Il Sole 24 Ore - 07.08.2019

(Dana P.) #1

Il Sole 24 Ore Mercoledì 7 Agosto 2019 11


Finanza


Mercati


Per BancoBpm si avvicina la


prima cedola della sua (breve)
storia: lo ha detto il ceo

Castagna dopo un semestre


con utili in rialzo del %.
Carlo Festa—a pag. 

Banche


Utili BancoBpm


in rialzo del 68%,


Castagna apre


alla cedola


Passo decisivo per il piano di


messa in sicurezza di Trevi:
accordo con l’indiana Megha per

il trasferimento della divisione


oil&gas.
Matteo Meneghello—a pag. 

Costruzioni


Trevi cede


l’oil&gas,


sbloccato il


piano


di salvataggio


I cinesi di Tencent su Universal:


trattative con Vivendi per il 10%


MEDIA


L’offerta valuta la major Usa


 miliardi: più di quanto


vale Vivendi che la controlla


Tencent avrà un anno per


esercitare una call option


e salire al  per cento


Antonella Olivieri


Sulla via della seta Vivendi trova un


partner per Universal music che va-


lorizza la gallina dalle uova d’oro


più di quanto capitalizzava in Borsa


l’intero gruppo prima dell’annuncio


dell’avvio dei negoziati con Ten-


cent. Il gigante del web cinese - ter-


zo al mondo per dimensioni dietro


a Google e Facebook - è entrato in


trattative preliminari con il gruppo


che fa capo a Vincent Bollorè per ri-


levare una quota del % di Univer-


sal Music, valutando la major Usa 


miliardi di euro, appunto  miliardo


in più di quanto valeva Vivendi che


la controlla al %. Se le trattative


andranno a buon fine Tencent avrà


un anno di tempo per esercitare una


call option su un ulteriore % del


capitale allo stesso prezzo.


Vivendi che aveva iniziato un


anno fa il processo per la “valoriz-


zazione” della società - numero  al


mondo nel suo settore, davanti a


Sony e Warner Music, con i diritti di


artisti come Lady Gaga, U e i Rol-


ling Stones - aveva l’obiettivo di ce-


dere una quota di minoranza fino


a poco sotto il % e ieri ha dichia-


rato che la ricerca di partner conti-


nuerà. Tuttavia, la valutazione ri-


conosciuta da Tencent è giudicata


relativamente generosa per una


quota di minoranza, considerato


che le stime spaziavano dai  ai 


miliardi di euro e che i fondi di pri-


vate equity che si erano affacciati


sul dossier si sono poi ritirati da-


vanti al muro del prezzo.


Tencent, che è presente insieme


con Vivendi nel capitale di Spotify,


ha  miliardi di euro di liquidità in


cassa e quest’anno, secondo le


proiezioni, si avvia a realizzare un


free cash-flow superiore ai  mi-


liardi. Mettere sul piatto un cip da 


miliardi (o anche di , volendo rad-


doppiare) non è uno sforzo proibiti-


vo per entrare nel maggior mercato


al mondo dell’entertainment. Da


parte sua, considerato che Universal


Music in Asia fa solo il % del suo


giro d’affari, Vivendi ha tutta la con-


venienza a sfruttare l’entratura di


Tencent per tentare l’espansione in


Cina. Infatti il comunicato della me-
dia company transalpina spiega che

i due gruppi stanno valutando «aree


di cooperazione commerciale stra-
tegica». In questo contesto, Vivendi

si dice «molto interessata» a svilup-
pare forme di stretta collaborazione

che permettano alla controllata Usa


di beneficiare delle «opportunità di
crescita offerte dalla digitalizzazio-

ne e dall’apertura di nuovi mercati».


Con Tencent Vivendi spera in
particolare di migliorare la promo-

zione degli artisti della sua scuderia


e di identificare e promuovere nuovi
talenti in nuovi mercati. Vivendi -

sottolinea la nota - «spera che que-


sta nuova partnership strategica sia
in grado di creare valore» per en-

trambi i gruppi.


