La Stampa - 29.07.2019

(Marcin) #1
.

ROBERTO OLIVI Presidente di Coopservice: fatturato in crescita, nel 2020 supereremo il miliardo

“Nuove acquisizioni e più estero


In Italia il privato fa fatica a pagare”


MAURIZIO TROPEANO


I


nvestimenti nell’innova-
zione. Secondo Roberto
Olivi, presidente di Coop-
service, è questa la nuo-
va frontiera di una cooperati-
va, nata nel 1991 dalla fusio-
ne di due aziende di servizi
attive nella vigilanza e nelle
pulizie, che ha chiuso il bilan-
cio 2018 con un fatturato di
933 milioni di euro (+8,2%
sul 2017). Cresce anche l’oc-
cupazione 22.214 persone
(+ 6,9% ). Per Olivi «i dati so-
no in linea con gli obiettivi fis-
sati nel piano industriale
2018-2020, che prevede il
raggiungimento del miliar-
do di fatturato nel 2020».
Coopservice è la holding a
cui fanno capo società con-
trollate e partecipate attive
nella pulizia e sanificazione
in ambito sanitario, nelle pu-
lizie industriali e civili, nella
gestione dei servizi di sicu-
rezza e vigilanza, nella logi-
stica e nell’energia. Tra le
controllate c’è anche Servizi
Italia, quotata in Borsa.
Olivi come pensate di arriva-
re l’anno prossimo a supera-
re un miliardo di fatturato?
«Ai soci abbiamo presentia-
mo un bilancio positivo e una
cooperativa solida: risultati
non scontati perché raggiunti
in condizioni di mercato diffi-
cili ma che sono una confer-
ma della nostra capacità di
crescere anche in momenti di
congiuntura non positiva».
Se la congiuntura non è posi-
tiva come riuscirete a supera-

re un miliardo di fatturato
l’anno prossimo?
«Nel 2019, con l'integrazio-
ne di Gesta Spa in Coopservi-
ce, si concluderà il processo
di riorganizzazione interno
che ci consentirà di essere
più incisivi nel mercato dell'e-
nergy & facility manage-
ment, grazie ad una offerta
integrata e completa di servi-
zi. Continueremo a investire
in innovazione e a sostenere
lo sviluppo delle nostre con-
trollate all'estero».
Sono previste acquisizioni?
«Il percorso di crescita sarà
realizzato anche attraverso
operazioni per linee esterne.
Sul tavolo abbiamo tre dos-
sier aperti. La priorità è il set-
tore energy dove siamo a 100
milioni di ricavi e dove voglia-
mo crescere, diversificando

l’attività ed allargando i confi-
ni territoriali.
Più privato perché in Italia i
tempi di pagamento della
pubblica amministrazione
sono più lunghi?
«Metà della nostre entrate ar-
rivano dal settore pubblico. I
tempi di pagamento della pub-
blica amministrazione resta-
no un problema: anche se non
sono migliorati, restano tutta-
via nella media. Adesso, però,
siamo più preoccupati dai con-
tratti con il settore privato da
dove arrivano segnali preoc-
cupanti di sofferenze che met-
tono a rischio i pagamento. Il
pubblico, alla fine, prima o
poi, salda i suoi debiti».
In questa situazione di incer-
tezza ci sono rischi per le re-
tribuzioni dei dipendenti? E
che cosa rischiano i soci?

«Non ci sono fibrillazioni su-
gli stipendi, applichiamo
una corretta politica retribu-
tiva quando altri usano la for-
ma cooperativa per aggirare
i contratti. I soci della nostra
cooperativa sono 5.598, in
maggioranza donne e per il
15% di cittadinanza non ita-
liana. Come detto il fattura-
to è in crescita costante e il
positivo andamento econo-
mico ha permesso l'assegna-
zione ai soci di un ristorno di
800 mila euro, in aggiunta ai
428 mila euro di rivalutazio-
ne e remunerazione delle
quote sociali. E poi per soci e
dipendenti ci sono le iniziati-
ve di welfare aziendale: pre-
videnza e sanità integrativa,
un fondo di solidarietà con
una dotazione di 220 mila
euro, borse di studio per gli

