la Repubblica - 29.07.2019

(Brent) #1
dal nostro inviato
Anna Lombardi

new york — «Scioccante» dice Cnn
aprendo il sito con l’immagine del
diciottenne Gabriel Natale Hjorth
bendato e legato in caserma. «Intol-
lerabile» titola invece la versione

online del Washington Post. Citan-
do l’affermazione rilasciata a Re-
pubblica dal portavoce del Coman-
do generale dei carabinieri, il gene-
rale Roberto Riccardi, che per pri-
mo l’ha definita così: «Quella foto è
intollerabile in sé e intollerabile sia
stata scattata e divulgata». Mentre
perfino un sito economico come

Bloomberg esprime la sua indigna-
zione. «Esposto come un trofeo»
scrive sotto l’immagine dei maggio-
ri giornali italiani su un tavolo, la fo-
to choc ripetuta decine di volte.
Sì, fa davvero il giro del mondo
l’immagine della vergogna. E dopo
aver aperto i siti dei maggiori gior-
nali europei, arriva in America di
prima mattina. Entrando in ogni ca-
sa attraverso le televisiooni. La
Cnn, la manda più volte a loop, nei
tg del mattino, commentata dalla
corrispondente in Italia, Barbie Na-
deau. La tv all news ne sottolinea
l’autenticità, spiegando di aver
chiesto chiarificazioni e aver appre-
so dell’avvio di un indagine su due
fronti: «per capire perché il ragaz-
zo era bendato. E per scoprire chi
l’avesse fatta trapelare alla stam-
pa». A rilanciarla in televisione, in-
tanto, arrivano altri canali: da Nbc a
Abc che nei suoi servizi enfatizza:

«bendare un sospetto in Italia è una
pratica illegale». Anche sui siti, la
foto trova ampio spazio, come cer-
tamente ne troverà nei giornali di
stamattina. Con il Washington Post
ad alludere, sia pure molto pacata-
mente, al caso di Amanda Knox:
condannata e poi assolta per l’omi-
cidio di Meredith Kercher, come
d’altronde aveva già scritto pure il
giorno prima. Per carità, nessuno si
spinge fino al punto mettere in dub-
bio la validità dell’indagine. Ma si-
curamente quella foto proprio non
va giù. In California, lo stato da cui i
due giovani rei confessi dell’omici-
dio provengono, la rilanciano an-
che Los Angeles Times e San Franci-
sco Gate. Ripetendo parole che in-
sieme alla foto inseguono il fuso
orario, rimbalzano di stato in stato:
«Intollerabile». «Intollerabile». «In-
tollerabile»...

ROMA — Chi ha deciso, venerdì 26
luglio, nella caserma del Reparto In-
vestigativo dei carabinieri di via In
Selci, di annichilire il diciottenne cit-
tadino americano Christian Natale
Hjorth ammanettandolo alla schie-
na e bendandolo? E perché? E chi è
il militare che ha scatto quella foto
che doveva fissare il momento
dell’umiliazione? Per farne cosa? Fi-
no a quando non troverà risposte
convincenti, la storia della foto del-
la vergogna, le domande che solleci-
ta, promettono ora di fagocitare tut-
to il resto. O, comunque, di diventa-
re dirimenti negli umori dell’opinio-
ne pubblica americana tuttora pri-
gioniera del fantasma di Amanda
Knox. Fino al punto da poter orienta-
re il Governo degli Stati Uniti nel va-
lutare la possibilità di chiedere l’e-
stradizione per i due “teneri” assassi-
ni di San Francisco armati di baio-
netta perché ne vengano assicurati i
diritti di difesa all’interno del porto
sicuro della giurisdizione statuni-
tense. Perché, ora, di questo si trat-
ta. Sapere cosa è successo in via In
Selci tra il momento del fermo di Ga-
briel Christian Natale Hjorth, 18 an-
ni, e Elder Finnegan Lee, 20 anni, e
la confessione di uno dei due al pm
Maria Sabina Calabretta e dalla Pro-
curatrice aggiunta Nunzia D’Elia, si-
gnifica sapere anche se e quale valo-
re la confessione di uno dei due po-
trà avere.
Le inchieste della magistratura so-
no due. Una aperta dal Procuratore
generale di Roma, Giovanni Salvi,
che riguarderà esclusivamente i pro-
fili disciplinari dei militari che risul-
teranno coinvolti in questa vicenda.
La seconda, dell’attuale Procurato-
re reggente di Roma Michele Presti-
pino che, domani, riceverà dal Co-
mandante provinciale di Roma dei
Carabinieri, Francesco Gargaro,
una prima informativa con la rico-
struzione di quanto accaduto in via
In Selci nella tarda mattinata di ve-
nerdì. Ad oggi, la storia ha solo un
primo abbozzo di verità. E un primo
responsabile. Un sottufficiale del Re-
parto Investigativo che — per quan-
to riferisce il Comandante Provincia-
le dei carabinieri di Roma France-

