La Stampa - 29.07.2019

(Marcin) #1

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ALAN DERSHOWITZ
AVVOCATO PENALISTA
E PROFESSORE AD HARVARD

PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK

«S

e io fossi l’av-
vocato dei
due ragazzi ar-
restati a Ro-
ma, userei subito quella foto
per invalidare l’intero proce-
dimento legale». Il professo-
re emerito di legge all’Har-
vard University Alan Dersho-
witz, forse l’avvocato penali-
sta più famoso degli Stati
Uniti, fa questo commento
subito dopo aver visto l’im-
magine del detenuto benda-
to sul sito internet della
Stampa. L’uomo che aveva
contribuito all’assoluzione
di O.J. Simpson chiarisce su-
bito che il problema non è la
disputa politica o morale tra
"buonisti" e "cattivisti", ma
l’impatto legale della foto.

Perché quell’immagine è co-
sì problematica?
«È evidente. Prova senza om-
bra di dubbio che il ragazzo ar-
restato ha subito un tratta-
mento illegale».
Se lei fosse il suo avvocato,
come la userebbe?
«Vedo tre possibili strade:
una diplomatica, l’altra giuri-
dica, e la terza europea».
Cominciamo dalla prima. La
foto può essere sfruttata per
documentare la violazione
dei diritti basilari dell’arre-
stato, e quindi chiedere che
venga rimandato negli Stati
Uniti per il processo?
«Dal punto di vista legale non
esiste un procedimento in vi-
gore per l’estradizione inver-
sa: il presunto reato è stato
commesso in Italia e ricade
sotto la giurisdizione italiana.
Sul piano diplomatico, però,
gli Stati Uniti potrebbero pre-
sentare una protesta formale,

e chiedere che il ragazzo ven-
ga mandato in America per il
processo. Gli Usa lo hanno fat-
to in molti casi. In genere non
è un mezzo adoperato con i
paesi alleati come l’Italia, ma
l’impatto mediatico della foto
potrebbe spingerli ad agire.
L’unico elemento che potreb-
be fermare Washington è la
presenza di altre prove tal-
mente schiaccianti, da rende-
re superfluo questo atto».
Quale sarebbe la strada giuri-
dica?
«Negli Stati Uniti qualunque
confessione o prova raccolta
con quei metodi sarebbe
inammissibile al processo. Si
potrebbe discutere se la con-
fessione è avvenuta quando il
soggetto era bendato o dopo,
ma il risultato alla fine sareb-
be lo stesso. È possibile poi al-
largare la questione, metten-
do in dubbio la legalità dell’in-
tero trattamento ricevuto. Do-

vrei studiare nel dettaglio gli
ordinamenti italiani, ma ne-
gli Usa quella foto potrebbe
far saltare il processo, e sono
sicuro che anche da voi esiste
la possibilità di usarla per an-
dare ben oltre l’invalidazione
della confessione o di altre
prove raccolte».
Quale sarebbe la terza stra-
da a cui si riferiva, cioè quel-
la europea?
«L’Italia fa parte dell’Unione
Europea, e quindi di tutti i suoi
organismi giuridici, come la
Corte di giustizia. Inoltre è
membro di altre istituzioni
continentali, come la Corte eu-
ropea dei Diritti dell'Uomo,
che ha proprio lo scopo di ga-
rantire i diritti e le libertà fon-
damentali dei cittadini. Gli av-
vocati italiani dei due arrestati
potrebbero subito rivolgersi a
queste sedi, usando la foto co-

me la prova di un trattamento
che viola la legge, per bloccare
o annullare il processo. I ricor-
si in questi casi possono essere
presentati prima, durante e do-
po il procedimento, e quindi
rappresentano una spada di
Damocle che continuerà a pen-
dere sulla testa delle autorità
di Roma per anni. Toccherà ai
legali italiani dei due ragazzi
decidere come e quando utiliz-
zare tale strumento, ma non
ho alcun dubbio che prima o
poi lo useranno. Fossi al loro
posto lo farei certamente, per-
ché la violazione della legge è
chiara. Mette in discussione
l’intero comportamento delle
autorità italiane, qualunque
siano le responsabilità dei due
arrestati, e le corti europee
hanno il dovere di far rispetta-
re i diritti degli imputati. Come
minimo ciò potrebbe portare
allo spostamento della sede
del processo, ma forse anche
all’annullamento del procedi-
mento attuale».
Uno dei due arrestati, Ga-
briel Christian Natale Hjor-
th, ha la doppia cittadinanza
italiana e americana. Ciò po-
trebbe avere un impatto sul
suo trattamento?
«No. È anche cittadino degli
Stati Uniti, e quindi il nostro
governo ha il pieno diritto di
intervenire a suo favore».—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

