Ogni volta, infatti, recuperavo fiducia nel mondo, essendo un inguaribile ottimista, e riprendevo il
progetto bloccato in precedenza dai delinquenti di turno, o ne progettavo di nuovi.
Non perdevo mai la speranza, e ricominciavo tutto d’accapo con rinnovata energia ed enorme
pazienza.
I miei sforzi somigliavano molto alle “fatiche di Sisifo” che fu condannato a spingere un enorme
macigno lungo il pendio di un monte fino alla sommità per farlo rotolare dall'altra parte ma, una
volta raggiunta la cima, il masso, come spostato da una forza divina, rotolava nuovamente in basso
e Sisifo doveva ricominciare ogni volta d’accapo, per l'eternità.
Come punizione sembrava davvero analoga, considerata l’incredibile sequenza di eventi tragici che
si ripetevano periodicamente nella mia vita.
L’interpretazione spirituale però è tutt’altra cosa.