Il Sole 24 Ore Giovedì 1 Agosto 2019 5
Primo Piano
La mappa delle intese
In attesa della nuova web tax
il fisco incassa dai big 2,2 miliardi
Evasione internazionale. Il gioco di squadra tra Procure, Entrate e Gdf spinge le multinazionali
della digital economy a siglare accordi per sanare le imposte non versate negli anni passati
Marco Mobili
Giovanni Parente
ROMA
In quattro anni il Fisco porta a casa
, miliardi. A conti fatti, si tratta di
quasi milioni che la nuova web
tax introdotta dall’ultima manovra
ma rimasta inattuata, dovrebbe ga-
rantire a regime dal , mentre
per quest’anno erano attesi mi-
lioni. In un contesto in cui si fa an-
cora fatica a trovare un accordo in-
ternazionale su una digital tax con-
divisa, agenzia delle Entrate, Pro-
cure (in particolar modo quella di
Milano ora guidata da Francesco
Greco) e Guardia di Finanza hanno
portato avanti verifiche, indagini e
controlli mirati per stabilire quali e
quante tasse dovessero pagare i big
(del web e non solo) per i ricavi otte-
nuti in Italia, anche se fatturati da
controllate in altri Paesi con fiscali-
tà di maggior vantaggio.
Con il gioco di squadra portato
avanti dall’amministrazione finan-
ziaria e dalle Procure è stato possi-
bile far emergere situazioni come
quelle di Kering titolare del marchio
Gucci, che ha riconosciuto a inizio
maggio la stabile organizzazione in
Italia e dovrà completare un paga-
mento per un importo complessivo
di , miliardi di euro ( già versa-
ti mentre il resto arriverà nelle casse
dell’Erario entro fine novembre).
Ma non c’è solo la moda. Anche il
mondo bancario-finanziario ha
sottoscritto accertamenti con ade-
sione con l’agenzia delle Entrate: da
Mediolanum per una vicenda legata
ai prezzi di trasferimento al al
a Ubs. L’istituto di credito el-
vetico ha chiuso un’adesione con
l’Agenzia per mancata dichiarazio-
ne di redditi di capitale e redditi di
impresa oltre alle sanzioni per la
violazione degli obblighi sul moni-
toraggio fiscale relativa agli anni
d’imposta dal al . Dall’an-
no d’imposta , ossia quello che
dovrà essere dichiarato entro il
prossimo dicembre, di fatto verrà
riconosciuta una stabile presenza
nel nostro Paese.
Resta, però, la considerazione
che le intese con gli Ott (over the
top) della digital economy, hanno
aperto una strada per il riconosci-
mento delle imposte da versare. E i
casi non sono terminati, come di-
mostra l’indagine della Procura di
Genova su un’eventuale evasione
Iva da milioni per gli anni tra il
e il relativa all’attività di
intermediazione svolta da Booking
(si veda Il Sole Ore del luglio).
Una strada ancora lunga. Le im-
poste che risultano versate dai bi-
lanci anche se in progressiva cresci-
ta sembrano ancora poco propor-
zionate all’effettivo volume d’affari.
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I DATI DEI BILANCI 2018
Da Amazon a Google:
tasse pagate in Italia
solo per 14 milioni
Manca all’appello ancora
Facebook che ha promesso
di registrare tutti gli incassi
Marzio Bartoloni
Il conto delle tasse in Italia per i gi-
ganti del web e della sharing economy
resta basso. Almeno questo è quello
che emerge leggendo gli estratti degli
ultimi bilanci, quelli relativi al ,
appena depositati nel registro delle
imprese di Infocamere: se si prendo-
no in considerazione le costole italia-
ne (tutte Srl) di nomi del calibro di
Amazon, Google, Twitter, Airbnb e
Tripadvisor il conto complessivo del-
le imposte versate l’anno scorso nel
nostro Paese arriva a milioni e
mila euro. Manca all’appello an-
cora il bilancio di Facebook che nel
ha comunque pagato soltanto
mila euro di tasse,ma ha comun-
que promesso un cambio di registro
nel nuovo bilancio - quello appunto
del - dove si è impegnata a con-
tabilizzare tutti gli incassi ottenuti
con il supporto dei team locali nel Pa-
ese in cui questi sono stati realizzati
(Italia compresa) e non più a Dublino,
come ha fatto finora. Il nodo è infatti
proprio questo e cioè il fatto di regi-
strare nel nostro Paese solo una fra-
zione delle entrate reali, “giustifican-
dola” come mera attività di servizio
offerta alla casa madre che spesso è
domiciliata in paradisi fiscali.
