Il Sole 24 Ore - 07.08.2019

(Dana P.) #1

8 Mercoledì 7 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore


Economia & Imprese


Bonomi Group conquista


raccorderie della Frabo


INDUSTRIA


La società acquisita


ha ricavi per , milioni


e  dipendenti


Aldo Bonomi: «Dimensione


maggiore significa avere


più forza sui mercati»


Matteo Meneghello


BRESCIA


«Il nostro principale competitor è un


olandese , e fattura , miliardi, il se-


condo è un tedesco e ha un giro d’af-


fari di circa ,. Piccolo sarà anche


bello, ma se vogliamo competere sul


mercato dobbiamo cercare di cre-


scere». Quando si parla di barra


d’ottone e di valvole, si parla di Bre-


scia e il gruppo guidato da Aldo Bo-


nomi, vicino alla soglia dei  mi-


lioni di euro di ricavi, è uno dei cam-


pioni di questo distretto. Ma la com-


petizione con i colossi del settore è


serrata, e la crescente specializza-


zione e la capacità di presidiare i


mercati internazionali tipica delle


Pmi di questo territorio rischiano di


non essere più sufficienti in un mer-


cato sempre più globalizzato. Bono-


mi l’ha capito da tempo e nelle scorse


settimane è passato ai fatti, rilevan-


do, sempre in provincia di Brescia, la


Frabo, realtà di Quinzano d’Oglio at-


tiva nella produzione di raccorderie


per impianti idrotermosanitari (ac-


qua e gas), con un giro d’affari di ,


milioni e  dipendenti.


«Potere contare su una dimensio-


ne maggiore significa avere più forza


sui mercati, una gamma più ampia di


prodotti a disposizione - spiega Bo-


nomi, che guida il gruppo insieme al


fratello Carlo -. Questo è quello che


cercheremo di fare anche in futuro.


Non abbiamo dossier particolari sul


tavolo in questo momento, ma sia-


mo aperti a cogliere le opportunità


che saranno offerte dal mercato.


Frabo, per esempio, è una realtà
molto simile alla nostra, ha gli stessi

clienti finali, e si integra perfetta-


mente all’interno della nostra gam-
ma di produzione e ci fornisce nuovi

margini di crescita».


Fondata nel , Frabo è una tra
le principali realtà nella produzione

di raccorderie in rame e in bronzo, in


acciaio inox e anche in carbonio, per
impianti idrotermosanitari. I ricavi

nell’ultimo esercizio sono stati di
, milioni, per  dipendenti. Se-

condo le prime ricostruzioni,


l’azienda sarebbe stata valorizzata
circa cinque volte l’ebitda, che pro-

prio l’anno scorso è balzato da , a


, milioni di euro.
«Abbiamo scelto Bonomi Group -

spiega Manuela Bonetti, presidente


di Frabo - perché è un gruppo bre-
sciano forte, di successo, con una

consolidata tradizione produttiva ed


un solido legame con il territorio. Con
questa scelta garantiremo continuità

all’esperienza di successo della no-


stra azienda, oltre a nuove possibilità
di crescita sui mercati internaziona-

li». Cinzia Bonetti, amministratore


delegato di Frabo, spiega a sua volta


che l’operazione «nasce dall’essere
imprenditori, che con passione cre-

dono nella qualità e nelle persone, in-
sieme alla voglia di mettersi costan-

temente in gioco per migliorare e af-


frontare le sfide di un mercato sem-
pre più competitivo. È il momento di

diventare ancora più grandi e di af-


frontare la concorrenza con la forza


e l’energia che solo l’appartenenza ad


un grande gruppo può darci».
L’aggregato pro forma del gruppo

Bonomi evidenzia nell’ultimo eserci-


zio (escludendo quindi l’ultima ac-
quisizione) ricavi per circa  milio-

ni, in forte crescita rispetto agli anni


precedenti, mentre l’utile netto supe-
ra la soglia dei  milioni, un record

storico per l’azienda. Praticamente


raddoppiate, nell’esercizio appena
archiviato, le spese legate ad investi-

menti: passano da , milioni a oltre


 milioni. Gli investimenti legati alle
agevolazioni del piano Industria .

