Le memorie piacevoli, i ricordi sereni di una vita, facevano a gara ad affollare la mia mente per
tenerla occupata e non farmi prendere dallo sconforto. Non le avevo invitate così tante nella mia
mente ma si presentarono tutte spontaneamente a darmi man forte, come dolcissime e tenaci alleate
intervenute nel momento del bisogno, intenzionate come me a vincere una battaglia importante, non
con la rabbia, non con l’odio, non con la violenza, ma con l’Amore e la Sapienza.
Riconobbi chiaramente Chi le aveva fatte pervenire così numerose nella mia mente, e quindi mi
lasciai andare ai più bei ricordi della mia vita, ed essi mi cullarono dolcemente fino a farmi
addormentare nonostante i vari rumori sgradevoli che provenivano sia dalle altre celle che dalla
mia, e nonostante mi trovassi ormai nel luogo di perdizione ed emarginazione peggiore possibile
per l’immaginario comune e per la storia dell’umanità: un carcere.
L’entrata del carcere