Il Sole 24 Ore Mercoledì 7 Agosto 2019 13
Finanza & Mercati
Il cambio di controllo regala in
Borsa un exploit vicino al %
per il Gruppo Green Power,
azienda attiva nelle rinnovabili
e nell’efficientamento energeti-
co. Dopo che per gran parte
della seduta il titolo della socie-
tà non è riuscito a fare prezzo,
in chiusura le quotazioni si
sono fermate a , euro, con
un rialzo del ,%. Il balzo
arriva dopo l’annuncio del-
l’operazione - anticipata da Il
Sole Ore - che porterà l’al-
toatesina Alperia a detenere il
controllo della maggioranza
del capitale di Green Power, un
passaggio di proprietà a cui
seguirà il lancio di una offerta
pubblica d’acquisto.
In una nota la società ha
precisato che al momento
Alperia non ha deciso se punta-
re al delisting del titolo dal-
l’Aim Italia. In base agli accordi
raggiunti tra Alperia e i fratelli
Barzazi, attuali proprietari di
Green Power, questi ultimi
hanno ceduto le quote detenute
direttamente e indirettamente
all’acquirente che arriverà così
a detenere il ,% del capita-
le. Il prezzo della transazione è
di , euro per azione, ma il
controvalore è rettificabile al
closing in base a una serie di
condizioni previste nell’accor-
do sottoscritto tra le parti.
Dopo avere rilevato nei mesi
scorsi Bartucci e Sum, l’altoate-
sina Alperia prosegue dunque
lo shopping. La scelta di punta-
re sul Gruppo Green Power,
quotato sull’Aim Italia e con
sede vicino Venezia e specializ-
zato nell’efficienza energetica,
nel fotovoltaico e nelle pompe
di calore si spiega con una serie
di motivazioni. In particolare,
la multiutility, terzo produtto-
re idroelettrico nazionale con
, GW di capacità installata
grazie a oltre impianti nel-
l’Alto Adige, con Green Power
trova una perfetta complemen-
tarietà territoriale visto che è
diffuso in sette Regioni italiane
del Nord (con una presenza
molto forte in Veneto e Lom-
bardia) più Marche e Lazio e
non è attivo in Trentino Alto
Adige. La società può vantare
una rete commerciale propria
oltre che di agenti, attivi in
tutto il Nord: ha chiuso il
con un fatturato di milioni e
un Ebitda di milioni ma en-
trambi i dati potrebbero rive-
larsi superiori nel .
—R. Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DENARO&LETTERA
GREEN POWER: +59,2%
Il titolo rimbalza del 59,2%
acceso dall’interesse di Alperia
2,
07/05/19 06/08/
Andamento del titolo a Milano
1,
2,
3,
3,
Guala Closures ha raggiunto un
accordo con il marchio vinicolo
californiano Boen, parte di Copper
Cane Wines & Provisions di Joseph
Wagner, per il lancio della prima
chiusura in alluminio con tecnolo-
gia Nfc (Near-Field Communica-
tion). Si tratta di una chiusura con
chip integrato sviluppata da Guala
Closures e SharpEnd, grazie al
quale i consumatori potranno avere
accesso immediato alle informa-
zioni sul vino che stanno acqui-
stando (vigneti di provenienza,
visita virtuale alla tenuta di Boen,
processi produttivi, commenti di
altri consumatori) semplicemente
avvicinando il proprio smartphone
al tappo della bottiglia. «Siamo lieti
e orgogliosi di annunciare questa
partnership con Copper Cane
Wines & Provisions. I nostri sforzi
nello sviluppo di innovazioni
stanno dando i loro frutti e siamo
particolarmente felici di raggiunge-
re questo obiettivo con Boen. È
stato entusiasmante lavorare con
Joseph Wagner per portare e-WAK,
la chiusura connessa di Guala
Closures, ai vini Boen e siamo
soddisfatti di far parte di questa
svolta importante per l'industria
vinicola in termini di innovazione
tecnologica», ha commentato
Simon Yudelevitch, general mana-
ger Guala Closures North America.