ammontano a circa . milioni nel-


l’ultimo biennio. Il gruppo compren-
de le aziende Valpres (specializzata

nell’oil&gas), Valbia (attuatori pneu-


matici ed elettrici) e Rubinetterie bre-
sciane, che ha il core business nella

produzione di raccorderia, valvole e


rubinetti per l’idrotermosanitaria ci-
vile e industriale. Quest’ultima, che è

l’azienda principale del gruppo, ha


registrato l’anno scorso una crescita
del % sul mercato italiano e del %

all’estero. Risultati legati allo sforzo


dell’azienda di ampliare la gamma di
produzione nei segmenti a maggiore

valore aggiunto nel settore idroter-


mosanitario, anche con l’inserimento
di personale qualificato in produzio-

ne e progettazione. Il trend di crescita


è proseguito anche nella prima parte
dell’anno in corso e dovrebbe portare

a una ulteriore crescita dei volumi di
vendita anche per quest’anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Oil & gas, Braskem


in Italia cerca


fornitori tra le Pmi


SUPPLY CHAIN


Con  miliardi di fatturato


è nella top  di produttori


di derivati del petrolio


Laura Cavestri


MILANO

«In Africa già ci siamo. Ma in


Brasile proprio no. Si aprirebbe
una porta preziosa, per entrare

finalmente in un mondo nuo-


vo». Come spiega Fabiano Alet-
to, export manager di Tuxor (Spa

torinese da  milioni di dollari


di fatturato, che vende prodotti
siderurgici e impianti per infra-

strutture), per poter investire


più capitali privati in Italia, serve
essere ben radicati nelle catene

di fornitura delle aziende (stra-


niere) che contano.
E Tuxor era solo una delle cir-

ca  Pmi dell’oil&gas che recen-


temente a Milano – nella sede di
Cdp – hanno incontrato i vertici

di Braskem, la più grande com-


pagnia petrolchimica dell’Ame-
rica Latina. Manager in Italia con

l’obiettivo di fare scouting e sele-


zionare, per le proprie vendor
list, la migliore componetistica

di nicchia: sistemi a medio e alto


voltaggio, caldaie, pompe, com-
pressori, valvole, tubi, guarni-

zioni, materiale elettrico, bulloni


e dadi. Prodotti per i quali
Braskem spende ogni anno 

milioni di dollari.


Fondata nel , è fra le prime
 al mondo per produzione di de-

rivati del petrolio, in particolare
polietilene e polipropilene, con

unità produttive in Brasile, Usa,


Messico e Germania, oltre mila
dipedenti e un fatturato comples-

sivo attorno ai  miliardi di dolla-


ri, con profitti per oltre  miliardo.
Lo scorso  febbraio, Sace ha

annunciato la concessione di una
garanzia del valore di  milioni

di euro per la copertura dell’%


di un prestito concesso a Braskem
nel quadro della cosiddetta “Push

Strategy”, lanciata dalla società di


tutela del credito, con l’obiettivo
di aumentare le quote di export in

mercati emergenti ad alto poten-


ziale. In pratica, si mette a dispo-
sizione di importanti controparti

estere linee di credito a medio-


lungo termine con l’obiettivo di
favorire l’assegnazione di com-

messe a imprese italiane.


