Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1

di Marco Cattaneo Editoriale


Leslie C. Aiello
presidente, Wenner-
Gren Foundation for
Anthropological Research
Roberto Battiston
professore ordinario di fisica
sperimentale, Università
di Trento
Roger Bingham
docente, Center for Brain and
Cognition, Università della
California a San Diego
Edoardo Boncinelli
docente, Università Vita-
Salute San Raffaele, Milano
Arthur Caplan
docente di bioetica,
Università della
Pennsylvania
Vinton Cerf
Chief Internet Evangelist,
Google
George M. Church
direttore, Center for
Computational Genetics,
Harvard Medical School
Rita Colwell
docente, Università del
Maryland a College Park e
Johns Hopkins Bloomberg
School of Public Health
Richard Dawkins
fondatore e presidente,
Richard Dawkins Foundation
Drew Endy
docente di bioingegneria,
Stanford University
Ed Felten
direttore, Center for
Information Technology
Policy, Princeton University
Kaigham J. Gabriel
presidente e CEO, Charles
Stark Draper Laboratory
Harold Garner
direttore, divisioni sistemi e
informatica medici, docente,
Virginia Bioinformatics
Institute, Virginia Tech
Michael S. Gazzaniga
direttore, Sage Center for the
Study of Mind, Università
della California a Santa
Barbara
David Gross
docente di fisica teorica,
Università della California a
Santa Barbara (premio Nobel
per la fisica 2004)
Danny Hillis
co-presidente, Applied
Minds, LLC
Daniel M. Kammen
direttore, Renewable
and Appropriate Energy
Laboratory, Università della
California a Berkeley
Vinod Khosla
Partner, Khosla Ventures
Christof Koch
presidente dell’Allen Institute
for Brain Science di Seattle
Lawrence M. Krauss
direttore, Origins Initiative,
Arizona State University
Morten L. Kringelbach
direttore, Hedonia:
TrygFonden Research Group,
Università di Oxford e
Università di Aarhus
Steven Kyle
docente di economia
applicata e management,
Cornell University
Robert S. Langer
docente, Massachusetts
Institute of Technology
Lawrence Lessig
docente, Harvard Law School
John P. Moore
docente di microbiologia e
immunologia, Weill Medical
College, Cornell University

M. Granger Morgan
docente, Carnegie Mellon
University
Miguel Nicolelis
condirettore, Center for
Neuroengineering, Duke
University
Martin Nowak
direttore, Program for
Evolutionary Dynamics,
Harvard University
Robert Palazzo
docente di biologia,
Rensselaer Polytechnic
Institute
Telmo Pievani
professore ordinario filosofia
delle scienze biologiche,
Università degli Studi di
Padova
Carolyn Porco
leader, Cassini Imaging
Science Team, e direttore,
CICLOPS, Space Science
Institute
Vilayanur S.
Ramachandran
direttore, Center for Brain
and Cognition, Università
della California a San Diego
Lisa Randall
docente di fisica, Harvard
University
Carlo Alberto Redi
docente di zoologia,
Università di Pavia
Martin Rees
docente di cosmologia e
astrofisica, Università di
Cambridge
John Reganold
docente di scienza del suolo,
Washington State University
Jeffrey D. Sachs
direttore, The Earth Institute,
Columbia University
Eugenie C. Scott
Founding Executive Director,
National Center for Science
Education
Terry Sejnowski
docente e direttore del
Laboratorio di neurobiologia
computazionale, Salk
Institute for Biological
Studies
Michael Shermer
editore, rivista «Skeptic»
Michael Snyder
docente di genetica, Stanford
University School of Medicine
Giorgio Vallortigara
docente di neuroscienze,
direttore associato, Centre
for Mind/Brain Sciences,
Università di Trento
Lene Vestergaard Hau
docente di fisica e fisica
applicata, Harvard University
Michael E. Webber
direttore associato, Center
for International Energy
& Environmental Policy,
Università del Texas ad
Austin
Steven Weinberg
direttore, gruppo di ricerca
teorica, Dipartimento di
fisica, University del Texas
ad Austin (premio Nobel per
la fisica 1979)
George M. Whitesides
docente di chimica e
biochimica, Harvard
University
Nathan Wolfe
direttore, Global Viral
Forecasting Initiative
Anton Zeilinger
docente di ottica quantistica,
Università di Vienna
Jonathan Zittrain
docente di legge e computer
science, Harvard University

Comitato scientifico

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Che cosa succede nella

matematica italiana?

