La Stampa - 29.07.2019

(Marcin) #1

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ANDREA BUCCI
Autostrada di nuovo chiusa-
per qualche nell’ultima do-
menica di luglio. La A5 ades-
so minaccia di diventare un
calvario dopo che, ieri, la fra-
na di Località Chiapetti, nel
Comune di Quincinetto, è
tornata a fare paura. La cro-
naca racconta che ieri i senso-
ri hanno rilevato dei movi-
menti: «Alletra di tipo 3». Ed
è scattato il dispositivo di
blocco. Niente circolazione
delle auto sulla A5, cioè da e
verso Aosta. Nel tratto tra
Ivrea e Pont Saint Martin,
che è già Valleé. Erano le 1
quando è scattato l’allerta.
Poco dopo sarebbe comincia-
to il rientro dalla valle verso
Torino. Ed è stato un disa-
stro. Strade intasate. Colon-
ne di auto ovunque. Circola-
zione impossibile nel paesi ta-
gliati dalla statale 26: Care-
ma, Settimo Vittone, Quinci-
netto, Borgofranco e Montal-
to Dora. E tante, tantissime
proteste. Degli automobilisti
e degli amministratori locali.
Alle 19 l’autostrada è stata
riaperta su entrambe le corse
in direzione Aosta e per una
corsia in direzione Torino.
Contenti? No niente affatto.
Perché la frana rischia di di-

ventare l’incubo di queste va-
canze. Rischia cioè di mette-
re in ginocchio l’economia
della zona. E di privare la Val-
lée del popolo di vacanzieri,
specialmente quelli del week
end, quelli del mordi e fuggi.
E questo è un problema enor-
me. Sia dal punto di vista eco-
nomico, sia per quanto ri-
guarda il caos viario.
Ma andiamo con ordine.
Intanto al frana: si parla di
metterla in sicurezza ormai
da ben otto anni. Ma a parte
sensori e poco altro non è sta-
to fatto nulla. Perché non ce-
rano piani. Il primo è stato re-
datto lo scorso 4 luglio. Sul
piatto adesso ci sono 13 mi-
lioni di euro. E non sono po-
chi. Li tirano fuori il Ministe-
ro dell’Ambiente e la Sav, ov-
vero la Società autostrade
valle d’Aosta, nella misura di
4 milioni da parte dell’ente
pubblico e 9 da parte dei pri-
vati. Bastano? E chi lo sa.
Restano i guai che diventa-
no ogni giorno più grossi. Per
dire. Fausto Francisca, sinda-
co di Borgogranco proprio ie-
ri pomeriggio ha firmato
un’ordinanza vieta il passag-
gio dei Tir nel suo territorio.
Cioè ne vieta il transito in un
paio di strade centrali. Moti-

vo? «Non hanno marciapie-
de. Sarebbe pericolosissimo
per i pedoni: pensate se due
camion si incrociano che co-
sa accadrebbe» dice. L’alter-
nativa che propone è quella
di farli passare dal Frejus,
per poi tornare indietro attra-
verso la Francia. Un giro
dell’oca infinito. Che non ha
quasi precedenti. Se non si in-
dietro all’alluvione del 2000
e ai disastri che provocò in zo-
na. L’alternativa? Usare stra-
de di campaagna. E se anche
gli altro Comuni applicasse-
ro lo stesso sistema. Il guaio
sarebbe infinito.
Sabrina Noro, primo citta-
dino di settimo vittone solle-
va un’altra questione: il pian-
do di gestione dell’emergen-
za: «Vorreileggerlo questo
piano firmato da Regione Pie-
monte, Regione Valle d’Aosta
e prefettura di Torino. Non ci
è ancora stato comunicato».
A fianco dei sindaci si schiera
il presidente Uncem, Marco
Bussone: «Il caos legato al traf-
fico è in aumento. E il Ministe-
ro delle Infrastrutture non ri-
sponde alle tante nostre lette-
re nelle quali evidenziamo il
fallimento di un sistema total-
mente da rivedere». —
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LODOVICO POLETTO


T

ralasciando le pole-
miche politiche, il
mondo No Tav guar-
da avanti. A ciò che
verrà da oggi in poi. E cioè: i la-
vori sono destinati a ripartire.
Quando? Presto. Quali? E qui
sta il problema.
L’area anti treno Torino -
Lione, quella più informata,
quella che costituisce l’ossatu-
ra e tiene in piedi il mondo
che si oppone alla Torino - Lio-
ne, sostiene non prima di un
anno e forse più. Però delle co-
se accadranno. E sono assai
importanti.
Partiamo dal tunnel esplo-
rativo di Chiomonte, oggi to-
tem che attira opposizione ed
ire di una parte della valle.
Quella galleria deve essere
completata: mancano (in par-
te) le pavimentazioni e sul
piatto ci sono altri lavori di ri-
calibratura. Potrebbero parti-
re nel giro di poco. Si trattereb-
be di interventi di scarsa entità
ed impatto, è vero. Ma servo-
no per arrivare preparati alle
opere di scavo con le trivelle. E
forse porteranno anche all’al-
largamento del cantiere. Non
in modo enorme, e neanche
francamente ipotizzabile con
le dimensioni che avrà quan-

