Allora mi sentii come lo scriba che, quando Gesù ordinò a tutti di attraversare il fiume e di passare
all’altra sponda, gli disse: “Maestro, ti seguitò ovunque tu vada!”, e il Signore gli rispose: “le volpi
hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il
capo”.
Mi resi conto, in quel momento, che le dimore del Signore, le Chiese di tutto il mondo, non avrei
potuto frequentarle per un certo periodo perché ero agli arresti domiciliari e non potevo muovermi
da casa. Capii subito che sarebbe stata la mancanza più dolorosa fra tutte, e che non avrei potuto
nemmeno ricevere la Comunione, l’Ostia Santa!
Ripensai a tutti gli anni trascorsi nella mia vita precedente, e mi resi conto che mai si era realizzata
una privazione del genere, né in occasione del periodo di affido ai servizi sociali, né quando fui
ricoverato più volte nei vari ospedali perché in tutti era presente una Cappella e pertanto riuscii
sempre a seguire la Messa. Capitò soltanto in carcere ed agli arresti domiciliari, quindi la privazione
più grossa, con la detenzione, fu proprio la Santa Messa.
Restai in silenzio interdetto, pensando a qualche soluzione, e dissi fra me e me: “come vorrei
andare in Chiesa e prendere la Comunione, quanto mi manca!”
Ed il radar spirituale subito si attivò: avevo pensato la parola “vorrei”, e quindi si evidenziò un
nuovo desiderio: la Santa Messa e l’Eucarestia! Il più Santo e solenne fra tutti!