«Abbiamo già una base in Bra-
sile – ha detto Dario Torluccio,

Area sales manager Italy di Valvi-


talia (- milioni di fatturato
e  addetti su  stabilimenti, 

in Italia e  all’estero, tra cui Cina,


Canada e UK) – ma con Braskem
non abbiamo mai lavorato. Vor-

remmo entrare nelle loro linee di


fornitura. Siamo noti per le valvo-
le ma abbiamo un forte know how

anche nell’impiantistica».
Tuttavia, Pmi – talvolta anche

molto piccole per gli standard


americani – possono essere all’al-
tezza di forniture tanto numerose

come quelle di cui può aver biso-


gno la petrolchimica brasiliana?
«Assolutamente sì – ha sotto-

lineato Andre Luis Cardoso, se-


nior contract manager di
Braskem –. Puntiamo a rendere

più snelle e dirette le linee di for-


nitura. Guardiamo, innanzitutto,
alla qualità dei prodotti e molto

dipenderà dalla capacità compe-


titiva, a prescindere dalle dimen-
sioni. Non di rado aziende medie

si sono dimostrate, negli anni,


poco flessibili e poco inclini a ve-
nirci incontro per forniture al di

sotto, ad esempio, di una certa


quantità di pezzi. Sono certo che
la flessibilità tipica delle Pmi ita-

liane potrà rappresentare, per


noi, un valore aggiunto».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’espansione di Bonomi Group. Le rubinetterie di Brescia verso il consolidamento


ALDO BONOMI
Alla guida
con il fratello
Carlo del gruppo
bresciano
di rubinetterie
Bonomi Group

FOOD DELIVERY


Deliveroo investe


25 milioni in Italia


La piattaforma di food delivery


Deliveroo ha deciso di
aumentare gli investimenti in

Italia, uno dei suoi principali
mercati. Nei prossimi  mesi

Deliveroo investirà nella


penisola oltre  milioni di euro
che serviranno a sostenere

l’espansione nelle nuove città


italiane anche attraverso
campagne pubblicitarie e

promozioni per i consumatori.


«Dall’inizio del  abbiamo
intrapreso un piano ambizioso

investendo nell'espansione


geografica dei nostri servizi.
Oggi siamo già presenti in 

città, dal Nord al Sud dell'Italia,


ed entro la fine dell'anno i nostri
servizi saranno disponibili in

oltre  città», ha detto Matteo


Sarzana, general manager di
Deliveroo Italia.

TURISMO


La cinese Ctrip


punta sulla Sicilia


Promuovere destinazioni
turistiche ed esperienze locali

siciliane verso il mercato


turistico cinese di alto profilo.
È uno dei punti del protocollo

d’intesa firmato ieri a Palermo


da Bo Sun che è il responsabile
marketing di Ctrip, il colosso

delle agenzie di viaggio on line


dell'Asia, e dai vertici di
Sicindustria, il vicepresidente

vicario Alessandro Albanese, e


Confcommercio Sicilia, il
presidente Francesco Picarella

alla presenza di Michele


Geraci, sottosegretario di
Stato del ministero per lo

sviluppo economico con
delega al commercio

internazionale. L’obiettivo è


far crescere il numero di
turisti cinesi nell’isola: l’anno

scorso sono stati . in


crescita del % rispetto al
, poca cosa rispetto ai 

milioni di arrivi in Italia.


CONFAGRI-MALMSTROM


Dazi, dalla Ue


l’impegno per evitarli


La Commissione Ue «è


fermamente determinata a


trovare una soluzione negoziata
con gli Usa, per mettere fine alla

disputa sui sussidi al settore


aeronautico ed evitare così
l’imposizione di tariffe

aggiuntive sulle esportazioni


agroalimentari della Ue». È
quanto evidenziato in una

lettera che – anche a nome del


presidente dell’Esecutivo di
Bruxelles, Jean Claude Juncker –

la commissaria Ue al


commercio, Cecilia Malmstrom,
ha indirizzato al presidente di

Confagricoltura Massimiliano


Giansanti, che aveva messo in
evidenza i pesanti contraccolpi

che una guerra commerciale tra


Ue e Usa avrebbe per l’intera
filiera agroalimentare italiana.

Nella replica, Malmstrom ha


indicato di essere
«perfettamente consapevole dei

rischi». Raggiunto l’accordo sul


commercio Ue-Usa di carni
bovine senza ormoni – rileva

Confagricoltura – l’attenzione si
concentra ora sulla disputa

bilaterale in seno


all'Organizzazione mondiale
del commercio (Wto), relativa ai

sussidi pubblici ai gruppi


Airbus e Boeing. Gli Usa hanno
stilato una lista di prodotti

importati dalla Ue, per un


controvalore di circa  miliardi
di dollari, da sottoporre a dazi

aggiuntivi fino al % del


valore, che include le
produzioni di punta del “Made

in Italy” agroalimentare


per un valore di oltre
 miliardi di dollari.