do i denti delle macchine ope-
ratrici triteranno le rocce della
montagna verso la Francia e
verso Torino. Ma ci sarà. Ecco,
in questo caso è prevedibile
una reazione del mondo No
Tav. Che con la marcia di ieri
ha raccontato di essersi libera-
to alla politica pentastellata.
«Ma prima di allora ci sono
una quantità di passaggi buro-
cratici da fare. E nel frattem-
po noi lavoreremo su quello»
dice Francesco Richetto, val-
susino di origine e No Tav da
sempre. Secondo lui la Confe-
renza dei servizi sarà il primo
ostacolo da superare. Ecco:
quello potrebbe essere un
banco di confronto tra enti
del territorio e chi deve fare i
lavori. Tempi? «Lunghi, mol-
to lunghi, ci sono un sacco di
questioni da limare prima
che si accendano i motori», di-
ce. E voi? «E noi continuiamo
a fare ciò che abbiamo sem-
pre fatto: opposizione al pro-
getto». Quando Richetto dice
«tempi lunghi» intende più di
un anno: «Metà 2020, forse
anche di più». Sarà. Ma il mo-
vimento che farà?
Ecco, qui vale la pena ri-
prendere il filo di ciò che dice-
va qualche giorno fa Luigi Ca-
sel, un altro storico del movi-
mento ed ex amministratore
locale. «Dobbiamo pensare
ad un soggetto politico che

raccolga accanto a sé quei po-
litici che davvero ci credono».
Obiettivo? Andare a Roma,
ma non a governare. Farsi
eleggere in parlamento per
far sentire la voce della valle.
E dei vari No Tav in giro per l’I-
talia. Un soggetto politico che
punta su ambiente e poco al-

tro. Slegato dai Cinquestelle.
Un tema che era già emerso
anni fa, nei presidi di Venaus,
quando i «no» dal nord a sud
del Paese sognavano di sal-
darsi. Non se ne fece nulla.
Oggi Casel lancia una pietra
nello stagno. E dice: «Comun-
que la nostra protesta a qual-

cosa è servita. Il primo deva-
stante progetto è stato accan-
tonato. Ci sono state limature
di vario tipo. Abbiamo fatto fa-
re dei passi diversi da quelli
ipotizzati nel 2005». Ecco:
questo è il vero risultato porta-
to a casa dai No Tav. —
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La manifestazione ha ricompattato le diverse anime e scaricato i Cinque Stelle: “Ma bisogna farsi ascoltare a Roma“

E lanciano la sfida d’autunno a Chiomonte: i lavori riprenderanno a metà del 2020, ma noi ci faremo trovare pronti

Cantieri al via e tentazioni politiche

I No Tav cercano una nuova identità

La visita al cantiere di Chiomonte del ministro dell’Interno Matteo Salvini, lo scorso febbraio

RETROSCENA

Le tappe della crisi politica in-
terna al Movimento 5 Stelle si
scandiscono tutte nel giro di
pochi giorni, almeno prima
delle vacanze. Oggi c’è la vota-
zione del bilancio del Comu-
ne. In caso di mancata appro-
vazione, Appendino cadrà e la
città sarà commissariata. Uno
sgambetto da parte degli espo-
nenti «ribelli» della maggio-
ranza però è quasi impensabi-
le. Hanno sempre detto di vo-
ler regolare i conti nel partito
senza che ci vada di mezzo To-
rino. Il secondo passaggio è la
votazione della delibera sul
Motovelodromo. La sindaca
ha detto che non accetterà più
remate contrarie, eppure la
consigliera Viviana Ferrero è
molto critica sul progetto. Vo-
to contrario o assenza? La ri-
sposta dirà molto su quanto sa-
ranno quiete in futuro le ac-
que. Inoltre Ferrero - come la
sua collega Daniela Albano - è
stata in Valsusa per Alta Felici-
tà negli scorsi giorni. C’è stato
insomma il famoso contatto
con il territorio che i «ribelli»
volevano avere prima di pren-
dere decisioni sulla permanen-
za nel Movimento 5 Stelle.
Prossimo snodo chiave merco-
ledì, alla plenaria No Tav-M5S
a Bussoleno. Ma qualcosa si ve-
drà già oggi, anche perché do-
po il Consiglio, c'è vertice sin-
daca-maggioranza. La prima
vuole parlare solo di temi, altri
pensano ci siano alcune cose
da chiarire. — B.B.M.
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giunta appendino

Il Comune oggi

vota sul bilancio

con l’incognita

dei “ribelli”

BARBARA TORRA

ordinaNza anti tir in centro a borgofranco: “facciano il giro dal Frejus”. e altri sindaci potrebbero accodarsi

La frana di Quincinetto minaccia le vacanze


Il traffico bloccato per tre ore sulla A5 apre scenari da incubo in vista dell’esodo verso la Valleé

LUNEDÌ 29 LUGLIO 2019LASTAMPA 43
CRONACA DI TORINO

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