Per ora ha creato valore in Borsa
per Vivendi che, dopo una fiamma-

ta iniziale con le quotazioni salite


fino a un massimo di seduta di
, euro, in rialzo dell’,% dal

giorno prima, ha concluso la gior-


nata in progresso del ,% a ,
euro con una capitalizzazione

complessiva superiore ai  miliar-


di. Prima dell’annuncio, Tencent
aveva già concluso le negoziazioni

a Hong Kong in ribasso dell’%, co-


munque con una capitalizzazione
di Borsa pari a  volte quella del

promesso partner europeo che su-


pera i  miliardi di euro.
Universal è di gran lunga l’asset

migliore nel portafoglio di Vivendi.
Nel semestre appena concluso la

major Usa della musica ha contribu-


ito per  milioni (+,%) all’Ebita
del gruppo che è stato di  milioni

(+,%), registrando una crescita


dei ricavi dell’ordine del % a ,
miliardi rispetto ai , miliardi

del consolidato.


L’operazione con Tencent è su-
bordinata alla due diligence sulla

società. A fine luglio, in occasione


della semestrale, Vivendi aveva fat-
to sapere di avere selezionato le

banche per assisterla, senza però


svelarne i nomi, e limitandosi a in-
dicare che PwC era già al lavoro per

la vendor due diligence. Allora il ceo


Arnaud de Puyfontaine aveva preci-
sato che erano in corso «diversi

contatti con potenziali partner stra-


tegici» e l’obiettivo di continuare
nella ricerca, mantenendo però il

controllo al %, è stato ribadito an-


che ieri. Il ricavato, era stato preci-
sato, servirà per sostenere nuove

acquisizioni e per finanziare il buy-


back sulle azioni Vivendi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Olivieri


Bollorè ricarica le munizioni per


nuove acquisizioni. Dopo aver esau-


rito il tesoretto accumulato con la
vendita delle partecipazioni nelle tlc

e aver chiuso il semestre con un in-


debitamento netto di , miliardi, Vi-
vendi con i  miliardi che potrebbe

ricevere da Tencent per il % di


Universal, non avrebbe nemmeno
bisogno di rivolgersi alle banche per

tentare l’assalto finale a Mediaset,


che in Borsa capitalizza appena 
miliardi. Il problema però non sono

i soldi nella campagna d’Italia finora


rivelatasi rovinosa per il finanziere
bretone. Le mire dei francesi hanno

trovato un argine nella legge Ga-


sparri, che impedisce le commistioni
di peso tra tlc e media, nell’irruzione

del fondo Elliott che li ha relegati in


minoranza nel consiglio Telecom e
nella resistenza di Mediaset che sta

per spiccare il volo verso l’Olanda
dove poi potrebbe rivelarsi proibiti-

vo sfilare il controllo a Fininvest.


In Olanda non esiste come in Italia
e in Francia una legge che disciplina

le loyalty shares, ma tutto quello che


non è vietato è ammesso. In realtà so-
no solo quattro le società che preve-

dono il voto maggiorato per gli azio-


nisti fedeli e tutte e quattro sono nel-
l’orbita degli Agnelli - Exor, Fca, Cnh

e Ferrari - che l’hanno adottato per


guidare le aggregazioni senza perde-
re la rotta. C’è poi il caso di Altice, la

holding del francese Patrick Drahi


che si è trasferita ad Amsterdam a fi-
ne novembre col corredo di una cate-

goria di azioni con  voti ciascuna


per il solo azionista di controllo.
Nello statuto di Media for Europe,

la neo costituita holding olandese de-


stinata a riunire sotto lo stesso tetto
le Mediaset italiana e spagnola, è pre-

vista una sorta di loyalty share ibrida.


Zero tempi di attesa, voto triplo da
subito, moltiplicato per cinque dopo

tre anni e per dieci dopo cinque anni.
Benefici che permetterebbero a Fi-

ninvest di raggiungere la tranquillità


della maggioranza dei due terzi,
stante che a Vivendi non sarebbe

concesso accedervi fintanto che pen-


de il contenzioso in Italia sullo stesso
tema (esclusione dal voto all’assem-

blea che ha approvato il voto doppio


secondo le regole nazionali).
In Olanda, dove le società sono

perlopiù multinazionali a capitale


diffuso, nessuna ha il voto multiplo.
Tuttavia i tre quarti delle quotate

hanno inserito in statuto una super


pillola avvelenata contro le scalate
ostili che permette l’intervento di

una Fondazione indipendente che,


tramite aumento di capitale gratuito,
può blindare il controllo senza sve-

narsi fino al cessato pericolo e co-


munque per un massimo di due an-
ni. Una difesa pensata per le public

company, ma che potrebbe tornar
utile anche agli assediati.