INVIATO A NEW YORK
«Siamo profondamente pre-
occupati per nostro figlio.
Stiamo pianificando di anda-
re a Roma, appena il diparti-
mento di Stato ci assicurerà
che lo potremo vedere». Con-
tattata via email da La Stam-
pa, la famiglia di Finnegan El-
der ha risposto con questo co-
municato, inviato a vari me-
dia. Le autorità Usa seguono
la vicenda, e stanno conside-
rando se presentare una pro-
testa formale, dopo la foto in
cui si vede Gabriel Natale
Hjorth bendato. Dalle perso-
ne che li conoscevano, però,
vengono giudizi contradditto-
ri. Alcuni amici dicono di non

essere sorpresi dell’arresto,
perché erano violenti.
La foto di Gabriel bendato
ieri era l’apertura del sito del-
la Cnn, col titolo «scioccan-
te». La vicenda sta generan-
do un’attenzione per l’Italia
che non si vedeva negli Usa
dai tempi di Amanda Knox,
altro caso in cui il nostro siste-
ma era stato sospettato di vio-
lare i diritti dell’imputata. La
famiglia Elder ieri ci ha invia-
to questo commento: «Non
abbiamo potuto comunicare
con nostro figlio dal 26 lu-
glio, quando ci aveva telefo-
nato dalla stazione di polizia.
Stiamo lavorando con il di-
partimento di Stato, ma i di-

plomatici non hanno avuto
accesso a Finn. Quello che
sappiamo finora è che gli è
stato assegnato un avvocato
d’ufficio per gestire il suo ca-
so». Quindi Ethan e Leah, ge-

nitori del ragazzo, proseguo-
no: «Stiamo pianificando di
andare a Roma appena il di-
partimento di Stato ci assicu-
rerà che potremo vedere no-

stro figlio. Siamo anche a co-
noscenza dei piani per i fune-
rali del carabiniere Rega, e
vogliamo essere rispettosi
della sua famiglia e dei suoi
amici in questo momento de-
vastante». Poi concludono:
«Siamo profondamente pre-
occupati per nostro figlio, co-
me lo sarebbe ogni genitore,
e rincuorati dalle espressio-
ni di simpatia e di sostegno
dei nostri amici e vicini». Off
the record, i genitori spiega-
no che Finnegan non ha an-
cora visto nessuno che parli
inglese, dialogando con l’av-
vocato attraverso un inter-
prete. Sono molto preoccu-
pati perché considerano il si-

stema legale italiano confu-
so, e il loro primo scrupolo è
garantire che il figlio abbia
un buon rappresentante e
sappia cosa sta firmando.
Gabriel Natale Hjorth ha la
doppia cittadinanza italiana
e americana. Suo padre si
chiama Fabrizio Natale e lavo-
ra nel campo finanziario per
il Washington State Invest-
ment Board. La madre, Heidi
Hjorth, è invece un’agente im-
mobiliare per Sotheby’s nella
ricca Marin County, dove pos-
siede diverse proprietà. Gli El-
der vivono nel Sunset District
di San Francisco, in una casa
valutata 1,4 milioni di dollari
con la Mercedes in garage.

Lui andava alla costosa scuo-
la Sacred Heart Cathedral, do-
ve giocava a football, ma sa-
rebbe stato costretto a trasfe-
rirsi alla Tamalpais High
School dopo una rissa. Su In-
stagram Finn si definiva "Re
del Nulla" e scriveva: «La mor-
te è garantita, la vita no». A
Tamalpais aveva incontrato
Gabriel. Parlando con il gior-
nalista Da Lin della tv locale
KPIX 5 News, il compagno di
scuola Tommy Flynn ha det-
to: «Ho sempre saputo che
era un cattivo ragazzo. È co-
nosciuto come un delinquen-
te, un violento, uno che pic-
chiava gli altri». PAO. MAS. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ALAN DERSHOWITZ “Il ragazzo ha subito un trattamento illegale”

“L’avvocato usi quella foto


per annullare il processo”


In alto l’articolo che ha aperto il sito della CNN, in
basso quello del Los Angeles Times

Una foto di Finnegan Lee Elder presa dal suo profilo twitter

Gli Usa potrebbero
presentare una
protesta e chiedere
che il ragazzo venga
mandato in America

INTERVISTA

LA TRAGEDIA DI ROMA

“Nessuno parla in inglese con nostro figlio”

La preoccupazione della famiglia del ragazzo per il sistema penale italiano: “Non lo sentiamo dal 26 luglio”

L’attenzione dei media
americani è simile
a quella dei tempi
di Amanda Knox

Il foglio attaccato sul portone d'ingresso della casa della famiglia

Alan Dershowitz, nato
a New York nel 1938,
è uno dei maggiori giuristi
americani. È noto nel mon-
do per avere difeso in giu-
dizio famosi imputati
di crimini vari (come O. J.
Simpson), ottenendo pe-
raltro tredici assoluzioni,
annullamenti e ribalta-
menti in appello su quindi-
ci casi di omicidio.

Qualunque siano le
responsabilità, viene
messo in discussione
il comportamento
delle autorità italiane

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