studenti meritevoli figli di so-
ci, appartamenti vacanza
convenzionati».
Il piano industriale prevede
anche un percorso di inter-
nazionalizzazione. Come
pensate di espandere la vo-
stra attività fuori dall’Italia?
«Per noi si tratta di un ambito
di crescita che è strategico: ve-
diamo già buoni risultati, co-
me le due importanti gare di
servizi di vigilanza che recen-
temente ci siamo aggiudicati
in Spagna. Le nostre prime

esperienze all’estero risalgo-
no al 2004 in Croazia, Serbia
e Malta. Adesso operiamo
con otto società controllate e
circa 2000 dipendenti. Servi-
zi Italia ha avviato una part-
nership in Russia e guardia-
mo con più attenzione ai pae-
si dell’area balcanica. Ad og-
gi, però, meno del 10% del fat-
turato viene realizzato fuori
dall’Italia. Abbiamo messo in
campo un piano di internazio-
nalizzazione».
Quali sono le difficoltà che
possono frenare il vostro
percorso di espansione all’e-
stero?
«Le criticità sono legate alle
scelte di politica interna dei
diversi governi. Il nostro
obiettivo è di riuscire a capita-
lizzare fuori dai confini il
know how e le competenze so-
prattutto in campo sanitario
dove siamo in grado di offrire
un servizio integrato anche
con la logistica del farmaco e
una gestione dei magazzini
centralizzati. Siamo in grado
di movimentare 115 confezio-
ni di farmaci al minuto».
Quanto investe in innovazio-
ne il gruppo Coopservice?
«Nel 2018 sono state erogate
oltre 57.000 ore di formazio-
ne professionale, con il coin-
volgimento di circa 10.000
addetti. Nel nostro mondo an-
cora molto tradizionale abbia-
mo garantito 14 mila ore di in-
novazione. Parliamo di intelli-
genza artificiale, algoritmi
predittivi e metodologie del
design thinking per progetta-
re ed erogare i servizi».
In concreto che cosa cambia
per il vostro mondo?
«Abbiamo una struttura inter-
na dedicata all’innovazione
che ha realizzato un’applica-
zione per gestire i traslochi.
L’applicativo è il frutto di mol-
te ore di ricerca dove abbia-
mo addestrato una rete neura-
le con immagini eterogenee
di locali industriali ma anche
di abitazioni. Basta scattare
una foto con il telefonino e in
tempo reale arriva il preventi-
vo accelerando il servizio». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ROBERTO OLIVI
PRESIDENTE
DI COOPSERVICE

Coopservice eroga e gestisce anche servizi in ambito ecologico e ambientale

Il percorso di crescita
sarà realizzato anche
per linee esterne,
sul tavolo abbiamo
tre dossier aperti

Abbiamo un piano
di crescita anche
sui mercati esteri
che consideriamo
strategici

Sperimentiamo
e usiamo intelligenza
artificiale, algoritmi
predittivi per
progettare i servizi

LUIGI GRASSIA

L

e aziende «B2B»,
cioè «business to busi-
ness», cioè che lavo-
rano non per il clien-
te finale ma per altre azien-
de, di solito non hanno un no-
me noto al pubblico, e questo
vale anche per la Ratti di
Guanzate (Como), che da de-
cenni fa tessuti stampati per i
marchi mondiali del lusso co-
me Hermès, Dior, Prada, Dol-
ce e Gabbana e molti altri.
Quando entriamo in un nego-
zio e compriamo abiti, cami-
cie, cravatte, sciarpe, foulard
eccetera di questi e di altri
«brand» famosi, è probabile
che nel prodotto ci sia la ma-
no della Ratti, che da poco ha
allargato l’attività acquisen-
do il 30% del maglificio fio-
rentino Marielle, a sua volta
partner storico delle principa-
li «maison» di moda di tutto il
mondo. Sergio Tamborini,
60 anni, che di Ratti S.p.a. è
amministratore delegato,
spiega che «questa nuova
operazione rappresenta
un’opportunità nel piano di
sviluppo del gruppo, perché
integra la nostra gamma di
prodotto attraverso una real-
tà come Marielle, che da sem-
pre è al passo per innovazio-
ne tecnologica dei macchina-
ri e competenze tecnico-spe-
cialistiche qualificate».
La Ratti è nata nel 1946 nel
Comasco che assieme alla zo-
na di Lione, in Francia, costi-
tuisce uno dei due poli storici
europei di lavorazione della
seta. A creare l’azienda è sta-
to Antonio Ratti, la cui figlia
Donatella ha tuttora il 16%
delle azioni; dagli Anni Ot-
tanta la società è quotata in
Borsa e oggi il socio di con-
trollo è il gruppo Marzotto.
Da notare che l’anno di na-
scita 1946 non è solo pre-mi-
racolo economico, ma addirit-
tura pre-ricostruzione: l’Italia
era ancora a pezzi per la se-
conda guerra mondiale, e
creare aziende in quel mo-
mento era una scommessa
che richiedeva coraggio. Dice
Tamborini che «Antonio Ratti
è stato un pioniere del made

