la Repubblica - 29.07.2019

(Brent) #1
di Vincenzo Nigro

Frammenti di notizie dall’area del
Golfo Persico. Tessere di un puzzle
che poco alla volta potrebbe com-
porre una fotografia di guerra. L’I-
ran non rinuncia a giocare le sue
carte diplomatiche, e ieri il vice-mi-
nistro degli Esteri Abbas Araghchi
ha partecipato a una riunione a
Vienna dei Paesi che hanno firma-
to l’accordo sul nucleare del 2015.
L’accordo nel 2015 è stato abban-
donato dal Donald Trump, e da al-
lora lo scontro fra Usa e Iran è ri-
partito sempre più acceso.
Ma allo stesso tempo da Tehe-
ran gli iraniani fanno filtrare un’al-
tra notizia: la Repubblica islamica
è pronta a far ripartire il reattore
nucleare di Arak, capace di produr-
re plutonio. Ovvero il materiale ne-
cessario per il ciclo industriale che
alla fine porta alla produzione di
una bomba nucleare.
Sul fronte opposto, quello che
vede insieme Stati Uniti e Israele
(insieme ai Paesi sunniti del Golfo,

innanzitutto Arabia Saudita), il
premier israeliano Benjamin Neta-
nyahu ha reso noto ieri mattina
che Israele ha testato un nuovo
missile anti-missile. In un sito in
Alaska, in collaborazione con l’in-
dustria della Difesa americana, la
Israel Aerospace Industries ha te-
stato con successo lo “Arrow-3”,
un missile antimissile capace di in-
tercettare ordigni balistici avversa-
ri mentre sono ancora fuori dall’at-
mosfera terrestre. Netanyahu dice
chiaramente che Israele «adesso
dispone della capacità di agire con-
tro missili balistici che fossero lan-
ciati contro di noi dall’Iran o da al-
tre località». E Donald Trump ha
fatto i suo complimenti all’indu-
stria israeliana: «Il risultato è stu-
pefacente, siamo molto fieri della
nostra cooperazione con Israele».
Torniamo all’Iran: a Vienna il vi-
ceministro Araghchi ha incontra-
to gli inviati di Francia, Gran Breta-
gna, Germania, Cina e Russia, il nu-
cleo che negoziò il trattato “Jc-
poa” che congelava il programma
nucleare iraniano in cambio della

cancellazione delle sanzioni eco-
nomiche contro Teheran. Trump
ha abbandonato quell’accordo e
ha imposto nuove sanzioni econo-
miche – durissime – all’Iran. L’Iran
continua a rispettare l’intesa, ma
poco alla volta dimostra che è
pronto a far ripartire i suoi pro-
grammi nucleari. E l’annuncio di
ieri sul reattore nucleare di Arak
va in questo senso. A Vienna gli ira-
niani hanno chiesto con forza so-
prattutto ai Paesi europei di de-

nunciare il comportamento
dell’amministrazione Trump, che
sta provando a soffocare economi-
camente il Paese.
Nelle due ore di incontro di Vien-
na il vice-ministro ha collegato i ca-
si delle petroliere bloccate o attac-
cate nel Golfo alle discussioni
sull’accordo nucleare: «Visto che
secondo il Jcpoa l’Iran ha il diritto
di esportare il proprio petrolio,
qualsiasi ostacolo all’esportazione
del petrolio da parte dell’Iran è in
realtà contrario al Jcpoa».
Per l’Iran è difficile ottenere so-
prattutto dagli europei quelle con-
ferme alla libertà di commerci e di
investimenti finanziari che sono
necessari alla sua economia. Gli
Stati Uniti sanzionando gli irania-
ni minacciano industrie e banche
europee che continuino ad avere
rapporti con Teheran: se politica-
mente l’Europa vorrebbe continua-
re a mantenere in vita il Jcpoa, di
fatto contribuendo al blocco eco-
nomico contro l’Iran sta contri-
buendo a sanzionare il Paese degli
ayatollah.