—R.Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GUALA CLOSURES: -0,65%
Accordo con la californiana Boen
per i tappi da vino intelligenti
07/05/19 06/08/
Andamento del titolo a Milano
5,
6,
6,
6,
6,
PARTERRE
Mps, Enria difende Nouy
sull’aumento di Stato
Nel ruolo giocato nel salvataggio del Montepaschi «la
Bce, nel rispetto della cornice legale, ha svolto i suoi
compiti di vigilanza in piena indipendenza da qualsia-
si influenza inopportuna o interferenza». Andrea En-
ria, presidente del Consiglio di vigilanza bancaria che
fa capo alla Banca centrale europea, lo ha messo nero
su bianco in risposta a una lettera inviata nei giorni
scorsi da Markus Ferber, politico tedesco ed Europarla-
mentare della Csu. La lettera è stata pubblicata ieri
dalla Bce stessa. «Al momento della ricapitalizzazione
precauzionale, Banca Monte dei paschi di Siena rispet-
tava i requisiti relativi al capitale minimo applicabile»
e aveva un deficit di capitale soltanto nello scenario
avverso degli stress test, spiega Enria riferendosi ai
criteri della direttiva Brrd. Enria ricorda che la Com-
missione europea ha concluso, nella sua decisione di
dare il via libera agli aiuti di Stato alla banca senese
nel , che «la ricapitalizzazione precauzionale non
fu usata per coprire perdite che la banca aveva subito
in passato o che aveva probabilità di subire nel futuro
a breve». (R.Fi.)
Va in stand-by l’asta per la vendita di Dainese da parte del-
l’investitore-azionista Investcorp: attesa che durerà almeno
fino a settembre, quando saranno annunciati e verificati i
dati del terzo trimestre dell’anno per il brand dell’abbiglia-
mento tecnico. Resta dunque da capire se Permira,l’investi-
tore che era ormai in fase di trattativa avanzata, riprenderà
in mano il dossier al termine dell’estate.
L’asta prosegue ormai da diversi mesi sotto la regia
dell’advisor Lazard: Permira, gruppo finanziario guidato
da Fabrizio Carretti e con una forte esperienza nel settore
del fashion e del lusso (dopo aver realizzato in Italia Va-
lentino), era rimasto l’unico private equity in lizza. In
precedenza, il dossier era stato infatti seguito da Carlyle
e da diversi altri fondi.
C’è da dire che il dossier Dainese è stato visionato anche
da gruppi industriali, come ad esempio gli americani di
Corus Corporation, azienda di Salt Lake City che per diverso
tempo è stata in gara, tranne poi ritirarsi. Di sicuro le attese
di Investcorp sono elevate in termini di prezzo (si è parlato
in passato di circa milioni) e solo da settembre si potrà
conoscere l’esito della gara. (C.Fe.)
Jeff Bezos, l’uomo più ricco al mondo dal trono di Amazon,
vende titoli del suo colosso terrestre dell’e-commerce per
finanziare sogni siderali. Bezos ha ceduto titoli per un
miliardo di dollari, cifra che si somma a , miliardi già
rastrellati nei giorni immediatamente precedenti, per un
bottino totale da quasi miliardi. Impossibile affermare
con certezza che cosa farà Bezos dei soldi, ma un obiettivo
lui l’aveva già dichiarato apertamente: che avrebbe ven-
duto azioni per almeno un miliardo ogni anno allo scopo
di finanziare Blue Origin, la sua società di razzi e di esplo-
razione spaziale in feroce concorrenza con la Space X di
Elon Musk. Altri suoi noti impegni finanziari riguardano
una fondazione per asili nido e assistenza alle famiglie
senza casa. Il chief executive di Amazon di sicuro si è sba-
razzato, tra giovedì e venerdì scorsi, di . azioni
stando alla documentazione presentata alle autorità mo-
biliari della Sec, dopo averne cedute quasi il doppio nella
stessa settimana. Niente paura, però, se Bezos sogna la
Luna o Marte non ha la testa fra le nuvole quando in gioco
è la sua cassaforte: il patrimonio personale legato a Ama-
zon resta valutato miliardi di dollari. (M. Val.)