in Italy della moda, sia per
quanto riguarda la qualità
produttiva sia la promozione
dell’immagine, e un antesi-
gnano del marketing interna-
zionale, quando questo con-
cetto a malapena esisteva».
Adesso il gruppo Ratti fattura
110 milioni di euro (dati

2018, e la previsione per que-
st’anno è in crescita) e la sua
attività si articola in uno stabi-
limento con 550 persone in
quel di Como e un altro con cir-
ca 200 in Tunisia, a cui ora si
aggiunge la Marielle di Firen-
ze, e poi ci sono un polo logisti-
co e altre attività di supporto.
La Tunisia apre la prospet-
tiva di crescita più inaspetta-
ta: tutti, inclusa la Ratti, pun-
tano ai ricchi mercati di Eu-
ropa, America e Asia, men-
tre l’Africa è ancora un po’
trascurata, eppure ricca di
promesse. Racconta Tambo-
rini che «i tessuti stampati ti-
pici delle donne africane, in-
tendo dire quelli più pregia-
ti, non vengono prodotti lo-
calmente ma in Svizzera, in
Austria e in Olanda. È una
produzione di nicchia, anco-
ra non girano tanti soldi, ma
nonostante mille difficoltà
l’economia dell’Africa sta
crescendo e quello sarà un
mercato del futuro, che le
imprese italiane della mo-
da, finora, hanno poco
esplorato». Questo impone
un’apertura ai gusti dei nuo-
vi mercati: in Ratti, dice
Tamborino, lavorano 40 di-
segnatori, e non tutti sono

italiani, «ci stiamo aprendo
a nuove sensibilità».
L’altra grande direttiva di
sviluppo, per il gruppo Ratti
e per tutto il settore in cui
opera, ha a che fare con la tec-
nologia, e in particolare con
la stampa digitale dei tessu-
ti, che esiste già da qualche
anno ma di cui «stiamo anco-
ra esplorando le possibilità»,
dice Tamborino. Il ricambio
delle collezioni sta diventan-
do più veloce e la stampa di-
gitale permette alle aziende
come Ratti di adeguarsi a
questa tendenza, perché con-
sente di attrezzarsi alle nuo-
ve produzioni senza fare in-
vestimenti troppo impegna-
tivi, quando ancora non si sa
quali saranno i numeri.
Concludiamo tornando al-
la questione iniziale: fare
prodotti di altissima qualità
per poi vederli commercializ-
zati da famosi marchi del lus-
so, senza che il pubblico sap-
pia che in realtà li ha realizza-
ti Ratti, non vi fa venire la ten-
tazione di lanciarvi in prima
persona con il vostro brand?
Tamborino lo esclude: «Per
farlobisognerebbe investire
uno o due miliardi...». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

SERGIO TAMBORINI
AMMINISTRATORE DELEGATO
DI RATTI S.P.A.
INTERVISTA
La stampa digitale
permette di avviare
produzioni limitate
senza bisogno
di grossi investimenti

