Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1
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nore spetta all’esperimento pubblicato su «Science» nel 2005 da
Mark Roth dell’Università di Washington a Seattle e colleghi, in
cui si è mostrato che l’acido solfidrico (H 2 S) in bassissime dosi po-
teva mandare in «animazione sospesa» topi di laboratorio. «Ani-
mazione sospesa» è stato uno dei termini con cui si è iniziato a
definire questo stato di torpore artificiale. Ne sono stati proposti
altri, come torpor-like state (stato simile al torpore), pseudotorpo-
re, torpore artificiale, fino al più recente, e, non posso negare, da
me proposto, torpore sintetico: locuzione che, con mio piacere, è
stata adottata anche da ricercatori alla NASA. In questo articolo
quindi, userò l’espressione «torpore sintetico» per riferirmi a tut-
te quelle condizioni in cui uno stato artificialmente indotto mostri
almeno alcune caratteristiche del torpore in una specie che in na-
tura non è in grado di entrarvi.
Il lavoro di Roth aveva generato aspettative altissime: l’acido
solfidrico è un gas, quindi è facile da somministrare e potente ne-
gli effetti. Purtroppo però l’H 2 S non si è dimostrato efficace in test
su altri animali. Il motivo riguarda proprio il modello usato: il to-
po di laboratorio. Nelle giuste condizioni, questo animale è in gra-
do di entrare in torpore spontaneamente. Dunque è probabile che
l’acido solfidrico abbia stimolato l’animale a entrarvi. Ma animali
non ibernanti su cui in seguito è stato testato H 2 S non sono stati in
grado di rispondere allo stesso modo. Il tentativo di Roth, tuttavia,
ha stimolato i ricercatori a usare modelli animali che non mostras-
sero torpore. La scelta è caduta sul ratto, un roditore che pesa cir-
ca 300 grammi, contro i 20-30 grammi del topo.
Nel 2013 due esperimenti hanno mostrato che in effetti si pote-
va indurre il torpore sintetico anche nel ratto. Ho condotto il pri-
mo dei due esperimenti, il cui approccio era inusuale per il set-
tore. Il torpore è causato da una riduzione del metabolismo. Per
questo motivo la maggioranza della comunità scientifica pensa-

Anche i tumori cambiano attività. Le cellule neoplastiche ferma-
no la loro proliferazione e la crescita della massa tumorale. Questa
osservazione si associa ad alcuni interessanti tentativi di terapia
anticancro effettuati negli Stati Uniti nel periodo a cavallo fra le
due guerre mondiali. In quelle sperimentazioni è stata raggiunta
la temperatura più bassa a cui un essere umano è stato raffreddato
e da cui si è svegliato senza conseguenze: 9 gradi Celsius. Raffred-
dare i tumori però non li uccide, e le cellule neoplastiche tornano
a proliferare al risveglio. Si potrebbe tuttavia pensare di sfrutta-
re la temporanea sospensione della proliferazione per mettere in
atto protocolli terapeutici, sia chemio sia radio, con maggior effi-
cacia. Attualmente quest’ultima strategia è valutata solo sul piano
teorico, senza test di laboratorio, ma l’interesse per la materia ren-
de probabile uno sviluppo del genere nei prossimi anni.
In generale, durante il torpore l’intero organismo entra in una
nuova modalità funzionale. Proprio questo esito può essere sfrut-
tato per interventi terapeutici che normalmente non sarebbero
permessi.

Il torpore del ratto
Ma è davvero possibile indurre il torpore in animali che non
ibernano in natura (fra cui gli esseri umani)? Fino a una decina di
anni fa, la prospettiva anche solo di poter simulare il torpore nel-
la nostra specie era facilmente bollabile come fantascienza. L’ul-
timo decennio però è stato ricco di scoperte. Una menzione d’o-

Sonno stagionale. Il quercino (Eliomys
quercinus, a fronte) e l’orso bruno (Ursus arctos)
sono due esempi di specie animali che vanno
spontaneamente in ibernazione, o letargo, all’arrivo
dell’inverno, spegnendo il proprio metabolismo.
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