sco Gargaro — avrebbe assunto la de-
cisione di costringere in una posizio-
ne di stress quel ragazzo, «in autono-
mia, per un tempo limitato e senza
alcuna indicazione della catena di
comando». E che per questo è stato
ieri trasferito per decisione del Co-
mando Generale ad altro incarico.
Manca al contrario chi ha scattato la
foto. Mancano i nomi dei carabinieri
che in quella stanza in cui Natale
Hjorth era costretto hanno assistito
a quanto stava accadendo senza sol-
levare alcuna obiezione.
Bisogna dunque, al momento, sta-
re a quello che il Comando Provin-
ciale dei carabinieri ha raccolto nel-
la sua indagine interna e che, a Re-
pubblica, fonti interne dell’Arma rac-
contano così.
I due cittadini americani vengono
fermati dai carabinieri del Reparto
Investigativo intorno alle 11 del mat-

tino di venerdì nella loro stanza
all’hotel Meridien Visconti. Sul po-
sto, è il comandante del Reparto, il
colonnello Lorenzo D’Aloia. È un uf-
ficiale per bene. Che si è guadagna-
to la stima della Procura di Roma e
molti nemici nel Corpo. Perché è l’uf-
ficiale che ha fatto “girare” l’inchie-
sta sulla morte di Stefano Cucchi.
Che si è sottratto all’omertà di Cor-
po contribuendo a individuare chi
aveva depistato, nell’Arma, la ricer-
ca della verità.
D’Aloia è insomma ufficiale avve-
duto. E, quel venerdì mattina, dispo-
ne che i due americani vengano se-
parati e trasferiti dall’hotel alla ca-
serma di via In Selci su due diverse
auto. Sottraendo entrambi — questa
l’indicazione — a ogni genere di pub-
blicità. D’Aloia si trattiene nella stan-
za di albergo per sigillare la scena

del fermo. Perché, ricca come è di
tracce, non venga contaminata. Le
due pattuglie in borghese, con en-
trambi i fermati, dunque, lo prece-
dono di una quindicina di minuti
verso la caserma. Quella che ha a
bordo Natale Hjorth entra dal retro
del caserma di via In Selci e il ragaz-
zo, dopo essere sceso dall’auto, vie-
ne fatto entrare in una stanza a pia-
no terra, che affaccia sul cortile in-
terno del complesso, normalmente
destinata a “sala ascolti” per le inter-
cettazioni telefoniche. Ed è a questo
punto che cominciano i problemi.
Per quello che l’inchiesta interna
ha sin qui accertato, il capo pattu-
glia, un sottufficiale del Reparto, de-
cide non solo che a Natale Hjorth
non vengano tolte le manette. Ma
che debba essere anche messo nella
condizione di non poter vedere do-
ve i militari lo stanno conducendo.
Per questo, si sfila il foulard azzurro
che ha al collo e lo stringe intorno al-
la fronte del ragazzo come una ben-
da. Quindi, dopo averlo fatto sedere
al centro della stanza, si allontana.
Da quel momento in poi, nella sa-
letta dove Natale Hjorth è stato par-
cheggiato comincia un via vai di mi-
litari. Alcuni dei quali appartengo-
no anche alla stazione Farnese (quel-
la del vicebrigadiere Mario Cerciel-
lo Rega). Ed è uno dei tanti carabinie-
ri che si avvicendano in questo pas-
seggio indistinto a scattare la foto.
Verosimilmente dalla porta finestra
della sala che affaccia sul cortile in-
terno.
All’arrivo in caserma di D’Aloia —
stando sempre all’inchiesta interna
— la scena cambia. Natale Hjorth vie-
ne portato in un’altra stanza. Rima-
nendo separato da Lee. E, per en-
trambi, si decide di evitare le came-
re di sicurezza. Fino all’arrivo dei
magistrati. Poi, sabato sera, comin-
cia un’altra storia. La foto comincia
a circolare. Forse anche per danneg-
giare il comandante del Reparto,
D’Aloia. Come se in quello scatto, do-
vesse compiersi un unico destino.
L’umiliazione di un detenuto diven-
tato trofeo. E la vendetta su un uffi-
ciale che ha rotto l’omertà.

Il paragone
Sul Washington
Post si cita il caso
Knox accusata
e infine assolta
per l’omicidio
Kercher

Benda e scatto, l’autogol


che può valere l’estradizione


per i due accusati


La Cnn
L’immagine di Natale Hjorth
bendato durante
il suo fermo ha aperto
il sito dell’emittente
televisiva americana

Le norme sul fermo


Tra Costituzione
e Codice Penale

La Carta
Il comma 3 dell’articolo 13
della Costituzione italiana
recita: “È punita ogni
violenza fisica e morale sulle
persone comunque
sottoposte a restrizioni di
libertà”.

Il Codice di procedura
Penale
Il fermo di indiziato di reato
e i doveri della polizia
giudiziaria sono
regolamentati dagli articoli
384 e seguenti del Codice
di Procedura Penale

Primo piano La foto della vergogna


di Carlo Bonini

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Negli Stati Uniti
La notizia sui siti

Washington Post
Il quotidiano americano ha
ripreso sul proprio sito la
notizia del carabiniere ucciso
e delle polemiche seguite alla
diffusione della foto

Los Angeles Times
Anche il quotidiano
di Los Angeles
ha dato ampio risalto
alle polemiche sul trattamento
subito da Natale Hjorth

Amanda Knox


Le reazioni oltreoceano


La rabbia dei media


americani, c’è chi


evoca il caso Knox


Ecco cosa è accaduto


dopo l’arresto


Non identificato


l’autore della foto


. Lunedì, 29 luglio 2019^ pagina^3

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