Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1

La ceretta di Occam di Beatrice Mautino


biotecnologa, giornalista e comunicatrice scientifica. Tra i suoi libri
più recenti Il trucco c’è e si vede (Chiarelettere, 2018)

90 Le Scienze 6 12 agosto 2019


Il marketing secondo l’Europa

Un regolamento della Commissione Europea stabilisce
sei criteri fondamentali per la pubblicità dei cosmetici

È

entrato in vigore a luglio e potrebbe
cambiare radicalmente la pubblicità
dei cosmetici. Di sicuro, il Technical
Document on Cosmetics Claims renderà la vita
difficile agli addetti al marketing delle azien-
de che potrebbero avere meno libertà nell’uso
dei cosiddetti «claim», cioè di quelle dichiara-
zioni che compaiono sulle confezioni dei pro-
dotti e ne decantano le proprietà.

Trovare un equilibrio
Sono anni che la Commissione Europea
prova a regolamentare il settore, ma non è
un’impresa semplice. È necessario trovare un
equilibrio tra le informazioni che devono es-
serci per poter permettere al consumatore di
scegliere il prodotto che più si addice alle sue
esigenze e i trucchi che il marketing mette in
atto per invogliare i consumatori a preferire
alcuni prodotti a scapito di altri.
La Commissione ha provato a risolvere il
problema con il Regolamento 655/2013 che
stabilisce criteri comuni che permettono di
tutelare i consumatori dai claim ingannevo-
li. Il regolamento stabilisce che le dichiarazio-
ni devono sottostare a sei criteri fondamenta-
li che vanno dalla necessità di provare quanto
dichiarano, all’obbligo di dire la verità fino al-
la correttezza nei confronti dei consumatori e
dei concorrenti. In pratica, la pubblicità ce la
può raccontare, ma entro certi limiti. Tra que-
sti, ce ne sono alcuni che sono violati più spes-
so, come il criterio di correttezza che specifica
che i claim «devono essere obiettivi e non de-
nigrare i prodotti della concorrenza, né deni-
grare ingredienti legalmente utilizzati».
Il documento appena entrato in vigore si
inserisce in maniera diretta e concreta pro-
prio nel tema dei prodotti «senza» con l’obiet-
tivo di fornire uno strumento agli Stati mem-
bri per valutare caso per caso e prendere
provvedimenti. Nello specifico, non dovrem-
mo più vedere dichiarazioni che vantino l’as-
senza di un ingrediente vietato, come «senza

corticosteroidi», ma anche «senza nichel» vi-
sto che si tratta di ingredienti non ammessi
nel Regolamento e quindi indicarne l’assenza
è superfluo oltre che ingannevole perché por-
ta a pensare che invece gli altri prodotti li con-
tengano. Dichiarare che un prodotto è «senza
conservanti» sarà possibile, ma solo se nes-
sun sistema conservante sarà davvero pre-
sente, così come non si dovrebbe poter scrive-
re «senza formaldeide» se il prodotto contiene
degli ingredienti che la rilasciano o «senza
SLS» se il prodotto contiene, per esempio, Co-
co-solfato che è in buona parte SLS.
Non dovremmo nemmeno più vedere pro-
dotti che vantino di essere «privi di allergeni»,
visto che il rischio di reazioni allergiche non
si può escludere completamente e «il prodotto
non deve dare l’idea che lo faccia».

Un alleato per la trasparenza
Infine, non dovrebbe più essere possibi-
le vantare l’assenza di ingredienti autorizzati,
come per esempio i parabeni o il fenossietano-
lo. Su questo punto si giocherà il grosso della
partita tra enti di controllo e aziende, perché
parliamo di dichiarazioni molto utili al mar-
keting e che vanno a soddisfare le esigenze di
nicchie di mercato che vogliono poter sceglie-
re in maniera trasparente.
Ma è anche vero che indicare in etichetta
l’assenza di un prodotto sicuro, lo rende di fat-
to insicuro agli occhi di chi lo compra o quan-
tomeno genera confusione. Sarà invece pos-
sibile indicare l’assenza di ingredienti che
rispondono a specifiche esigenze, come l’as-
senza di alcool in un collutorio usato da tutta
la famiglia, anche dai bambini, o l’assenza di
ingredienti di origine animale in prodotti de-
stinati a consumatori vegani.
Il documento non è una legge, quindi non
ci sono obblighi per le aziende, tuttavia i con-
sumatori e gli enti di controllo adesso possono
contare su un alleato in più nella battaglia per
la trasparenza.
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