Vanity Fair Italy - 14.08.2019

(Grace) #1
VA N IT Y FA I R

80


Gianni Fiorito

VanityEventi

VARIETÀ

14 AGOSTO 2019

di MATTIA CARZANIGA

VENEZIA SEMPRE PIÙ PAZZESCA


Tra serie tv, grandi attori e influencer (c’è anche il documentario sulla Ferragni),


la Mostra del cinema continua a crescere. Siete pronti?


IL RITORNO DI JUDE
Tra gli eventi della 76esima Mostra del
cinema di Venezia (28 agosto-7 settembre)
ci sarà la serie di Paolo Sorrentino The New
Pope, con Jude Law e John Malkovich.

Come si confeziona un festival di cinema nel 2019? Co-
me si batte, nell’immaginario popolare, la concorrenza dei
«troni di spade» e delle «case di carta» a misura di divano?
La Mostra di Venezia, giunta all’edizione numero 76, pa-
re ormai aver trovato, se non la famigerata quadratura del
cerchio, quel sapiente cerchiobottismo che tiene insieme la
sala e lo streaming, le star da schermo grande e i cult da
smartphone. Soprattutto, ha centrato l’equilibrio tra anima
cinéphile (nella dicitura esatta, c’è pur sempre scritto «d’ar-
te cinematografica») e spirito pop.
Le serie sono il nuovo cinema? Benissimo: tra gli eventi di
punta, allora, spazio a The New Pope di Paolo Sorrentino e
ZeroZeroZero di Stefano Sollima, dall’inchiesta di Roberto
Saviano, entrambe Sky. La domanda
che ci si palleggia in Laguna è la solita
da un pezzo: la resurrezione di Vene-
zia è colpa di Cannes (che ha bandito
Netflix ed è sempre più disertato dagli
studios: non vogliono bruciare in pri-
mavera le scommesse dell’autunno-in-
verno) o merito del direttore Alberto
Barbera? Certo, lui ha rianimato un
festival assai appannato presso spet-
tatori e addetti ai lavori. E benedetto
un filotto di film pluri-oscarizzati: Gra-
vity, Birdman, La La Land, La forma
dell’acqua, Roma. Pure quest’anno,
riecco compatta la brigata yankee:

Ad Astra di James Gray con Brad Pitt (in alto, a sinistra)
e Joker di Todd Phillips con Joaquin Phoenix (in alto, a de-
stra). Ma anche The Laundromat di Steven Soderbergh con
Meryl Streep e Gary Oldman, Marriage Story di Noah Baum-
bach con Scarlett Johansson e Adam Driver, The King di Da-
vid Michôd con Robert Pattinson e Timothée Chalamet, gli
ultimi tre tutti «made in Netflix». Ma l’apertura è offerta,
per la prima volta dal 2012, a un titolo non hollywo-
odiano: La vérité, esordio francese starring Juliette Binoche
e Catherine Deneuve del nippomaestro Hirokazu Kore’eda,
già vincitore della Palma d’oro 2018 col magnifico Un affare
di famiglia. Una mossa che suona come un pizzino del di-
rettore ai (pochi) critici: non chiamatemi servo degli studios.
L’altro messaggio a chi lo taccia di
filo-amerikanismo è l’invito in con-
corso di Roman Polanski, reiet-
to MeToo che porta il suo J’accuse: è
sull’affare Dreyfus di fine ’800, pare ri-
echeggiare le sue traversie giudiziarie
di oggi. La cinefilia gioca in casa: Ma-
rio Martone, Pietro Marcello e Franco
Maresco in concorso, fuori Gabriele
Salvatores e Francesca Archibugi. Più,
sorpresa!, Chiara Ferragni. Il suo do-
cumentario Unposted, diretto da Elisa
Amoruso, è tra i titoli della sezione
Sconfini. Oggi un festival di cinema si
fa pure con le influencer.
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