La Stampa - 29.07.2019

(Marcin) #1
.

IL LIBRO

Un passaporto
per mettere in tasca
cinque isole

MARE

Una sfida tra re, alla Copa
del Rey Mapfre di Palma di
Maiorca, uno dei principali
eventi velici del Mediterra-
neo. Le regate cominciano
oggi e andranno avanti per
tutta la settimana: 132 team
per 11 classi. Tre quelle in
cui è divisa la flotta Swan, le
barche-cult del cantiere ita-
lo-finlandese Nautor di Leo-
nardo Ferragamo: nei Club
Swan 50 anche Aifos 500 del
re di Spagna Felipe VI (nella
foto, atteso sabato) e Fram
XVIII di re Harald V di Norve-
gia. Iniziano mercoledì inve-
ce i velocissimi multiscafi
Gc32, con Alinghi di Ernesto
Bertarelli tra i favoriti. Nei
Sotheby’s Irc la barca da bat-
tere è Cannonball dell’im-
prenditore italiano dei co-
smetici Dario Ferrari. F. P.
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L’EVENTO

A Palma di Maiorca
la sfida tra due re
nella Copa del Rey

SONO LE UNICHE COMANDANTI IN ITALIA DI QUESTO TIPO DI IMBARCAZIONI STORICAMENTE IN MANO AGLI UOMINI

Tre donne al timone di un rimorchiatore

“Ci siamo conquistate il nostro orizzonte”

A quattro anni dal primo nu-
mero, Sirene, un magazine
di mare appassionato, colto,
raffinato e al contempo mini-
mal, stampato in italiano e
in inglese su carta fatta di al-
ghe (è trimestrale, si acqui-
sta online), lancia Passapor-
ti delle isole, una piccola col-
lana dedicata a cinque isole
del Mediterraneo: Formen-
tera, Caprera, Pantelleria,
Koufonissi e Kastellorizo.
Sono volumetti tascabili,
44 pagine di carta riciclata
che sembrano l’incrocio tra
un taccuino di Chatwin e un
portolano: alcune pillole di
storia, il profilo disegnato,
le distanze, i venti, le tempe-
rature mensili medie del ma-
re, le spiagge e le cale, i sen-
tieri, i drink i piatti locali e i
dieci consigli per sentirsi
uno del posto. F.P.
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Hanno conseguito tutte e tre
la maturità natica e hanno
navigato come ufficiali a bor-
do di petroliere e cargo su ma-
ri lontani. A sinistra, Norma
Russiano, genitori piemonte-
si, cresciuta in Val d’Aosta, la
decana: è comandante alle
dipende nze della Rimorchia-
tori Riuniti Panfido di Vene-
zia. A destra, la collega Valen-
tina Simoni, sarda, in servizio
con la Moby Divisione Rimor-
chiatori a Cagliari. Qui sotto,
Antenella Scarciglia, coman-
dante con la società Fratelli
Barretta a Brindisi.

Norma, la decana, è una piemontese-valdostana
in servizio a Venezia. Valentina è a Cagliari
e poi c’è Antonella, la più giovane, a Brindisi

FABIO TACCOLA/NAUTOR’S SWAN

FABIO POZZO


Q


uanti siano i coman-
danti maschi di ri-
morchiatori in Italia
non ha importanza.
Sappiamo però che
sono solo tre le don-
ne al comando di questi be-
stioni che prendono per ma-
no (cavo) le navi, alcune gi-
gantesche, e le accompagna-
no dentro e fuori i porti, sia
con la calma piatta sia con la
bufera. Donne che hanno sfi-
dato il pregiudizio, per amo-
re del mare.
La decana si chiama Norma
Russiano ed è una piemonte-
se (il padre di Torino, la ma-
dre del Cuneese) nata per ca-
so a Viareggio e cresciuta in
Val d’Aosta, a Pont-Saint-Mar-
tin e a Perloz. Lei è stata la pri-
ma. «Nessun clamore quando
sono arrivata. Venezia è una
città aperta, aveva già visto la
prima donna pilota del porto
d’Italia, Roberta Coppa».
La sua storia è simile a quel-

