NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

In cella tutti si accorsero che stavo male anche se feci di tutto per non farmi compatire.


Grazie al raddoppio della dose di quel farmaco riuscii a mangiare qualcosa a pranzo e tentai di
riposare subito dopo.


In effetti la fibrillazione passò ed ebbi un notevole sollievo.


Più tardi cercai di nuovo il secondino ma mi dissero che era andato via e che i farmaci specifici per
la fibrillazione sicuramente non sarebbero più arrivati in giornata.


Chiesi alle guardie se i farmaci me li avesse potuti portare un attimo la mia compagna ma mi
risposero che la procedura in questo caso sarebbe stata lunga perché Anna avrebbe dovuto prenotare
un colloquio ed i farmaci sarebbero stati comunque controllati dalla direzione del carcere, per cui ci
sarebbero voluti diversi giorni per farmeli pervenire!!


Purtroppo finito l’effetto del farmaco mi tornò la fibrillazione, ancora più impetuosa di prima!


Attesi inutilmente che mi passasse, oltre un’ora, sotto gli occhi dispiaciuti degli altri detenuti i quali,
dopo aver verificato tanta sofferenza a causa del mio cuore impazzito, mi dissero che nelle mie
condizioni fisiche non potevo restare in cella e mi invitarono a tornare in medicheria.


Infatti capii anch’io che non era proprio possibile continuare a resistere in quelle condizioni, avevo
bisogno di una terapia endovena, di una flebo, come era capitato tante altre volte nella mia vita, per
cui tornai dal medico il quale si rese conto della gravità della situazione e richiese l’intervento di
un’ambulanza per farmi trasportare in ospedale.


Quando compresi che sarebbe arrivata un’ambulanza del 118 ebbi paura che intervenissero proprio i
miei colleghi e per me sarebbe stato un dramma insormontabile!

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