In stand-by l’asta
per la vendita di Dainese
Bezos sogna la luna
e vende azioni Amazon
BancoBpm aumenta gli utili del 68%
Il gruppo pensa al primo dividendo
SEMESTRALI/
Le cessioni e la riduzione
dei rischi sostegono i conti
semestrali del gruppo
L’attività core migliora
nel secondo trimestre:
proventi operativi +,%
Carlo Festa
MILANO
Le cessioni e il derisking spingono
i conti del Banco Bpm nel seme-
stre, che si chiude con un utile
netto di milioni di euro con
una crescita del %, rispetto allo
stesso periodo del , grazie so-
prattutto a un secondo trimestre
in accelerazione.
Ora il focus è sul nuovo piano
industriale triennale, che sarà
presentato entro l’anno e punterà
a confermare la spinta alla redditi-
vità. L’istituto riprende inoltre a
pensare alla distribuzione di un
dividendo.
«Finalmente possiamo dedicare
la nostra attenzione e il nostro fo-
cus sull’azione commerciale. Il
nuovo piano punta sulla redditivi-
tà, in quanto non abbiamo più pro-
blemi di capitale né rilevanti pro-
blemi di crediti deteriorati, rispetto
ai quali possiamo andare avanti
con una stabile riduzione. Dopo
aver condotto un massivo de-
risking negli ultimi anni, non vo-
gliamo continuare a perdere soldi
solo per dover vendere in fretta i
crediti deteriorati ancora in bilan-
cio. Pensiamo di poterli ridurre or-
ganicamente per arrivare a un mi-
gliore npe ratio» indica il ceo di
Banco Bpm, Giuseppe Castagna,
sottolineando come il costo del ri-
schio sia sceso nel primo semestre
dell’anno a punti base rispetto ai
( normalizzati) registrati nel
. Ora gli stock crediti deterio-
rati netti sono pari a , miliardi
con una contrazione di milioni
rispetto a fine (-%).
I riflettori sono puntati sul se-
condo trimestre, che si chiude con
un utile netto di periodo pari a
, milioni, rispetto al risultato
netto di , milioni realizzato nel
primo trimestre (al di sopra del
consensus che si fermava a mi-
lioni), più che triplicato rispetto ai
, milioni dello stesso periodo
del . L’utile per azione adju-
sted dell’esercizio, al netto cioè del-
le componenti reddituali non ricor-
renti, è atteso superare i trenta cen-
tesimi di euro. «Quest’anno penso
che potremo ricominciare a pensa-
re alla distribuzione dei dividendi»
indica Castagna.
Ad influire sono stati gli utili da
cessione di partecipazioni e inve-
stimenti per , milioni che in-
cludono le plusvalenze lorde con-
seguite per effetto della riorganiz-
zazione del comparto del credito al
consumo (, milioni) e della re-
alizzazione della partnership con
Credito Fondiario nella gestione
delle attività di recupero dei crediti
deteriorati (, milioni).
Nel primo semestre erano
invece presenti utili per , mi-
lioni derivanti quasi interamente
dalle cessioni di quote partecipati-
ve effettuate nell’ambito della rior-
ganizzazione del comparto del
bancassurance.
Da notare tuttavia che sul fron-
te dei ricavi il margine di interesse
è sceso nel semestre del ,% e le
commissioni nette del %, mo-
strando però segnali di ripresa tri-
mestre su trimestre, con il margi-
ne di interesse che è aumentato
dell’,% e le commissioni del
,%: i proventi operativi core del
secondo trimestre raggiungono
infatti quota milioni ( +,%).