Ora, Vivendi ha puntato sul reces-


so nella speranza che il mercato volti
le spalle a Media for Europe. Se è vero

che le quotazioni Mediaset languono


a , euro, sotto il prezzo di recesso
fissato a , euro, non dovrebbe pe-

rò essere difficile ricollocare ad altri


investitori i titoli che dovessero esse-
re restituiti, dal momento che MfE

distribuirà un dividendo straordina-


rio da cento milioni e varerà un buy-
back fino a , euro per azione. Bol-

loré, che non sembra intenzionato a


mollare la presa, ha di fronte due
strade. O ricorrere d’urgenza al Tri-

bunale per recuperare i diritti di voto


sul suo ,% all’assemblea del  set-
tembre e bloccare così il trasferimen-

to in Olanda. O lasciar correre, per


proseguire il contenzioso in Olanda,
dove la Corte deputata alle contro-

versie d’affari ha il merito di decidere


nell’arco di pochi mesi. Non c’è però
giurisprudenza sul tema, visto che

manca la materia prima. L’unico pre-


cedente è la contestazione di un divi-
dendo di “fedeltà” maggiorato, che la

Corte ha giudicato ammissibile pur-


chè motivabile e proporzionato. Se
comunque la “preda” riuscisse a

sfuggire, c’è chi immagina contrac-
colpi su Telecom, che Bollorè potreb-

be essere tentato di cedere al miglior


offerente. Fermo restando che quo-
tazioni ancora inchiodate a  cente-

simi, poco più della metà del prezzo


di carico già svalutato, potrebbero
scoraggiare velleità in tal senso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PANORAMA


È costata cara l’incursione dei cybercriminali nel
database della catena alberghiera Marriott: colpita

dalle causa delle sanzioni proposte dal britannico


Information Commissioner's Office in relazione
alla violazione dei dati nel suo sistema di prenota-

zione degli hotel Starwoods, la società nei
conti del secondo trimestre si è vista co-

stretta ad accantonare  milioni di dolla-


ri. Di qui i conti al di sotto delle attese: i
risultati relativi al secondo trimestre sono

stati segnati dal declino dei profitti netti da


 milioni, pari a , dollari per azione,
a  milioni, e  centesimi. Quanto basta

per innescare un’ondata di vendite sul tito-


lo a Wall Street, che lunedì - giornata nera
per tutti - hanno visto segnare una flessio-

ne di oltre il %, a cui si è aggiunta un’altra


apertura in pesante ribasso nella giornata
di ieri, poi chiusa lontano dai minimi grazie

alla ripresa di tutti i listini americani. Tor-


nando ai conti del trimestre, su base rettificata
l’utile per azione si è attestato a , dollari, in linea

con il consensus. I ricavi complessivi del gruppo


sono invece calati da , a , miliardi, contro i
, miliardi attesi dagli analisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno dei maggiori private equity al mondo, cioè il
colosso degli investimenti americano Blackstone ,

sta acquisendo una quota del -% nel fondo di


private equity, sempre statunitense, Bc Partners per
 milioni di dollari.

L’operazione sarebbe ormai in fase con-


clusiva e segna una svolta per il settore del
private equity a livello internazionale:

Blackstone e la stessa Bc Partners sono tra


i maggiori operatori del settore con miliardi
di dollari investiti in tutto il mondo nel set-

tore degli asset alternativi e con un redditi-


zio track record.
Proprio Bc Partners, nel caso parte del-

l’operazione avvenisse in aumento di capita-


le, dovrebbe invece investire più della metà
del denaro ricavato nella sua attivitá, poichè

intende espandersi nel settore immobiliare


e del credito e costituire un nuovo fondo di
private equity. I due operatori potrebbero an-

che siglare partnership per gli investimenti nel settore


immobiliare, del credito e del private equity. Blacksto-
ne dovrebbe effettuare la transazione tramite la sua

piattaforma dedicata alle minoranze azionarie, cioè


Strategic Capital Group
—C.Fe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PRIVATE EQUITY


Blackstone entra


con il 15% in Bc partners


GRAND HOTEL


A Marriott costa cara


l’incursione sul database


Private equity.


