Il Sole 24 Ore - 07.08.2019

(Dana P.) #1

20 Mercoledì 7 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore


Mondo


LA GIORNATA


Israele prende parte alla coalizio-
ne messa a punto dagli Usa per

proteggere la navigazione nel Gol-


fo persico. Lo ha rivelato oggi, se-
condo i media locali, il ministro

degli esteri Israel Katz nel corso di


una seduta a porte chiuse della
commissione parlamentare per gli

affari esteri e la sicurezza. Katz ha


precisato che la adesione israelia-
na a quella iniziativa è

giunta in seguito ad una


sua visita negli Emirati
Arabi Uniti. Israele, ha

aggiunto, ha tutto l'inte-


resse ad arginare la
espansione delle attività

iraniane e a rafforzare i


legami con i Paesi arabi
del Golfo.

La decisione, se con-
fermata, rischia di ac-

crescere ulterioremente la situa-
zione nel Golfo, dove gli Stati Uniti

e il Regno Unito hanno recente-


mente più volte segnalato azioni
di disturbo alle petroliere in tran-

sito nella stretto di Hormuz da


parte dell’Iran. Si teme che
un’escalation della tensione e un

conseguente incidente possa in-


nescare nell’area un conflitto su
larga scala. L’eventuale

partecipazione israelia-


na alla coalizione messa
a punto dagli americani

per proteggere la navi-
gazione in questa area

cruciale per il passaggio


internazionale del pe-
trolio, aggiunge un ele-

mento di rischio a una


situazione già esplosiva.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

I vertici del governo e dell’esercito


pakistano hanno annunciato ieri
di essere pronti a ricorrere a nuove

forme di pressione, sia diplomati-


che che militari, nei confronti del-
l’India dopo che lunedì il governo

di New Delhi ha drasticamente ri-


dotto il grado di autonomia di una
regione sotto il proprio controllo,

ma rivendicata anche dal Paese
confinante.

La modifica costitu-


zionale che ha revocato
lo status speciale accor-

dato al Jammu & Kash-


mir, l’unico Stato a mag-
gioranza musulmana

dell’India, ha provocato


ieri un secondo giorno di
manifestazioni di piazza

al di là della Linea di


controllo, il confine provvisorio
tra i due Paesi.

Il primo ministro pakistano


Imran Khan ha promesso che si
opporrà in ogni sede alla decisio-

ne indiana: «Stiamo pensando a


come investire della questione la
Corte internazionale di giustizia e

il Consiglio di sicurezza del-


l’Onu», ha spiegato. Gli ha fatto
eco il chief of army staff

Qamar Javed Bajwa di-


cendo che l’esercito
pakistano, ovvero il

principale centro di po-


tere del Paese, «è al fian-
co del popolo del Kash-

mir ed è pronto a tutto


pur di non venir meno ai
propri obblighi».

—Ma.Mas.


Coprifuoco.
Pattugliamento

a Srinagar


IN FUNZIONE ANTI-IRAN


Golfo, Israele nel gruppo


a guida Usa per la protezione


AUTONOMIA DEL KASHMIR


Pakistan, offensiva diplomatica


contro la decisione dell’India


ALTA TENSIONE
Israele potrebbe
far parte del
gruppo di Paesi,
guidato dagli Stati
Uniti, impegnato
la sicurezza del
transito delle
petroliere nel
Golfo dopo
l’aumento della
tensione con l’Iran

CAMBIAMENTO CLIMATICO


Londra accelera verso


le rinnovabili per avere


emissioni “” entro il 


La percentuale di energia


generata dalla lignite è al %


contro il % di  anni fa


Nicol Degli Innocenti


LONDRA


Un tempo nessun Paese al mondo


utilizzava più carbone della Gran


Bretagna. Il carbone era stato il mo-


tore della rivoluzione industriale,


dava lavoro a , milioni di minatori,


e dieci anni fa rappresentava ancora


il % dell’energia generata. Il decli-


no è stato precipitoso: ora la percen-


tuale è scesa al %, mentre accelera


la chiusura delle centrali. L’addio al


carbone è imminente.


Il Governo ha stabilito la data del


 per la scadenza ufficiale del-


l’era del carbone, ma la fine potreb-


be arrivare in anticipo. Nei giorni


scorsi è stata annunciato dal gruppo


tedesco Rwe che Aberthaw B, l’ulti-


ma centrale a carbone rimasta in


Galles, chiuderà i battenti nel marzo


 perché le condizioni di mercato


sono «troppo difficili».