Ieri il titolo in Borsa ha chiuso in
rialzo dello ,%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SEMESTRALI/
CreVal, l’utile sale a 23,5 milioni
e Dumont si rafforza al 9,9%
Il credito su pegno finisce
a Dorotheum, in dote
plusvalenza di milioni
Nel giorno del via libera ai conti del
semestre e della vendita delle attività
di credito su pegno, il socio Denis
Dumont lancia un forte segnale di
fiducia al Credito Valtellinese e di-
venta il principale azionista dell’isti-
tuto portando la sua quota dal ,%
al , per cento.
L’uomo d’affari transalpino supe-
ra così l'hedge fund Altera Absolute
Investments (,%), Hosking
(,%), Credit Agricole (%), Alge-
bris (,%). In particolare, Dumont si
lascia così alle spalle l’altro socio fran-
cese, Credit Agricole, dato nei mesi
scorsi come intenzionato a salire nel-
la compagine azionaria.
Gli ultimi acquisti di Dumont (per
una quota di circa l’,%) sono avve-
nuti dopo la presentazione del nuovo
piano industriale -, con un
focus sul rilancio dell’attività com-
merciale e sul forte radicamento con
il territorio e le famiglie. Si tratta così
di un segnale di fiducia, da parte di
Dumont, verso l’amministratore de-
legato, Luigi Lovaglio, e la sua squa-
dra manageriale.
Proprio ieri è stata poi finalizzata
la cessione delle attività di credito su
pegno a Custodia Valore del gruppo
Dorotheum (advisor sono stati Kpmg
e Deloitte), che aveva già acquisito lo
stesso business da Unicredit raffor-
zando dunque la leadership nel setto-
re del credito su pegno. La cessione
comporterà per Creval una plusva-
lenza lorda di milioni.
Intanto i conti del primo semestre
dell’istituto si sono chiusi con un uti-
le netto in crescita a , milioni che
si confronta con l’utile di mila
dello stesso periodo dell’anno scor-
so. Sull’utile del semestre hanno in-
fluito le imposte sul reddito che nel
periodo sono positive per , milio-
ni. Il margine di interesse si attesta
a , milioni (-,%), mentre le
commissioni nette scendono a ,
milioni (-,%).
I crediti deteriorati netti totaliz-
zano , milioni di euro in ridu-
zione del ,% rispetto a fine
( milioni di euro). In particolare,
le sofferenze sono pari a milioni
di euro in calo del %, le inadem-
pienze probabili sono pari a
milioni di euro in riduzione del
,% e le esposizioni scadute sono
pari a milioni di euro in diminu-
zione del ,%. La copertura dei
crediti deteriorati si attesta al
,% rispetto al dato di fine
pari a ,%. Quanto ai coefficienti
patrimoniali: è al ,% il Cet ratio,
al ,% il Tier ratio e al ,% il
Total Capital ratio.
—C.Fe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Torre Velasca, Unipol concede l’esclusiva ad Hines
Paola Dezza
Un epilogo già scritto. La gara per la
vendita della Torre Velasca di Milano
da parte di Unipol potrebbe conclu-
dersi con la vittoria degli americani di
Hines. Dopo che lo scorso luglio so-
no arrivate sul tavolo dell’advisor JLL
le offerte vincolanti dei sei invitati alla
gara (tra gli altri Blackstone, Merope
e un fondo coreano), secondo le voci
di mercato, la compagnia assicurativa
guidata da Carlo Cimbri avrebbe scel-
to di concedere l’esclusiva proprio ad
Hines. Il colosso americano guidato in
Italia da Mario Abbadessa avrebbe of-
ferto milioni di euro per l’iconico
edificio disegnato negli anni Cin-
quanta dallo studio BBPR. Una cifra,
sempre secondo i rumor, che avrebbe
distanziato quasi tutti gli avversari.