Nel mirino di
Blackstone un 10-

15% dei rivali di Bc


Partners


Cyber-attacco. Il
sistema di

prenotazione degli


hotel Starwoods è
stato violato

È la svedese Klarna la startup in ambito fintech che
vale di più in Europa. La società resa famosa dallo

slogan «Compra subito, paga poi» ha concluso ieri un


finanziamento da  milioni di dollari da un gruppo
di investitori guidato da Dragoneer Investment

Group (basato a San Francisco) e composto


per lo più di operatori della Silicon Valley che
nei fatti hanno assegnato una valutazione

complessiva pari a , miliardi di dollari.


Fondata nel  dall'amministratore dele-
gato Sebastian Siemiatkowski e dai suoi

partner, Klarna prevede un modello di busi-


ness che consente ai consumatori di acqui-
stare online senza dover fornire i dettagli di

pagamento al commerciante da cui acquista-


no. Klarna paga per l'ordine, che viene quindi
spedito, quindi fattura all'acquirente, che ge-

neralmente ha a disposizione  o  giorni
per saldare. Presente in buona parte dei Paesi

europei (ma non ancora in Italia), ora Klarna


si prepara a seguire le orme di altre grandi fintech
europee come N per concentrare gli sforzi sullo

sviluppo negli Stati Uniti, dove la crescita della platea


dei clienti avviene al ritmo annuale di  milioni. Vista
la valutazione ottenuta inq uest’ultimo round di fi-

nanziamento, ora per Klarna sembra più vicino anche


lo sbarco in Borsa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

FINTECH


Assegno da 460 milioni


per la svedese Klarna


Compra subito,
paga poi. La

startup Klarna ha


rivoluzionato
i pagamenti

LA CAMPAGNA D’ITALIA


Bollorè al bivio su Mediaset:


fermarla o rincorrerla in Olanda


I ricavi delle principali controllate del gruppo


Valori in milioni di euro


UNIVERSAL
MUSIC GROUP

CANAL +
GROUP

HAVAS
GROUP

ALTRI
BUSINESSES

TOTALE
VIVENDI

2017


12.518 5.673 5.198 1.221 436


2018






+4,9%


Fonte: dati societari





N.D.






-0,3%






+10%


424


+4,3%


L’impero di Bollorè


COS’È IL GRUPPO DI MA HUATENG


Il colosso di WeChat & Co


È nota soprattutto per essere il


gigante cinese della messaggistica


con l’app WeChat, lanciata nel


 e utilizzata da un miliardo di


utenti. WeChat serve anche per


pagare le bollette ma soprattutto


per fare acquisti con WeChat pay,


per esempio su JD.com, secondo


colosso dell’e-commerce cinese di


cui Tencent si è assicurata il %.


Quartier generale nelle Tencent


Seafront Towers a Shenzhen, il


gruppo è stato fondato nel 


tra gli altri da Ma Huateng, attuale


ceo e chairman. Conosciuto anche


come Pony Ma, è il numero  tra i


più ricchi al mondo secondo


Forbes con un patrimonio di ,


miliardi di dollari. Tencent è la


seconda più grande società tech


cinese ed è arrivata a superare a


fine novembre  la


capitalizzazione di  miliardi di


dollari superando Facebook. Oggi


capitalizza  miliardi dopo una
crisi, la prima, attraversata l’anno

scorso con i videogiochi per


smartphone. Resta che dal  al
 i ricavi sono lievitati da , a

, miliardi di yuan (oltre 
miliardi di dollari). I business

spaziano dai social media ai


videogame (primo produttore
mondiale), dall’e-commerce al

cinema alle utilities. Non manca la


musica. Nel  Tencent ha
firmato accordi di distribuzione

in Cina con grandi case tra cui


Sony e Warner e tre anni dopo si è
accordata proprio con Universal

per lo streaming in Cina. Da


Vivendi, invece, nel  ha
acquistato il % del produttore

francese di videogiochi Ubisoft.


—Al.An.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Munizioni per  miliardi, ma


nei Paesi Bassi c’è la pillola


avvelenata anti-scalata


4


Voto multiplo in Olanda


Solo quattro le società in


Olanda con premio fedeltà:


Exor, Fca, Cnh e Ferrari


Leader globale. Universal Music è la principale casa discografica mondiale


REUTERS
Free download pdf