Dove - Maggio 2016

(Joyce) #1
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contemporaneo che si innesta nell’architettura barocca”,
spiega Sarah Cosulich, direttrice di Artissima. “Que-
sta è l’unica città dove il contemporaneo e l’arte sono un
ecosistema, con tutte le nicchie rappresentate: le grandi
collezioni permanenti del Museo di Rivoli e della Gam,
la galleria d’arte moderna. Le nuove tendenze proposte
dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Musei di
settore, ma con sedi e idee da promuovere, come il Mu-
seo del Cinema nella Mole o il Museo di Arte Orien-
tale. Senza che questo cancelli esperienze torinesi eterne
come i caffè storici, i cortili del Seicento, i mercati...” Tra
i classici ambienti urbani rinati, ecco la Galleria Umber-
to I, oggi con tanti locali per mangiare. o Galleria San
Federico, tra i cui stucchi degli anni Trenta Coop ha vo-
luto il primo Fiorfood: mercato dei prodotti Fiorfiore,
forno, enoteca, ristorante di fusion piemontese pensato
da Giovanni Grasso e Igor Macchia, de La Credenza di
San Maurizio Canavese. due icone remixate si affaccia-
no sulla vicina piazza Carignano. Il Museo Egizio sfrutta


oggi al meglio la seconda collezione di reperti egiziani al
mondo dopo quella del Cairo, tra scale mobili e ballatoi-
vetrine. Lo storico Ristorante del Cambio ha ricavato,
nell’adiacente Farmacia, un bistrot dove praline, con-
serve e spuntini sono esposti come medicine. “Anche
al Cambio cerchiamo il rinnovamento della tradizione”,
spiega Matteo Baronetto, giovane chef stellato del loca-
le dove pranzava Cavour. “Giochiamo con il packaging,
ma il torinese è attento anche alla qualità, alla ricetta. Qui
ho reimparato a fare la finanziera, ma la servo con le mie
cialde di riso colorate, e in città esploro lo street food e
l’etnico”. Sfide per il futuro. Come quella intrapresa da
Alessandro Mecca, nuovo chef di Spazio 7, ristorante
della Fondazione Re Rebaudengo: i menu sono ispirati
alle mostre d’arte contemporanea del museo. o quella
di Rodolfo Marasciuolo, giardiniere-artista del Comu-
ne che, per i parchi cittadini, crea sculture con vecchie
lamiere e bulloni. e le scorie del passato si fanno poesia.
(ha collaborato Susanna Perazzoli)

Torino sembra restia al cambiamento.


Ma, superata la ritrosia iniziale,


affronta le novitˆ con entusiasmo

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