la delle altre colleghe. «Da
bambina sognavo di naviga-
re. Dicevo che sarei diventa-
ta un ammiraglio». Doppia
maturità, Liceo Scientifico e
Istituto Nautico, l’imbarco
sugli yacht e poi la carriera
d’ufficiale sulle navi porta-
container. «Con una pausa di
quattro anni, perché nel
1996 è nato mio figlio e sono
rimasta a casa». Nel 2005 ap-
proda nel porto lagunare,
parte da primo ufficiale e do-
po 9 mesi è comandante. La
flotta è quella dei Rimorchia-
tori Riuniti Panfido.«È stata
una scelta dovuta. Avrei con-
tinuato a navigare sui cargo,
ma con questo impiego era
più semplice vedere mio fi-
glio, che era rimasto in Val
d’Aosta con i miei genitori».
Anche Valentina Simoni è
una diplomata dell’Istituto
Nautico. «L’ho detto a 9 anni
che avrei frequentato questa
scuola e così è stato». Ha navi-
gato su petroliere e chimichie-

re per 55 mesi, ha conseguito
la patente di capitano di lun-
go corso (come Russiano) e
poi ha spedito il suo curricu-
lum vitae alla Moby Rimor-
chiatori. Non è stato sempli-
ce. «Semplice? All’inizio è
stata una vita durissima, sui
rimorchiatori la competizio-
ne è esasperata. Io ho lottato
davvero molto, senza rispar-
mio di energie. Mi sono det-
ta: devi resistere. I turni era-
no di 24 ore, mi davo forza
pensando che sarei poi rima-
sta 48 ore a casa a riposo e mi
sarei potuta così dedicare a
mio figlio e a mio marito».
Anche lui comandante. «Ma
di quelli veri» dice lei, «che
navigano davvero».
Quattordici anni di coman-
do per Norma, nove per Va-
lentina. «Ci si deve fare accet-
tare da un ambiente maschile


  • spiega quest’ultima -. Li capi-
    sco: anch’io magari vedendo
    arrivare una donna avrei po-
    tuto pensare “Che vuole que-
    sta?”. Ma penso valga per tut-
    ti, finché non ci si conosce. An-
    che per gli uomini, no?». E co-
    munque, ne vale la pena. «So-
    no innamorata di questo la-
    voro», confessa. E si esalta


nel parlare dell’ultimo arri-
vo, il “Vincenzino Onorato”,
un rimorchiatore con motori
da 7 mila cavalli, il più gran-
de del Mediterraneo. «Ora so-
stituiscono i colleghi in ferie.
Passo da un rimorchiatore
all’altro, tra Cagliari e Sarro-
ch. Non è male, cambi mac-
china, impari molto».
«Quando mi dicono che
non è un lavoro per donne,
io rispondo che non sono io a
dover tirare la nave con le
mie forze, ma il rimorchiato-
re», scherza Norma Russia-
no, ma non troppo. «Bisogna
vincere le ritrosie iniziali.
Nel mio caso ero abituata:
sulle portacointainer ero l’u-
nica donna tra venti uomini.
Sui rimorchiatori è più sem-
plice: siamo in tre, io e due
uomini. In realtà, non penso
che ci siano lavori per donne
o per uomini: magari per
una mamma il mio può esse-
re un mestiere logisticamen-
te complesso, perché gli ora-
ri nel caso di emergenze pos-
sono dilatarsi. Ma non è così
anche per le mamme poli-
ziotte, medici, infermiere?
Oltretutto, a bordo non c’è
disparità di trattamento eco-

nomico, conta il grado non il
genere».
Antonella Scarciglia, la più
giovane, le ascolta a distanza.
Ha 28 anni ed è al comando
da due, per la flotta della Fra-
telli Barretta di Brindisi. «Da
piccola volevo fare l’ostetri-
ca, perché mi piacciono i bam-
bini, e navigare. Ho frequen-
tato il Liceo sociopedagogico,
poi ho cambiato rotta e sono
passata al Nautico». Navi, an-
che per lei. «Ho navigato per
sette anni su petroliere e car-
boniere. E un po’ questa vita
mi manca. Ma voglio in un fu-
turo formare una famiglia ed
è difficile quando sei in mari
lontani». Ai rimorchiatori ap-
proda per caso. «Stavo parten-
do per un nuovo imbarco, ho
incontrato il capo servizi dei
Barretta in Capitaneria, cui
avevo inviato il curriculum.
“Che fai?”, mi chiede. E poi:
“Vorresti provare con noi?”».
Anche per lei non è stato faci-
le. Sei mesi da 1° ufficiale, poi
il comando «Ho combattuto
anche contro il pregiudizio.
Ogni cambiamento fa un po’
paura. Ma il mondo va avanti,
anche sul mare». —
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28 LASTAMPA LUNEDÌ 29 LUGLIO 2019
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