Ma il pressing dell’agenzia delle
Entrate, dopo le praterie fiscali del
passato, sta cominciando a portare i
suoi frutti come si vede dagli accordi
milionari siglati (si veda articolo a
fianco) e come comincia a trasparire
anche dai bilanci.
È il caso a esempio di Airbnb, il co-
losso della case in affitto sulla sua
piattaforma web che solo in Italia
conta oltre mila case e l'anno scor-
so ha fatto registrare , milioni di ar-
rivi. E che nel bilancio della sua
costola italia - Airbnb Italy srl - dopo
una interlocuzione con il Fisco regi-
stra , milioni di perdite dovute a
tasse pagate per . milioni di cui
, milioni relative a esercizi prece-
denti (nel aveva pagato mila
euro). Google Italy Srl - secondo il bi-
lancio del - ha invece versato
, milioni (erano , milioni nel
) a fronte di utili denunciati per
milioni. Il colosso degli acquisti online
Amazon Italia logistic srl ha pagato
l’anno scorso milioni di tasse (,
nel ) a fronte di , milioni di utile
lordo. Microtasse invece per la nota
piattaforma web per i giudizi su hotel
e ristoranti: Tripadvisor Italy Srl nel
ha sborsato . euro di tasse,
quanto pagherebbe un medio profes-
sionista (erano comunque . nel
). Zero tasse, secondo bilancio,
per Twitter nel contro i . eu-
ro pagati nel .
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Intesa firmata a fine 2015
Alla fine del 2015 Apple ha pagato al
Fisco italiano un importo pari a 318
milioni di euro. Si tratta dell’intera
somma contestata dall’agenzia delle
Entrate, a seguito di una complessa
indagine che è stata condotta, in
particolare, dal nucleo antifrode e
dall’ufficio Grandi contribuenti. La
società di Cupertino ha firmato un
accertamento con adesione con le
Entrate accettando tutti i rilievi che
sono stati formulati
dall’amministrazione finanziaria italiana
Chiusi i vecchi contenziosi
Nel 2017 l’agenzia delle Entrate e
Google hanno siglato un accertamento
con adesione per gli anni di imposta
compresi tra i il 2009 e il 2013. In base
all’accordo sottoscritto, Google ha
accettato di pagare oltre 306 milioni di
euro, comprensivi anche degli importi
che sono riferibili al biennio 2014 e 2015
e a un vecchio contenzioso relativo al
periodo tra il 2002 e il 2006. Gli importi
versati sono complessivamente
riferibili sia a Google Italy che a Google
Ireland
Anni d’imposta da 2011 a 2015
Anche Amazon ha siglato un accordo
per sanare le contestazioni. Alla fine del
2017, infatti, è stato firmato un
accertamento con adesione con
l’agenzia delle Entrate per gli anni di
imposta che sono compresi tra il 2011 e
il 2015. In questo caso, Amazon ha
accettato di pagare 100 milioni di euro.
