Vanity Fair Italy - 14.08.2019

(Grace) #1
VA N IT Y FA I R

126


LIVING

14 AGOSTO 2019

Stefano Guindani, Wolfango, Nicolò Paoli

VanityViaggi

raro vedere capre intente a brucare. In queste zo-
ne remote, la natura ha da sempre il sopravvento
sull’uomo. E, se un tempo era un ostacolo, oggi sta
trasformando le Lofoten nella nuova meta cool
per gli estimatori di turismo sostenibile e attività
outdoor. Da settembre ad aprile arrivano gli scia-
tori dalle Alpi, conquistati dalla possibilità unica
di scivolare dalla vetta di un monte fino
al fiordo, e i «cacciatori» di aurore boreali. D’e-
state invece gli escursionisti possono godere del
sole di mezzanotte dalla spiaggia – la più fotogra-
fata è Skagsanden – o dalla cima di un monte, per
esempio il Keipen ad Harstad. Altri due trekking
molto popolari (e fotogenici) sono quello per rag-
giungere la Svolværgeita, una roccia che i venti
hanno modellato a forma di corna di capra, e il
Djevelporten (o Devil’s Gate), un ponte naturale
tra due rocce a strapiombo sul mare.
Altre attività popolari sono kayak, mountain
bike, immersioni (a Ballstad) e surf (a Unstad).
Molti tra i visitatori più avventurosi scelgono
di dormire in tenda (il campeggio libero è per-
messo). Altrimenti va considerato che le strutture
ricettive non sono aumentate di pari passo col flus-
so di turisti: meglio prenotare con anticipo, soprat-
tutto per assicurarsi la sistemazione più caratteri-
stica in una delle circa 400 rorbu, antiche casette
nei villaggi di pescatori, ristrutturate e trasformate

in alberghi diffusi. Tra i più antichi e accoglienti,
quelli di Nusfjord, Reine e Henningsvær. Quest’ul-
timo villaggio si sviluppa su un gruppo di isolotti,
su uno dei quali c’è «il campo da calcio più bello
del mondo» che, fino alla costruzione del ponte
nei primi anni ’80, era raggiungibile solo via ma-
re. Per impedire alla palla di cadere in acqua sono
state costruite tutt’intorno delle rastrelliere su cui
gli abitanti appendono il merluzzo a seccare, re-
ti che sono il filo conduttore che unisce le isole.
Perché la prima industria è la pesca che, come te-
stimoniato anche da pitture rupestri (a Refsvika),
si pratica dall’Età della pietra. Oggi il prodotto
più esportato è proprio lo stoccafisso di
cui un impressionante 90% raggiunge le tavole del
nostro Paese. Forse consapevole di questa italica
passione, un vecchio pescatore, ridendo, ci propo-
ne di scambiare il suo peschereccio con una delle
Lamborghini.
Ma il merluzzo fa gola pure a molte specie ani-
mali, anche a quelle che non ti aspetti. Nel Trol-
lfjord, già location della pellicola Downsizing - Vi-
vere alla grande con Matt Damon, va in scena ogni
giorno l’incredibile spettacolo delle aquile di ma-
re che, facendo di necessità virtù, hanno anch’es-
se imparato a pescare. Se si è abbastanza veloci a
scattare nell’istante in cui riemergono col pesce in
bocca, il pieno di «like» su Instagram è garantito.

SPETTACOLI
INATTESI
Dall’alto,
HENNINGSVÆR
è un villaggio
di pescatori detto
la «Venezia delle
Lofoten», per
il canale centrale.
Il suo campo
da calcio è tra i più
scenografici
al mondo.
Il convoglio di
supersportive
italiane che ha
attraversato
le Lofoten ha
fatto notizia in
Norvegia. Per gli
amanti dei numeri:
LAMBORGHINI
Huracán Evo, con
motore V10 di
nuova generazione,
eroga 640 CV e
600 Nm di coppia.
Scatta da 0 a 100
km/h in 2,9 secondi
e raggiunge i 325
km/h. Frustrante
mantenerla nei
limiti norvegesi:
50/80/90 km orari.
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