la Repubblica - 29.07.2019

(Brent) #1

Intervista all’ex presidente della Corte costituzionale


Flick: “Un abuso inaccettabile


si mettono a rischio le indagini”


di Liana Milella

L’uso di una misura


di rigore non


consentita può


incidere sulla


valutazione delle


prove o confessioni


rese nell’immediato


Giovanni
maria flick
ex presidente
della consulta

f


g


«Un’inaccettabile violazione della
Costituzione e della legge». È netta la
critica alla foto dell’ex presidente
della Consulta ed ex Guardasigilli
Giovanni Maria Flick.
Nessun dubbio professore?
«Ci troviamo di fronte a una palese
violazione di una legge penale,
l’articolo 608 del codice, che vieta al
pubblico ufficiale di sottoporre “a
misure di rigore non consentite una
persona arrestata o detenuta di cui
abbia la custodia o verso la quale sia
rivestito di una qualsiasi autorità”».
Siamo di fronte a un reato?
«Certo. Un reato che è conseguenza
diretta e grave “della violenza fisica e
morale sulle persone comunque
sottoposte a restrizione di libertà”
come dice la Costituzione».
La rabbia dei colleghi del
carabiniere ucciso non giustifica la
benda?
«Non credo che il regolamento

dell’Arma consenta o addirittura
imponga di usare una misura di
questo tipo. Comunque sarà il
giudice ad accertare se ve ne fosse la
necessità in quel caso specifico, che
non può comunque e in alcun modo
giustificarsi con la legittima e
doverosa indignazione dei colleghi».
È mai possibile che con il caso
Cucchi ancora aperto l’Arma ricada
in errori così grossolani?
«Non mi pare che l’Arma ricada in
alcun errore perché ha subito
provveduto a fare denunzia
all’autorità giudiziaria, che è
esattamente il contrario di quanto
sembra essere avvenuto nel caso
Cucchi».
Il linguaggio abitualmente usato
dal ministro Salvini, “bastardi,
marciranno in galera, ci staranno a
vita”, è un incentivo?
«Non chieda a me, ma semmai ai
carabinieri che hanno compiuto il

gesto. Io lo giudico un linguaggio
assolutamente inaccettabile di
fronte alla Costituzione, soprattutto
da parte di chi abbia giurato di
osservarla. Non si tratta di piangere
sulla benda al detenuto, ma di
chiedere il rispetto della legge. E
comunque la Cedu ha dichiarato
incostituzionale l’ergastolo a vita».
Però parole simili dette dal
titolare del Viminale fanno scuola, e
la destra sta con lui.
«Questo dimostra quanta strada
bisogna ancora fare per attuare la
Carta in questo Paese. Con
particolare riferimento agli articoli 13
e 27 della Costituzione sul divieto
della violenza verso i detenuti e sulla
funzione rieducativa della pena».
Resta il fatto che Salvini e la Lega
giustificano la foto perché per loro
conta solo la morte del carabiniere.
«Sono due realtà assolutamente
diverse e non comparabili. È ovvia la

gravità di un omicidio come quello,
che va punito con tutto il rigore che la
legge prevede. Ma ciò non ha nulla a
che vedere con il rispetto della legge
medesima da parte di chi ha in
custodia l’accusato. E un
comportamento del genere, se non
verrà giudicato necessario da parte
del giudice per le condizioni
particolari dell’indagine, è una
flagrante violazione di un principio
di legge fondamentale: l’uso di una
misura di rigore “non consentita”,
cioè un abuso di autorità che
potrebbe anche avere conseguenze».
Di che tipo?
«Sulla credibilità della giustizia
italiana, sulla valutazione delle prove
o confessioni rese nell’immediatezza,
secondo uno schema, anch’esso
inaccettabile, che mi pare già
emerga dai commenti della stampa
Usa».