Un importo che è riferibile sia ad
Amazon Eu S.ar.l che ad Amazon Italia
services Srl
AMAZON
Rilievi iniziali riconfigurati
A novembre 2018 l’agenzia delle Entrate e
Facebook hanno siglato l’accertamento con
adesione per chiudere i rilievi scaturiti dalle
indagini fiscali condotte dalla GdF e
coordinate dalla Procura di Milano, relative al
periodo tra il 2010 e il 2016. Il percorso di
definizione tra agenzia delle Entrate e
Facebook si è basato su una parziale
riconfigurazione delle contestazioni iniziali
ma senza una riduzione degli importi
contestati
I prezzi di trasferimento
A fine 2018 il Gruppo Mediolanum ha
siglato con l’agenzia delle Entrate
l’accertamento con adesione relativo a
contestazioni che hanno interessato i
rapporti con la controllata Mediolanum
International Funds Limited. Il percorso di
adesione si è basato su una
riconfigurazione delle iniziali contestazioni
di esterovestizione, definendo la
questione sul piano della rideterminazione
dei prezzi di trasferimento dal 2010 al 2013
MEDIOLANUM
Stabile organizzazione
Il 9 maggio 2019 il gruppo Kering titolare
del marchio Gucci ha definito con
l’agenzia delle Entrate alcune
contestazioni mosse alla propria
controllata svizzera Luxury goods
international Sa (Lgi). La definizione ha
riconosciuto che parte dei rilievi mossi
in sede di verifica riguardano la
sussistenza di una stabile
organizzazione in Italia nel periodo tra il
2011 e il 2017
KERING
Mancata dichiarazione 2012-
Nella prima metà del 2019 l’agenzia delle
Entrate ha chiuso l’accertamento con
adesione con il gruppo Ubs che ha pagato
quasi 102 milioni di euro. La sottoscrizione
di atti di adesione da parte dell’istituto di
credito elvetico si riferisce al periodo 2012-
- I rilievi riguardano la mancata
dichiarazione di redditi di capitale e redditi
di impresa oltre alle sanzioni per la
violazione degli obblighi sul monitoraggio
fiscale
UBS
APPLE
318
milioni
L’IMPORTO PAGATO
AL FISCO
306
milioni
100
milioni
100
milioni
79
milioni
milioni
102
milioni
Tripadvisor
versa
22mila eu-
ro, Airbnb è
passata da
131mila
euro nel
2017 a 6,
milioni l’an-
no scorso
Ivan Cimmarusti
Sono i milioni di euro inviati nel
attraverso money transfer ad
aver attirato l’attenzione degli inve-
stigatori. Perché dietro queste ope-
razioni, che potrebbero celare forme
di evasione fiscale e riciclaggio, ci sa-
rebbe una rete riconducibile a perso-
naggi legati alla comunità del Ban-
gladesh. È un capitolo dell’inchiesta
della Procura della Repubblica di
Roma, i cui primi risultati hanno fat-
to luce su un’associazione per delin-
quere di bangladesi che, con il con-
corso di funzionari dell’Assemblea
capitolina, falsificava documenti per
«consentire l’iscrizione – si legge
negli atti – all’anagrafe capitolina»
soprattutto di cittadini del Bangla-
desh, allo scopo di ottenere i per-
messi di soggiorno. Tredici persone
(quattro in carcere, sei agli arresti
domiciliari e tre obblighi di presen-
tazione alla polizia giudiziaria) sono
gravemente indiziate, a vario titolo,
di associazione per delinquere, cor-
ruzione, favoreggiamento dell’im-
migrazione clandestina e falso.
Una rete, come detto, di rapporti
trasversali, che porta al fascicolo
principale dell’indagine, quello sul
presunto giro di riciclaggio messo in
piedi da personaggi legati alla comu-
nità del Bangladesh. Le indagini so-
no partite anche dal focus del feno-
meno. Stando agli ultimi dati dispo-
nibili, quelli del , dall’Italia sono
stati inviati all’estero, utilizzando il
circuito del money transfer, , mi-
liardi di euro, con una crescita annua
del ,%. E per la prima volta, sulla
base degli stessi dati, risulta che il
Bangladesh è il primo paese di desti-
nazione delle rimesse con money
transfer, con oltre milioni di eu-
ro complessivi, con un incremento
del ,% rispetto allo scorso anno.
Segue la Romania, con , milioni.
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INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA
Money transfer, alto
rischio riciclaggio
Indagini su un’associazione
di bangladesi. Lo stato
asiatico primo per rimesse
I pm di Ro-
ma hanno
arrestato
dieci perso-
ne che fal-
fisicavano
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per per-
messi di
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