IN BREVE


Nordmeccanica


investe per ridurre


del 30% la plastica


FOOD-PACKAGING


L’azienda investe circa 


milioni l’anno in tecnologia


per ridurre l’inquinamento


MILANO

Un investimento di  milioni


di euro l’anno in ricerca e svi-


luppo, con l’obiettivo di ridur-
re la plastica.

Proprio per rispondere alla


pressione dell’opinione pubblica
sulla riduzione della plastica negli

imballaggi, Nordmeccanica –


l’azienda piacentina specializzata
in tecnologia per il packaging –

sta lavorando al passaggio da 


strati di film plastico (lo standard
per il packaging attuale) a  sol-

tanto, con l’obiettivo di ridurre di


circa un terzo la plastica nelle
confezioni alimentari.

La sua specificità, infatti, è che


le sue macchine sono in grado di
accoppiare gli strati esterni

(stampati con nomi e immagini


dei prodotti) con le pellicole inter-
ne (destinate al contatto con ali-

menti o farmaci) senza l’utilizzo


di sostanze di incollaggio inqui-
nanti. Operazione che richiede un

know how non indifferenze.
Per questo l’innovazione tec-

nologica richiede investimenti


annui in ricerca e sviluppo pari ad
almeno il % del fatturato.

Un obiettivo reso, tuttavia,


più complicato dal boom dell’e-
commerce.

«Ridurre gli strati delle buste


di plastica vuol dire renderle più
fragili, ma il commercio elettro-

nico impone invece una robu-


stezza maggiore – ha spiegato
Vincenzo Cerciello, direttore

tecnico di Nordmeccanica –. Ba-


sti pensare che nella grande di-
stribuzione un pacco viene preso

in mano, in media,  volte prima
di raggiungere gli scaffali di un

supermercato. Ma quando lo


stesso pacco viene ordinato
online subisce mediamente 

passaggi di mano in mano prima


di arrivare a domicilio».
Nordmeccanica conta  di-

pendenti,  milioni di fatturato,


il % della produzione assorbita
dall’estero, ha stabilimenti in Ita-

lia (Piacenza), Cina (Shanghai),


India (Mumbai), Stati Uniti (New
York), Argentina (Buenos Aires) e

una rete di rappresentanze che
copre  paesi del mondo.

Le macchine per l’imballaggio


flessibile realizzate da Nordmec-
canica accoppiano film plastici a

più strati impiegati prevalente-


mente per le confezioni alimenta-
ri e farmaceutiche, che devono

garantire igienicità, chiusura er-


metica e resistenza alla movi-
mentazione. Ma solo utilizzati

anche per pannelli solari, abbi-


gliamento tecnico e carte di paga-
mento bancarie.

Per espandere ulteriormente il


business l’azienda punta su nuovi
settori (è entrata anche nel com-

parto delle laccature speciali e del


fotovoltaico) e sulla Cina dove è
cresciuta la sensibilità verso la tu-

tela della salute dei cittadini.


«Le incertezze sui dazi pesa-
no – ha concluso Cerciello – so-

prattutto sui mercarti asiatici e


sulle imprese cinesi che aveva-
no costruito il proprio business

model sull’export verso gli Usa,


ora ostacolato dalle misure del
presidente Trump. Crescono

quelle che operano, invece, sul


mercato interno cinese. Mentre
sono aumentate le performan-

ce sul mercato americano. Que-
st’anno puntiamo, comunque,

a una crescita attorno al  per


cento sul ».


—L.Ca
© RIPRODUZIONE RISERVATA

In una dimora di Posillipo il mistero


avvolge la nobile famiglia De Flavis


con un susseguirsi di colpi di scena


ed episodi esilaranti in una Napoli


vivace e solare. È una nuova


indagine per l’ispettore


Scapece e il commissario


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