Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1

America Centrale


guardasse intorno vedrebbe una signora
anziana che allontana le mosche, quattro
donne che piangono e cento uomini ve-
stiti di nero che ripetono un’orazione fu-
nebre del cinquecento. Le signore anzia-
ne, con un lavoro di tassidermia, hanno
coperto i due tagli lasciati dal machete
sul cranio.
Nel 1966 le comunità mennonite del
nord del Belize si divisero tra Blue Creek
e Shipyard, vicine ma socialmente diver-
se. La prima, composta da ottocento fa-
miglie, ha accolto chi era a favore della
modernità e dell’industrializzazione delle
campagne. La seconda ha scelto la linea
ortodossa. Qui la compagnia elettrica non
è riuscita a portare la luce.


Veglia funebre
A Shipyard usano ruote di ferro, candele
per illuminare, legna per cucinare e ani-
mali per lavorare il campo. La musica è
proibita. Non c’è bisogno di dire che nel
posto più noioso del mondo non c’è un ci-
nema, una biblioteca o un parco, e il prin-
cipale reato dei giovani è usare il cellulare
di nascosto. Davanti alla bara l’amica di El
Happy ricorda che era scappato da qui
molti anni fa, quando aveva conosciuto
gente che suonava e ascoltava la radio.
Il funerale è un viaggio nel tempo, la
scenografia perfetta per un film d’epoca:
decine di carri trainati dai cavalli aspetta-
no all’entrata. Fuori ci sono bambini
bianchi, biondi, ben pettinati e con la sa-
lopette: non gridano, non giocano, non
corrono e non si fanno i dispetti. Indossa-
no camicie a maniche corte che per l’oc-
casione sono state allungate. Le donne
portano cappelli e lunghi vestiti neri con
le calze, anche se ci sono quaranta gradi.
Dentro, gli uomini in bretelle e camicia
abbottonata fino al collo, con le guance
rosse per il sole, recitano alcuni passi dal
Gesangbuch, il libro delle preghiere. Si sa
che El Happy ha ricevuto due colpi di ma-
chete e che il cadavere è stato trovato in
un canale d’irrigazione. Ma nessuno vuo-
le scoprire se è morto per problemi di
droga, perché aveva bevuto troppo o era
una testa calda.
Nel frattempo, la cantilena funebre
entra nella sua sesta ora senza cambia-
menti di ritmo o cadenza. Il silenzio men-
nonita estende il suo manto. Ne va della
sua sopravvivenza. u fr


Questo articolo fa parte di un progetto sulla
frontiera meridionale del Messico realizza-
to dal quotidiano spagnolo El País e dal
giornale online salvadoregno El Faro.


L


a striscia di terra che collega il
Messico all’America Centrale
è stata ignorata per decenni.
Non è fotogenica come un mu-
ro né ha l’aria leggendaria che il cine-
ma e i mezzi d’informazione statuni-
tensi hanno attribuito al rio Bravo o al
deserto dell’Arizona. È stata trattata
come una delle tante frontiere latinoa-
mericane: disordinata, selvaggia, poro-
sa e silenziosa. Ma è uno dei confini più
trafficati del mondo e un passaggio ob-
bligato per centinaia di migliaia di cen-
troamericani diretti a nord. Dal 2014 in
Messico si arrestano più di 120mila mi-
granti all’anno. Si calcola che il 90 per
cento della cocaina diretta negli Stati
Uniti a un certo punto passi dal territo-
rio centroamericano prima di entrare
in Messico. È un errore parlare di mi-
grazione e di narcotraffico senza cono-
scere questa regione.

Nell’oblio
La lontananza dagli Stati Uniti ha ag-
gravato il disinteresse per il confine del
sud: una frontiera che non si racconta
per città ma per villaggi, terreni, caseg-
giati; che non compare nei discorsi dei
governatori ma dei sindaci, dei leader
comunali, dei militari, dei contadini e
dei narcotrafficanti. Sono 1.138 chilo-
metri segnati dal letto del rio Suchiate
nella sua strada verso ovest, verso il Pa-
cifico, e dal rio Usumacinta che attra-
versa il confine tra Guatemala e Messi-
co in cerca del Golfo. Un confine
dall’orografia complicata e in buona
parte di difficile accesso. Alcune zone
hanno una loro lingua e le loro leggi del
silenzio. Molte delle comunità più di-
menticate (e aggredite) dallo stato gua-
temalteco si sono rifugiate in regioni
sempre più remote. Altri, come i men-
noniti del Belize, hanno trovato
nell’oblio di queste terre il posto perfet-

Il sud dimenticato


L’opinione


Javier Lafuente e José Luis Sanz, El País/El Faro,
Spagna/El Salvador

Per anni il confine meridionale
del Messico è stato ignorato.
Oggi le politiche di Donald
Trump hann0 cambiato tutto

to per stabilirsi e costruirsi una vita.
Quasi tutte le politiche di sicurezza dei
governi messicani degli ultimi trent’an-
ni hanno avuto come obiettivo
quest’area in cui l’America del Nord si
stringe per diventare istmo, ma né l’ap-
plicazione né il fallimento di queste po-
litiche ha ricevuto più attenzione di
qualche frase sporadica. La frontiera
sud è stata lontana dai riflettori e dalle
domande scomode.

Un silenzio complice
Ma la politica del presidente statuni-
tense Donald Trump ha aperto una
nuova fase di protagonismo. Le pres-
sioni esercitate sul Messico perché
contenga in modo più deciso il flusso di
migranti e il recente accordo per far di-
ventare il Guatemala il primo paese
centroamericano di accoglienza dei
migranti espulsi hanno portato a una
militarizzazione di alcune zone della
frontiera. Dal lato centroamericano del
rio Suchiate Trump trova un silenzio
che gli fa comodo: nessuno dei tre pre-
sidenti del cosiddetto triangolo nord
(El Salvador, Honduras e Guatemala),
da cui proviene più del 90 per cento dei
migranti che entra in Messico, ha criti-
cato pubblicamente il governo statuni-
tense e quello messicano per aver por-
tato “il muro” del nord in questa stri-
scia di terra del sud.
Anche la costruzione del Treno ma-
ya, con cui il presidente messicano An-
drés Manuel López Obrador vuole col-
legare Cancún a Palenque, trasformerà
la zona.
È difficile stabilire quale sarà l’im-
patto delle nuove politiche non solo
sull’ambiente, ma anche sugli ecosiste-
mi della migrazione, del lavoro e della
criminalità in questa parte del conti-
nente americano. La frontiera sud del
Messico è un’incognita in veloce evolu-
zione. u fr

Javier Lafuente è un giornalista del
quotidiano spagnolo El País.
José Luis Sanz è il direttore del giornale
online salvadoregno El Faro.
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