I migliori matematici del nostro paese
sono rimasti fuori dai finanziamenti dei PRIN

V

e lo ricordate Alessio Figalli? Ma
sì, dai, appena l’anno scorso è sta-
to uno dei premiati con la meda-
glia Fields, «il Nobel per la matematica»,
come si sono precipitati a specificare tan-
ti giornali che hanno approfittato dell’oc-
casione per celebrare l’eccellenza della
scienza italiana. Ecco, lui.
Guido De Philippis – non ancora 35 an-
ni, ordinario di analisi matematica al-
la Scuola internazionale superiore di stu-
di avanzati (SISSA) di Trieste – è il coautore
di molti dei principali lavori di Figalli. E ha
vinto premi di rilievo internazionale. Ulti-
mo, nel 2018, la Stampacchia Medal, asse-
gnata dall’Unione matematica italiana. Un
fuoriclasse, insomma. Eppure non è riu-
scito a vedersi finanziato il progetto che
aveva presentato per la linea giovani dei
PRIN, i Progetti di rilevante interesse na-
zionale banditi nel 2017 e assegnati alla fine
dello scorso anno. Ora De Philippis andrà
al Courant Institute dell’Università di New
York, anche se questa scelta non ha alcuna
relazione con la bocciatura ai PRIN.
Come lui, d’altra parte, si sono visti boc-
ciare il progetto molti dei più autorevoli ma-
tematici italiani. Tutta gente di fama mon-
diale, che però non merita fondi di ricerca
in patria. C’è Enrico Valdinoci, professore
all’Università di Milano e alla University of
Western Australia, uno che ha avuto un ERC
Grant, ha un H-index pari a 29 (Scopus) e nel
suo anno di dottorato, secondo i dati del-
la American Mathematical Society, è stato il
matematico più citato al mondo. Stessa co-
sa per Giuseppe Mingione, ERC Grant, pre-
mio Caccioppoli, Stampacchia Medal, H-in-
dex 43 (Scopus), uno dei matematici italiani
più citati di sempre. I loro progetti non han-
no nemmeno raggiunto la sufficienza. Co-


me loro Roberto Longo, dell’Università di
Roma Tor Vergata, che è riuscito ad aggiudi-
carsi nientemeno che due ERC Grant ma ha
fallito ai PRIN. E Andrei Agrachev, della SIS-
SA di Trieste, che trent’anni fa aveva avuto
il prestigiosissimo premio per la matematica
dell’Accademia delle scienze sovietica.
Potrei andare avanti con l’elenco, ma or-
mai si è capito. Il gotha della matematica
italiana è rimasto fuori dai PRIN. Peggio,
nella prevalutazione che tiene conto del-
la produzione scientifica e del curriculum,
molti candidati di altissimo profilo si sono
ritrovati appaiati o addirittura più indietro
rispetto ad altri sicuramente validi ma con
titoli nemmeno confrontabili. Come è possi-
bile? Facile, è sufficiente che non siano tra-
sparenti i criteri con cui vengono assegnati
i punteggi. Così tutti i valori di partenza si
appiattiscono, e a contare per l’assegnazio-
ne dei fondi è soprattutto la valutazione del
progetto, che dipende dai referee e da giudi-
zi più soggettivi.
Una lettera firmata da un nutrito grup-
po di matematici e pubblicata sul Notizia-
rio dell’Unione matematica italiana nelle
scorse settimane esprimeva «forti critiche
sulla graduatoria dei progetti PRIN di ma-
tematica», sottolineando: «In troppi ca-
si questi sconcertanti risultati non rispec-
chiano l’importanza che i vari gruppi di
ricerca hanno nel panorama scientifico in-
ternazionale». Un’altra lettera, rivolta ai di-
rigenti del MIUR dall’Associazione italiana
di ricerca operativa, sollecitava a una più
corretta valutazione dei profili. (Le trovate
entrambe su http://www.roars.it).
E questo, ahimè, è solo un assaggio.
Ne riparleremo dopo le ferie, delle strane
coincidenze della matematica italiana. In-
tanto, buone vacanze a tutti.
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