Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1

Romania


racconta un operaio che sta alla catena di
montaggio. “E inoltre sono esaurito, fisi-
camente e mentalmente”.
Tra il novembre del 2018 e il gennaio
del 2019 il sindacato e la proprietà si sono
incontrati almeno venti volte. E visto che
non sono riusciti a trovare un accordo, il
4 marzo circa 360 lavoratori sono entrati
in sciopero.
Durante lo sciopero il contratto indivi-
duale di lavoro è sospeso: i dipendenti non
possono entrare in fabbrica e non ricevo-
no lo stipendio. Gli operai dell’Electrolux
arrivavano la mattina verso le 9 e rimane-
vano quasi un’ora nel cortile davanti alla
fabbrica. Poi se ne andavano a lavorare nei
campi, ad aiutare gli anziani dei paesini
vicini, a fare lavori a giornata. Quasi la
metà dei dipendenti era al lavoro, l’altra in
sciopero. In alcune famiglie hanno deciso
di scioperare sia il marito sia la moglie, in
altre uno dei due ha scelto di non aderire
alla mobilitazione, perché bisognava por-
tare a casa almeno uno stipendio.

I ricordi di Romică
Dopo un mese e mezzo dalla prima offer-
ta, l’Electrolux ha fatto un’altra proposta:
un aumento del 5 per cento rispetto allo
stipendio base più 42 euro lordi di bonus
per due anni, il 2019 e il 2020. “Non cedia-
mo!”, hanno risposto i lavoratori, che con-
tinuavano a chiedere un aumento fisso.
Per loro, infatti, il 5 per cento in più avreb-
be significato un aumento di 18 euro netti,
mentre per gli ingegneri e i dipendenti
economici e amministrativi, i cui stipendi

T


utto è cominciato alla fine
del 2018, quando il sinda-
cato ha cercato di rinego-
ziare il contratto collettivo
di lavoro. Il vecchio accor-
do stava per scadere e i
rappresentanti dei lavoratori dell’Elec-
trolux di Satu Mare avevano letto un rap-
porto – realizzato dal centro studi Syndex
e dall’Istituto di ricerca sulla qualità della
vita di Bucarest in collaborazione con la
fondazione tedesca Friedrich Ebert – se-
condo cui in Romania una persona adulta
ha bisogno di almeno 2.552 leu al mese
(circa 540 euro) per condurre una vita di-
gnitosa. Nella fabbrica romena della mul-
tinazionale svedese, tra i maggiori pro-
duttori mondiali di elettrodomestici, un
lavoratore che montava le viti sulle cuci-
ne a gas guadagnava l’equivalente di 360
euro, più i buoni pasto.
Così il sindacato ha citato la ricerca e,
invocando l’articolo 5.12 delle politiche
aziendali della multinazionale (“nella de-
finizione dei livelli salariali l’Electrolux
incoraggia a prendere in considerazione i
costi necessari per soddisfare i bisogni di
base degli impiegati e delle loro fami-
glie”), ha chiesto per tutti i dipendenti del-
la fabbrica di Satu Mare un aumento di
800 leu lordi (170 euro) sullo stipendio di
base. Per alcuni voleva dire raggiungere il
livello indicato nella ricerca, per altri su-
perarlo. L’azienda ha rifiutato, e la richie-
sta è stata ridotta a 130 euro lordi al mese,
cioè 74 euro netti: a conti fatti 40 centesi-
mi di euro di aumento per ora di lavoro.


Così formulata, sui titoli dei giornali loca-
li e sui social network la rivendicazione ha
suscitato soprattutto compassione.
Il 31 gennaio l’Electrolux ha fatto la sua
controfferta: un aumento del 5 per cento
per tutti i novecento dipendenti, assicura-
zione sanitaria privata e un bonus di pre-
senza mensile di 30 euro lordi. Il sindaca-
to, che rappresenta 540 lavoratori della
fabbrica, ha rifiutato. I dipendenti voleva-
no un aumento fisso, perché un ritocco
percentuale avrebbe finito per far aumen-
tare il divario tra i loro stipendi e quelli del
personale che lavora nei settori tecnico,
amministrativo, economico e alle risorse
umane. Il bonus, inoltre, era considerato
una misura per punire l’assenteismo, visto
che bastavano solo quattro giorni di ma-
lattia per perderlo.
Secondo i dati dell’Istituto romeno di
statistica, nel 2017 il salario medio netto
dei lavoratori di Satu Mare impiegati nel-
le fabbriche di materiali elettrici era di
520 euro, nettamente più alto di quello
dei dipendenti dell’Electrolux. “I soldi
mi bastano appena per sopravvivere”,

Uno sciopero


per la dignità


Nicoleta Rădăcină, Dor, Romania. Foto di Mircea Reștea


Per dieci settimane gli operai dell’Electrolux di Satu Mare, in Romania, hanno


lottato per ottenere salari più alti. Una mobilitazione lunga e coraggiosa, che ha


svelato le contraddizioni di un modello economico basato sul lavoro a basso costo

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