LE FERIE SONO UN DIRITTO

FORSE ANCHE

PER LE PARTITE IVA

WALTER PASSERINI

L

a novità è destinata a fare scal-
pore e a trovare una possibile
soluzione nel campo del lavo-
ro autonomo. Il tema è: intro-
durre ferie retribuite anche per le par-
tite Iva. Il mese scorso è stata approva-
ta una nuova direttiva dell’Unione Eu-
ropea, che lancia il via libera definitivo alle nuove norme
che introducono maggiori tutele per i lavoratori indipen-
denti in tutta Europa. L'Italia avrà tre anni di tempo per
adeguarsi. La norma è dirompente e non mancherà di su-
scitare dibattiti al calor bianco nel nostro paese. Basta
con gli attuali contratti atipici? Basta alle condizioni a cui
devono sottostare i sempre più numerosi lavoratori auto-
nomi, quelli delle partite Iva? Vedremo. Il Consiglio Ue
ha deciso di mettere ordine alla giungla contrattuale, in-
troducendo nuove misure a favore di quanti non hanno
l’ambìto contratto a tempo indeterminato a tutele cre-
scenti. E così, mentre gli autonomi attendono l’avverarsi
di un sogno, i dipendenti si stanno preparando alle tanto
sospirate ferie estive.
Tra pochi giorni, infatti, a dispetto dei richiami alla rota-
zione annuale, oltre 17 milioni di lavoratori dipendenti la-
sceranno le aziende per un periodo di svago, riposo e ripri-
stino delle energie. Non tutti potranno farle, se non pa-
gandosele di tasca propria: i lavoratori autonomi, dagli
esercenti ai rider, i fattorini delle consegne a domicilio in
bicicletta, i free lance, partite Iva e collaboratori più o me-
no indipendenti delle diverse tipologie; mentre al contra-
rio è partita la carica dei lavoratori stagionali e dei disoc-
cupati, che aspettano le ferie per trovare un lavoro, anche
a termine, purtroppo anche in nero. Il diritto alle ferie re-
tribuite è un diritto individuale e irrinunciabile, anche se
è il datore di lavoro il decisore principe, che ne condivide
tempi e modi, in base a motivazioni economiche e orga-
nizzative. La durata minima è di quattro settimane, di cui
almeno due consecutive da godersi nell’anno di riferi-
mento, mentre le altre vanno comunque godute nei 18
mesi successivi.
Le ferie non possono essere sostituite da forme di paga-
mento (monetizzazione), fatto salvo il licenziamento o le
dimissioni, in cui le ferie non godute vengono retribuite.
La monetizzazione è ammessa per i periodi non goduti
che superano le quattro settimane. Inoltre bisogna fare at-
tenzione ai tempi: l’indennità per ferie non godute, infat-
ti, svanisce per prescrizione in dieci anni. Grandi conten-
ziosi scattano ogni anno nel caso di malattia del dipen-
dente. Il litigio riguarda la possibilità di sospendere le fe-
rie per malattia. In caso di malattia o per infortunio duran-
te le ferie, il periodo di vacanza viene sospeso, alla condi-
zione che vi sia una certificazione del medico. Si ha dirit-
to alla maturazione delle ferie anche in caso di assenza. E’
infatti considerata come presenza in servizio l’astensione
obbligatoria per congedo di paternità o maternità, il con-
gedo matrimoniale e l’incarico ai seggi elettorali. Non so-
no riconosciute come ferie maturate, invece, il congedo
parentale, l’assenza per malattia del figlio, l’aspettativa
sindacale per cariche elettive, lo sciopero, il servizio mili-
tare di leva e durante il ricorso alla cassa integrazione a ze-
ro ore. Un’innovazione in vigore dal 2015 è quella delle
cosiddette ferie solidali: si possono infatti offrire gratuita-
mente le proprie ferie a colleghi di lavoro per l’assistenza
a figli minori che necessitino di cure per particolari pro-
blemi di salute. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

l’azienda, che produce per i grandi marchi del lusso, acquisisce il 30% di marielle


Africa, nuova frontiera dei tessuti


“La Ratti di Como crescerà lì”


L’ad Tamborini: il mercato è piccolo ma si espande più in fretta dell’Asia


Per altre informazioni è possibile consultare
il Canale Lavoro: http://www.lastampa.it/lavoro

LA VERITÀ APPESA

A UN FILO.

IL MORSO DELLA RECLUSA di FRED VARGAS
Opera composta da 33 uscite. Ogni uscita a 7,90 € in più. L’editore comunicherà, nel rispetto del D.Lgs. 147/2007, eventuali ulteriori numeri della collana che, per sua natura, è suscettibile di estensione.IN EDICOLA

Nel Sud della Francia, tre anziani vengono uccisi dal morso di un ragno raro detto “reclusa”. Un’indagine
che il capo dell’Anticrimine di Parigi, protagonista di tanti romanzi di successo, decide di seguire
scandagliando a fond o il passato delle vittime e fi dandosi solo del proprio istinto.

Un caso estremamente velenoso per il commissario Adamsberg.


LUNEDÌ 29 LUGLIO 2019LASTAMPA 23
tuttosoldi
Free download pdf