Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1

Sommario


internazionale.it/sommario

19/25 luglio 2019 • Numero 1316 • Anno 26


“I commenti de Facebook
so’ il vero bagno di umiltà, rega’”
Zerocalcare a pagina 39

attualità
14 La crisi del Golfo
passa per lo stretto
di Hormuz
Le Monde

regno unito
20 È il momento
di Boris Johnson
The Guardian

e u r o pa
22 I missili
che rischiano
di spaccare la Nato
YetkinReport

americhe
24 Negli Stati Uniti
si muore
per mancanza
di insulina
New York Magazine

asia e pacifico
28 Il lusso
insostenibile
di una vacanza
a Bali
South China
Morning Post

visti dagli altri
30 Andrea Camilleri
padre del giallo
all’italiana
Le Monde
32 Il noto trafficante
in realtà
è un contadino
The Guardian

(^) economia
72 La realtà
che sfugge
ai numeri
Brand Eins
america centrale
78 Vite di confine
El País, El Faro
romania
84 Uno sciopero
per la dignità
Dor
portfolio
90 Manhattan
in nero
Cinque ore di blackout
a New York
(^) viaggi
96 Il marchio di Tito
Novosti
(^) fotografia
100 Uno sguardo
tra due mondi
The Atlantic
pop
114 Cosa resta
del primo uomo
sulla Luna
Jill Lepore
scienZa
120 L’industria
del petrolio
non può esserci
amica
The Guardian
economia
e l av o r o
124 Perché bisogna
salvare lo spirito
di Bretton Woods
Financial Times
(^) cultura
103 Cinema, libri,
musica, schermi, arte
le opinioni
10 Domenico
Starnone
34 Jayati Ghosh
36 Gary Younge
104 Goffredo Fofi
105 Giuliano Milani
108 Pier Andrea Canei
110 Giorgio Cappozzo
le rubriche
10 Posta
13 Editoriali
128 Strisce
129 L’oroscopo
130 L’ultima
Articoli in formato
mp3 per gli abbonati
in copertina
Macelli
Storia di Lorenzo Orsetti, partito dalla periferia di Firenze e morto
in Siria combattendo insieme ai curdi contro il gruppo Stato islamico
(p. 38). Copertina di Zerocalcare
(^) O g n i s e t t i m a n a
il1 9 /2 5 l u g l i o 2 0 1 9 meglio dei giornali d i t u t t o i l m o n d oE c o n o m i aa i n u m e r iL a r e a l t à c h e s f u g g e # % # (  –  S a  $ (^ C oG a r y Yo u n g el a s c o n fi t t a d i S y r i z ai n t e r n a z i o n a l e. i ts a i n s e g n a 4 , 0 0 €c i n q u a n t ’a n n i d o p oS p a z i oL a L u n a M a c e l l iEf a d [ S  V [  (^) b W d [ X W d [ S  V [ Ua_TSffWVa[e[W_WS[UgdV[Uafda>ad W l a 8[ d W l W  W  a d f a  [ ` AdeWff[bSdf[faVS^^SE[d[S
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Internazionale 1316 |19 luglio 2019 3
Internazionale pubblica in
esclusiva per l’Italia gli articoli
dell’Economist.
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7,00 €extran. 9 La città raccontata dalla stampa portoghese e internazionale
Lisbona
La città raccontata dalla stampa portoghese e internazio
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Il nuovo
Extra
è in edicola
sciacquone
la settimana
In uno studio condotto qualche anno fa
dall’università di Yale, è stato chiesto a un
gruppo di studenti di dare un voto alla loro
conoscenza del funzionamento di alcuni
oggetti d’uso quotidiano, tra cui lo
sciacquone del bagno. Poi gli è stato chiesto
di scrivere una spiegazione dettagliata del
funzionamento degli stessi oggetti e infine
di dare un nuovo voto al loro livello di
conoscenza. Lo sforzo di spiegare rivelava
agli studenti quanto poco ne sapessero, e
infatti il secondo voto era sempre più basso
del primo. Steven Sloman e Philip
Fernbach, due psicologi cognitivi, hanno
chiamato questo meccanismo “illusione
della profondità esplicativa”: pensiamo di
sapere più di quello che effettivamente
sappiamo. Ed è una delle ragioni per cui ci
sentiamo autorizzati a esprimere delle
opinioni più o meno su ogni cosa. Invece
dovremmo seguire il consiglio di Rebecca
Solnit: “Viviamo in un’epoca in cui le
persone pensano di dover avere
un’opinione su tutto, e per arrivarci
ignorano i fatti, esprimono giudizi senza
nessuna base concreta e li diffondono come
se fossero fatti, quando i veri fatti non sono
mai stati scoperti, analizzati o controllati.
Molte volte non è possibile arrivare a una
conclusione certa a partire da un’azione o
da un’affermazione, e non dovremmo
neanche provarci. Non c’è bisogno di avere
un’opinione su tutto e ogni opinione che
esprimiamo dovrebbe essere basata su fatti
concreti. Non c’è nulla di male a dire ‘non lo
so’: spesso è la posizione più onesta e
corretta. Dobbiamo imparare a riconoscere
la differenza tra opinioni e fatti, tra un
sospetto (o pregiudizio) e una verità
accertata. Una cosa di cui mi rendo sempre
più conto è che le falsità pubbliche (le
cosiddette fake news) non ci vengono
imposte, richiedono la nostra
collaborazione attiva. Possiamo scegliere
di accettare e diffondere bugie, voci e
interpretazioni, oppure possiamo rifiutarci
di farlo, e ammettere che spesso non
sappiamo”. u
Giovanni De Mauro

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