di Gabriella Colarusso

Vendere l’anima o cantare ancora,
sfidare la censura con le ballate che
ne hanno fatto la band più famosa e
amata del Medio Oriente? «Dimmi
che ti soddisfo come lui soddisfa te,
e ti bacia dove io ti bacio, e tu fanta-
stichi su di me», cantano i Mashrou
Leila con la voce del 31enne Hamed
Sinno, e il Libano ribolle. Il gruppo,
che è diventato un fenomeno nel
mondo indie internazionale, avreb-

be dovuto esibirsi il 9 agosto al Festi-
val musicale di Jbeil, una città della
costa a nord di Beirut dove vivono
cristiani e musulmani sciiti, ma l’E-
parchia cattolico-maronita ha lancia-
to il suo anatema: le canzoni dei Ma-
shrou «violano i valori religiosi» e il
festival non deve ospitare concerti
«direttamente in contrasto con la fe-
de cristiana». Altri gruppi religiosi si
sono uniti all’appello, sui social me-
dia la band è diventata oggetto di
una campagna feroce di insulti e mi-
nacce e un avvocato, Christine Na-

khoul, ha presentato persino una de-
nuncia per violazione della legge sul-
la blasfemia. I Mashrou Leila, sono
nati nel 2008 all’università america-
na di Beirut, la capitale multicultura-
le di un Paese considerato una encla-
ve di liberalismo in Medio Oriente.
Da allora, hanno conquistato pubbli-
co e successi, esibendosi nei club del
Cairo o di Londra, suonando nelle

università o nei grandi musei come il
Met di New York. Sinno è apertamen-
te gay, tutti e 4 i componenti sono di
fedi differenti, e i testi delle loro can-
zoni hanno ispirato musicisti e movi-
menti sociali in tutta la regione: con-
tro l’oppressione, il settarismo, l’o-
mofobia, in difesa della libertà di
espressione e dell’amore. Il pretesto
per la censura è stato un meme con-
diviso dal cantante che raffigurava
la Vergine con la faccia di Madonna,
un bambino in braccio e la scritta
“Un piccolo fan”. Ma sotto accusa c’è
tutta la loro musica. Era già successo
in Egitto, in Giordania: concerti can-
cellati o rinviati o interrotti dalla poli-
zia. Mai prima in Libano, dove pure
si erano già esibiti. La band ora de-
nuncia una campagna di disinforma-
zione che ha distorto le loro canzoni
e ribadisce il rispetto «per tutte le re-
ligioni e i loro simboli». Il direttore
del festival, Naji Baz, chiede le scuse:
«Il concerto si svolgerà come previ-
sto, se il gruppo terrà una conferen-
za stampa nei prossimi giorni» e si
scuserà con «chi si è sentito offeso».
Vendere l’anima, o cantare ancora.

-/AFP

La scheda


Lo scenario

Iran, fra dialogo e reattori


partita doppia sul nucleare


La storia


La rock band libanese


che fa infuriare


cristiani e musulmani


hIl nucleare
A maggio del
2018, gli Stati
Uniti sono usciti
dall’accordo del
2015 che
congelava il
programma
nucleare iraniano
in cambio della
sospensione
delle sanzioni.
Dopo un anno,
l’Iran ha
ricominciato ad
arricchire
parzialmente
l’uranio e sono
cresciute le
tensioni militari
con gli Usa nello
stretto di
Hormuz


hLa regione
L’accresciuta
presenza militare
americana nel
Golfo
si accompagna
alla campagna di
contenimento
della presenza
iraniana nell’area
che Israele porta
avanti da tempo,
con incursioni in
territorio siriano
per colpire le basi
di Teheran nel
Paese ma anche -
notizia di questi
giorni - con voli
di sorveglianza
in territorio
iraniano


Israele
I fondi per
le ambasciate

Le sedi
Per spingere i
Paesi stranieri a
seguire
l’esempio Usa –
per ora l’ha fatto
solo il Guatemala


  • Israele è
    pronto a pagare
    parte delle spese
    di trasferimento
    delle ambasciate
    da Tel Aviv a
    Gerusalemme,
    fino a un totale di
    12 milioni di euro


kIl gruppo
Hamed Sinno (a destra), il
cantante dei Mashrou Leila,
durante un concerto in Libano

REUTERS

iIl missile
Il lancio del
missile Arrow-
testato da
Israele e Stati
Uniti in Alaska

Teheran chiede


all’Europa garanzie


per salvare l’accordo


internazionale del



  1. Ma allo stesso


tempo si prepara


a scavalcarlo


. Lunedì, 29 luglio 2019 Mondo pagina^11

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