NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Man mano che trascorreva l’alba ed avanzava la mattinata si svegliavano gli altri detenuti e
finalmente potevo osservarli bene in volto ed intuirne l’entità delinquenziale.


Tutti ci salutavamo con un rispettoso “buongiorno”, niente di più, perché tutti eravamo già stanchi
per la nottata in carcere, risultata molto pesante anche se avevamo la sensazione di aver dormito.


In realtà in carcere non si dorme, ci si abbandona all’oblio, è profondamente diverso.


Ed il momento peggiore della giornata è proprio il risveglio, perché ogni volta si prende atto della
triste realtà dopo essere evasi nei sogni notturni.
Infatti le facce di tutti gli altri detenuti erano eloquenti: sembravano tornati da un campo di battaglia
manifestato dal terribile contrasto tra il duro risveglio ed i desideri di libertà che sicuramente
avevano spadroneggiato nella loro mente durante la notte, unico momento in cui era permesso
sognare, anche ad occhi aperti come capitato a me poche ore prima.
A tirarci su di morale ci pensò il secondino che passò per le celle consegnando la colazione: latte,
orzo, caffè, ed anche fette biscottate e tante piccole confezioni di marmellata che arraffavamo
soddisfatti come conquista del primo bottino quotidiano.
Il primo rito della mattina, infatti, era mettere a posto, in un armadietto poggiato a terra e sfasciato,
trasformato in una misera dispensa, tutto quanto riuscivamo a conquistare in più rispetto alle altre
celle, infatti il secondino dava l’impressione di aver avuto un occhio di riguardo per noi ma in realtà
faceva così con tutti, e lo capii osservandolo nel corridoio quando si recò da altri carcerati.
I miei coinquilini invece erano convinti che quel secondino avesse avuto col loro un rispetto
maggiore consegnando più confezioni di marmellata, e quindi consumavano la colazione con
maggiore soddisfazione. Era una situazione grottesca e paradossale osservare quei soggetti, autori di
chissà quali gravi reati, giovarsi e inorgoglirsi per così poco, per un’agevolazione che in realtà non
ci fu, infatti ne sorrisi meravigliato ed intenerito nello stesso tempo.


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