’attore
Gregory Peck
interpreta il
capitano
Ahab.
Nella foto a
destra:
Tristin Lowe
(Boston,
1966),Mocha
Dick(2010),
Williamstown,
Williams
College
Museum of
Art:
l’installazione
è ispirata al
romanzo di
Melville

Il capitano del Pequod tormentato da un’ossessione


●Ilromanzoae7,90


A


duecentoanni dalla nascita del
grande scrittoreamericano
Herman Melville (1819-1891) il
«Corrieredella Sera»offreinedicola ai
lettori il suocapolavoroMoby-Dick,al
prezzodie7,90 più ilcostodel
quotidiano. Ilromanzo, nella nuova
traduzione di OttavioFaticacon una
prefazione di Emanuele Trevi, rimane in
edicola per due settimane: racconta la
caccia disperata delcapitano Ahab,

comandantedella navePequod,aun
terribile mostrodegli abissi da cui è
ossessionato. Si tratta del primo titolo di
unacollanaconleoperediMelville, che
comprende cinque titoli. Le uscite
successive, invenditaconil«Corriere»
sempreallo stesso prezzo, saranno:
Bartleby lo scrivano(7 agosto);Benito
Cereno(14 agosto);Billy Budd(21
agosto);Clarel(28 agosto).
©RIPRODUZIONERISERVATA

Herman
Melville

Nellaserieanche


altrimagnificigioielli


dell’artedinarrare


come«Bartleby


loscrivano»


e«BenitoCereno»

Free download pdf