Primo piano La foto della vergogna


La foto shock per l’Arma e gli Usa


Ma a Salvini va bene così


Il giovane bendato in caserma dopo il delitto di Cerciello è un caso. I carabinieri: “Inconcepibile, il responsabile è stato trasferito”


Conte: “Trattamento lontano dai nostri principi e dai valori giuridici”, mentre al ministro dell’Interno non piacciono “i lamenti”


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ANSA

Su Facebook
Il sondaggio leghista

Sulla pagina ufficiale della
Lega la domada rivolta ai
militanti: “Alcuni giornali
sostengono che si tratti di una
foto choc, voi cosa ne
pensate?”

di Giovanna Vitale

ROMA — Le aperture dei principali si-
ti stranieri, dalla Cnn al Washington
Post, non lasciano adito a dubbi. Lo
scatto che ritrae Gabriel Natale Hjor-
th mentre — ammanettato dietro la
schiena, gli occhi coperti da una
sciarpa — aspetta di essere interroga-
to in un ufficio dei carabinieri, è di-
ventato un caso internazionale.
«Sconvolgente». Tale persino da
oscurare le indagini sull’omicidio
del vicebrigadiere Cerciello Rega.
In grado di innescare un conflitto di-
plomatico tra Italia e Usa. Mentre
Salvini minimizza e il Pd urla alla vio-
lazione dello stato di diritto, in sera-
ta è il premier Giuseppe Conte a in-
tervenire via Facebook: «Ferme re-
stando le verifiche di competenza
della magistratura, riservare quel
trattamento a una persona privata
della libertà non risponde ai nostri
principi e valori giuridici, anzi confi-
gura gli estremi di un reato o, forse,
di due reati». Conte ha anche lodato
l’immediata censura del comandan-
te dell’Arma «Inconcepibile, il mili-
tare responsabile è stato trasferito».
Ma nel frattempo la macchina del-
la propaganda procede imperterri-
ta intorno al dramma del sottufficia-
le campano. Con tanto di sondaggio
lanciato sin dal mattino su uno dei
profili social della Lega: «Alcuni
giornali sostengono che si tratti di
una foto choc, voi che cosa ne pensa-
te?». Seguito da un profluvio di com-
menti, per lo più negativi, che in bre-
ve rischiano di diventare un boome-

rang. Almeno fino all’intervento del
ministro dell’Interno, che in un post
violentissimo paragona l’assassinio
di Rega all’immagine del 18enne in
ceppi, stabilendo una gerarchia di
gravità tra due episodi incomparabi-
li: «A chi si lamenta della bendatura
di un arrestato, ricordo che l’unica
vittima per cui piangere è un uomo,
un figlio, un marito di 35 anni, un
servitore della Patria morto in servi-
zio per mano di gente che, se colpe-
vole, merita solo la galera a vita. La-
vorando. Punto». Parole del tutto si-
mili a quelle utilizzate poco prima
da Giorgia Meloni. Chiaro l’obbietti-
vo: silenziare quanto accaduto al ra-
gazzo statunitense, nel frattempo fi-
nito sulla stampa di mezzo mondo e

stigmatizzato sia da Amnesty Inter-
national («È un atto illegale») sia dal-
la Camera penale di Roma («Una co-
sa da Far West»). Con esimi giuristi a
spiegare come quello scatto sia
«una buona arma in mano agli avvo-
cati difensori».
Fi si schiera dalla parte del vice-
premier leghista salvo l’eccezione
Mara Carfagna, che invita a non usa-
re la tragedia «per aizzare l’odio e in-
fiammare l’opinione pubblica, spe-
cialmente da parte delle istituzioni,
che sono e restano garanti della leg-
ge». Il Pd attacca a testa bassa «il mi-
nistro della paura che alimenta rab-
bia e odio», denunciando lo strappo
alla Costituzione ed esprimendo «or-
rore per la foto e per l’uso che ne sta
facendo il partito di Salvini». Mentre
Piero Grasso ricorda: «Quando arre-
stammo Provenzano, o quando in-
terrogai Brusca, mi trovai davanti
uomini che avevano commesso stra-
gi, fatto uccidere colleghi e amici,
progettato il mio omicidio e il rapi-
mento di mio figlio. Potete immagi-
nare il mio stato d’animo. Ho sem-
pre avuto chiaro però quale fosse il
mio ruolo: quello di rappresentante
dello Stato». Silenzio imbarazzato
dei vertici 5S. Solo Nicola Morra si
espone: «Lo Stato non fa così giusti-
zia. Chi evoca comportamenti ecces-
sivi, irrazionali, parossistici cerca
reazioni che una politica corretta de-
ve allontanare. Una spettacolarizza-
zione capace di indurre reazioni
istintuali che non può e non deve ap-
partenere agli uomini dello Stato».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’immagine
Gabriel Christian
Natale Hjorth
ammanettato
e bendato
in un ufficio
dell’Arma

pagina. 2 Lunedì, 29 luglio 2019


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