Vanity Fair Italy - 14.08.2019

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Youtube.com

VanityPrivacy

14 AGOSTO 2019

PRESENTE

di GRETA PRIVITERA

I 3 pericoli del bimbo che guarda


Mentre Google viene multata in Usa per la profilazione selvaggia


dei minori, l’esperto dice: anche in Italia YouTube e gli altri rischiano


Quando un bambino va su YouTube
e clicca sul video di Baby Shark, non
sta solo guardando la canzoncina di
successo entrata nelle top 40 di Billbo-
ard: sta dicendo a Google che è picco-
lo, che ama le filastrocche, dove si tro-
va, per quanto tempo rimane connesso
e se usa un tablet o uno smartphone.
Tutti dati succosissimi per l’azienda,
che prima lo profila e poi lo bombarda
di pubblicità in streaming su misura.
Ma qualcosa sta cambiando. Google
deve rivedere le proprie pratiche sui
minori perché è stata ritenuta colpe-
vole di aver violato il Children’s Online
Privacy Protection Act, una legge fede-
rale americana che vieta il tracciamen-
to commerciale di chi ha meno di 13
anni. La piattaforma video dove ogni
minuto vengono caricate oltre 500 ore
di contenuti, tra cui molti rivolti ai più
piccoli, deve pagare una multa multi-
milionaria concordata con la Federal
Trade Commission. «Potrebbe succe-
dere qualcosa di simile anche in Ita-
lia», spiega l’avvocato Luca Bolognini,
presidente dell’Istituto italiano per la
privacy, «il trattamento dei dati dei
più piccoli va incontro anche da noi a
regole precise, per cui YouTube e tutti
gli altri stanno rischiando. Ma il vero
problema sono le zone grigie».

Che cosa intende?
«Google ha ammesso che è impossibile controllare com-
pletamente YouTube. Per quanto riguarda il tracciamento
dei dati dei minori, in alcuni casi, è difficile capire chi c’è
dall’altra parte dello schermo. Se il contenuto è espressa-
mente rivolto ai bambini si immagina che l’utilizzatore sia
un piccolo, ma il problema sono i contenuti per tutti, tipo le
canzoni di Rovazzi. Si deve vietare la profilazione anche in
questo caso? Così si rischia di affossare il mercato digitale».
E come si fa a evitare che i bambini vengano profilati?
«Facendo rispettare ai colossi digitali le leggi sulla privacy
di tutti i Paesi».
Multandoli?
«Le multe, nonostante siano alte, sono sempre affrontabi-
li. Facebook per il caso di Cambridge Analytica ha dovuto
pagare 5 miliardi di dollari, ma solo nel primo trimestre del

2019 ne ha incassati 15,08. Il rischio è
che paghino, ma che continuino a fare
ciò che vogliono. Si deve pensare an-
che a sanzioni penali. Per esempio, se
in Italia il garante vieta il trattamento
dei dati e un’azienda continua a usarli,
gli amministratori potrebbero finire in
carcere».
Quali sono i rischi che corrono i bam-
bini con la profilazione dei dati?
«Ci sono tre grandi rischi, il primo è
l’effetto specchio. Con la personaliz-
zazione dei contenuti il piccolo uten-
te viene sempre messo davanti a ciò
che gli assomiglia, non incontra mai il
diverso e l’inaspettato, e a lungo an-
dare potrebbe essere pericoloso per
il suo sviluppo: si cresce solo con il
confronto».
Il secondo?
«La profilazione incide anche sul futu-
ro digitale dei più piccoli. Accumulia-
mo informazioni su di loro, che però
nel tempo rischiano di non corrispon-
dere più a chi sono diventati. Da adul-
ti, molto probabilmente, non avrebbe-
ro mai postato quelle foto fatte dieci
anni prima, non avrebbero mai scritto
quella frase sui social. La loro reputa-
zione digitale rischia di essere minata.
Il terzo pericolo è se i dati finiscono
nelle mani sbagliate, di delinquenti,
pedofili».
All’inizio del 2019, YouTube ha sospe-
so i commenti sotto i video dei bambini per alcune denunce
di post scritti da pedofili. Anche in Italia?
«Sì, anche nel nostro Paese sono stati bloccati i commenti.
Però il problema rimangono sempre i contenuti neutri fruiti
dai minori».
Quindi niente YouTube, TikTok, Instagram fino a 14 anni?
«No, vietare non serve. Bisogna insegnare l’igiene digitale
sia a scuola sia a casa. Insegniamo cosa condividere sui so-
cial, a usare la navigazione in modalità protetta, a disattiva-
re la geolocalizzazione. Poi, certo, i genitori devono essere
sempre presenti quando un minore è su internet, soprattut-
to se molto piccolo. Come dice l’Oms, evitiamo di esporre
i bambini sotto i due anni all’uso di schermi. E nel caso di
YouTube, meglio scaricare YouTube Kids, un’applicazione
più sicura ma ancora troppo poco usata».

I VIDEO DI ALYSSA, BABYSTAR
Questa bambina di Rovigo è la protagonista
dei video del canale YouTube
SILVIA & KIDS, che hanno milioni
di visualizzazioni da parte di altri minori.
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