Solo il team della svizzera Artisa, che
raccoglie capitali di alcuni family offi-
ce e che ha iniziato a guardare il real
estate italiano da pochi mesi, avrebbe
offerto milioni di euro, cifra però
vincolata a una serie di clausole diffi-
cili da realizzare. La società elvetica
aveva, infatti, intenzione di aprire un
hotel nella torre, percorso difficile che
deve sottostare ai vincoli della So-
printendenza e a quelli di sicurezza
imposti dai Vigili del fuoco.
Per Hines si tratterebbe di una ac-
quisizione che consolida un portafo-
glio da due miliardi di euro costruito
passo dopo passo concentrando lo
shopping sul centro di Milano in par-
ticolare e su asset storici da valorizza-
re. Per Unipol una vendita ventilata da
anni. Resta ora da vedere come il pro-
getto degli americani intenda recupe-
rare l’edificio che con i suoi metri
è stato a metà del secolo scorso al ver-
tice della classifica degli edifici più alti
della città, oggi superato dai gratta-
cieli simbolo del potere della finanza
come la Unicredit Tower.
Questo sarebbe il quarto passag-
gio di mano per la Torre, ceduta nel
da Allianz alla Fondiaria Sai dei
Ligresti e passata poi con la compa-
gnia assicurativa alla Unipol delle Co-
op rosse. In questi ultimi anni si è cer-
cato il rilancio dell’edificio, ma tutto
è ancora fermo. A comprare la Torre
hanno provato in passato il fondo
Orion, Atlantica Sgr e anche Mr. Su-
ning, Zhang Jindong, il proprietario
dell’Inter. Senza mai trovare, però,
l’accordo con Unipol.
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IMMOBILI
D
opo aver perso oltre il % dal luglio, arrivando a
toccare il minimo da sette mesi sotto i dollari al
barile, il petrolio Brent ieri ha tentato il rimbalzo.
Ma ha fallito: dopo aver toccato in apertura quota ,
dollari (minimo da gennaio), è infatti risalito a ,
dollari. Ma in serata ha fatto nuovamente marcia
indietro, tornando sotto quota . Iter simile
per il Wti. A pesare sul petrolio sono le tensioni
tra Stati Uniti e Cina: da un lato il presidente
Trump venerdì ha annunciato una nuova
ondata di dazi al % sulle importazioni
statunitensi di beni cinesi, dall’altro lunedì la
Cina ha risposto consentendo la svalutazione
dello yuan al minimo dal . Questo nei
giorni scorsi ha pesato su tutti i mercati,
incluso sul petrolio: il timore è che la disputa
commerciale (che poi non è solo
commerciale) tra i due maggiori consumatori
di petrolio possa frenare le loro economie e
dunque il consumo di oro nero. Ieri le tensioni
si sono un po’ calmate, con la stabilizzazione dello yuan, e
il Brent ha potuto recuperare qualcosa. Ma l’incertezza
resta tutta sul terreno. Lo conferma la marcia indietro
serale delel quotazioni: alle , italiane il Brent
quotava a , dollari al barile.
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di Morya Longo
IL PETROLIO TENTA
IL RIMBALZO, MA FALLISCE
IL MINIMO
DEL BRENT
In mattinata il Brent
ha toccato il minimo
da gennaio
58,
GIUSEPPE
CASTAGNA
Amministratore
delegato di Banco
Bpm: nel
semestre utili in
rialzo del 68%
Gli americani hanno offerto
milioni di euro
per acquisire l’immobile
MERCATI
Principali voci di
conto economico
del I semestre.
In milioni
I SEM 2018
I SEM 2019
VAR. A/A
VAR.% A/A
Fonte: dati societari
Margine
di interesse
Commissioni
nette
Proventi
operativi
Oneri
operativi
Risultato netto
di periodo
1.180,1 935,2 1.191,2 -1.390,7 352,
593,
240,
68,2%
-1.345,
-45,
-3,3%
994,
-197,
-16,5%
888,
-166,
-13,3%
1.020,
-160,
-13,6%
Il semestre di BancoBpm