Vanity Fair Italy - 14.08.2019

(Grace) #1

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VanityTv

JULIA CHIAMA TRUMP


Corrotta, vanesia, cinica. Torna la presidente degli Stati Uniti peggiore di sempre
nella stagione finale della serie Veep. Vi ricorda qualcosa?

di SIMONA SIRI

CACCIA AL LADRO IN SALSA SPAGNOLA


Gli orfani della Casa di carta
possono tirare un sospiro di sollievo.
Dal 31 luglio in anteprima ed
esclusiva su Paramount Network
(canale 27 del digitale terrestre)
arriva un’altra storia di ladri meno
pasticcioni, ma altrettanto propensi
al melodramma. Tratta dal famoso
film di Alfred Hitchcock, con
il quale condivide però poco,
Caccia al ladro ha quel tono di
commedia leggera che può sfociare
in telenovela molto facilmente.
Oltre alle rapine e agli enigmi
da risolvere, oltre alla storia del
truffatore chiamato a scoprire chi
sta usando il suo nome e la sua
tecnica per commettere furti e farsi

passare per lui, si svolge in parallelo
la storia d’amore tra i protagonisti.
La prima puntata si apre infatti
con il matrimonio tra Juan Robles
(l’attore argentino Pablo Echarri),
gallerista sudamericano trapiantato
a Barcellona, e Lola Garay (l’attrice
spagnola Alexandra Jiménez),
un ispettore di polizia in grado di
sventare una rapina anche sulla via
dell’altare. Da lì si succedono bugie,
coincidenze, rivelazioni inaspettate
che porteranno i due in Argentina
dove vive lo zio di Juan e dove il
passato di quest’ultimo si rifarà vivo
a perseguitarlo. Intrattenimento
senza pretese quindi, ma ogni tanto
c’è bisogno anche di quello. S.S.

Quando nel 2012 – con Obama appena eletto per la se-
conda volta – andò in onda la prima stagione di Veep, ci
si chiedeva se la serie potesse evocare in qualche modo la
oscura realtà politica. Oggi che va in onda la settima e ulti-
ma stagione la domanda è se non sia al contrario la realtà
a evocare Veep. Lo spostamento di prospettiva è dovuto a
quello che è successo nel mezzo, ovvero l’ascesa di Donald

Trump e un generale abbrutimento della politica, processo
dal quale non è ovviamente immune la protagonista, la va-
nesia e corrotta Selina Meyer, ex vicepresidente diventata
poi presidente per il rotto della cuffia e infine sconfitta alle
elezioni.
La settima stagione si apre quindi con Selina candidata
alle primarie del partito, in una situazione che, come molte
della sua vita, alterna umiliazioni e bassezze colossali inter-
rotte da momenti di gloria del tutto fortuiti ma sempre indi-
rizzati ad accrescere il suo potere. In una delle prime scene,
Selina gioisce alla notizia di una sparatoria solo perché le
serve per levarsi da un impiccio organizzativo. E non è ne-
anche la peggiore delle cose che farà, campionessa mondia-
le di cinismo qual è.
Se Veep rimane però una delle cose migliori da vedere in
tv, è anche grazie a Julia Louis-Dreyfus, brava come sempre
nel passare nel soffio di una frase da toni drammatici a sur-
realismo puro. Per i fan la notizia è che con il finale di
questa stagione, Veep non lascia alcuna speran-
za di un possibile futuro ritorno. Meglio così, perché
la serie ha esaurito il suo scopo: se prima serviva a ricor-
darci quanto mostruosi e privi di moralità fossero quelli al
potere, oggi non è più necessario, basta guardare i program-
mi di news. Selina Meyer e la sua satira brutale rimarranno
nella storia della tv, ma di questi tempi non ci mancheranno.
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