A quel punto resteranno solo


quattro centrali attive in tutta la


Gran Bretagna, tre in Inghilterra e


una in Irlanda del Nord, che difficil-


mente potranno restare aperte per


altri cinque anni. Quest’anno ha se-


gnato un altro record. Per  giorni e


sei ore non è stata usata affatto ener-


gia generata dal carbone, il periodo


più lungo dall’Ottocento.


«Negli ultimi dieci anni sono stati


fatti grandi progressi nella decarbo-


nizzazione del sistema energetico,


ma il  rappresenta una pietra


miliare -, ha detto John Pettigrew,


amministratore delegato di Na-


tional Grid -. È la prima volta dai
tempi della rivoluzione industriale

che meno della metà dell’energia


generata è stata prodotta da com-
bustibili fossili. Siamo a un punto

di svolta».


Lo scorso anno il % dell’energia
è stata generata da fonti rinnovabili

o da centrali nucleari. La direzione di


marcia è chiara: la Gran Bretagna
marcia spedita verso la decarboniz-

zazione, in linea con l’ambizioso


obiettivo del Governo di arrivare a
emissioni zero entro il .

Il gas però rappresenta ancora il


% dell’energia generata e riscalda
l’% delle abitazioni nel Paese. Re-

sta anche il modo più rapido e affida-


bile di generare energia quando le
condizioni metereologiche ridu-

cono o frenano la generazione di


energia eolica o solare. Per poter


raggiungere l’obiettivo del Gover-
no il contributo del gas andrà dra-

sticamente ridotto o le emissioni


nocive catturate o neutralizzate. Gli
esperti puntano sull’aumento delle

rinnovabili e si affidano anche a


nuove tecniche e tecnologie. Le pile
a combustibile sono una fonte pro-

mettente di energia verde, che la


Gran Bretagna potrebbe anche im-
portare dalla Norvegia tramite cavi

sottomarini.


Allo stato attuale l’energia nucle-
are rappresenta ancora un quinto

del totale in Gran Bretagna, ma en-


tro il  tutte le vecchie centrali
tranne una saranno chiuse mentre

solo una centrale di nuova genera-


zione è in fase di costruzione a


Hinkley Point in Inghilterra. I pro-


getti di costruirne altre sono stati
cancellati perché troppo cari e il Go-

verno non sembra intenzionato a


impegnarsi in progetti così costosi
e a lungo termine. Il contributo da

combustibili fossili e nucleare an-


drà a declinare, quindi, mentre forti
investimenti in rinnovabili faranno

aumentare la percentuale nei pros-


simi anni. Londra prevede che
l’energia generata da maree e moto

ondoso possa rappresentare il %


del totale entro il .
Il Governo quest’anno ha offerto

incentivi al settore eolico offshore in


cambio di investimenti in nuovi im-
pianti e si prevede che entro dieci an-

ni potrà generare da solo il %


dell’elettricità in Gran Bretagna,
che diventerebbe il maggiore pro-

duttore al mondo. Il partito conser-


vatore ha invece bloccato gli incenti-
vi per l’eolico onshore, citando

l’opposizione dei cittadini ad ave-


re turbine vicino alle loro abitazioni.
L’installazione di nuove turbine è

crollata dell’% e va di nuovo acce-


lerata, secondo le associazioni
ambientaliste che hanno chie-

sto al Governo di rivedere il blocco


perché l’eolico onshore è il modo
meno costoso di generare energia.

Il ministero dell’Ambiente sta an-


che rivedendo la decisione di so-
spendere i sussidi ai pannelli so-

lari che ha portato a un drastico


calo delle installazioni. L’energia
solare rappresenta poco più del

,% dell’elettricità generata in


Gran Bretagna.
Secondo Doug Parr, chief scien-

tist di Greenpeace Uk, il Governo bri-


tannico «dovrebbe smettere di fre-
nare l’energia eolica e solare, che so-

no l’unico modo di arrivare davvero


all’obiettivo energia pulita». Di
recente anche la Germania ha decre-

tato la fine delle centrali a carbone,


ma con una tempistica più lunga, che
potrebbe protrarsi fino al .

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Regno Unito, il breve addio al carbone


Entro il 2025 chiuse tutte le centrali


5%


Energia dal carbone


Soltanto dieci anni fa


rappresentava il 40%


dell’energia elettrica totale


53%


Energia rinnovabile


Il dato si riferisce all’anno


scorso e pone Londra in


buona posizione in Europa


Il futuro è nell’eolico


offshore, anche se ci


sono pressioni perché


ripartano gli impianti


pure all’interno


Fine nel 2025. La centrale a carbone di Fiddlers Ferry, nel Nord dell’Inghilterra


REUTERS

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