La frase detta da quella ragazza meravigliosa, in quel momento magico, rimase l’emblema della mia
vita negli anni a venire, e spesso mi ritornava in mente ogni volta che mi capitavano le ennesime
tragedie.
Ricordavo soprattutto la parte centrale: “tu cerchi una spalla sulla quale piangere”.
Capii, col passare del tempo, che tutte le disgrazie economiche che mi capitarono in una vita intera
erano già scritte nel mio destino, come i viaggi nella sorte di Ulisse, ed infatti entrambi
desideravamo che si compisse il nostro futuro, qualunque fosse stato.
Io mi preparavo alle sofferenze fuggendo clamorosamente dalle soddisfazioni, ed Ulisse fu
smanioso ancor prima di partire.
Il rinvio ad oltranza dei grandi progetti umanitari
Avvertendo dentro di me le prospettive di supplizi futuri non riuscivo a vivere il presente, e
soprattutto non riuscivo ad esprimere me stesso, i miei ideali, i miei grandi progetti umanitari, la
scrittura dei miei libri, l’idea di un grande partito politico innovatore.
Tutto rinviato ad epoche future, anche perché per realizzarli quei sogni occorrevano soldi, e tanti,
quindi sarei dovuto prima divenire un buon imprenditore per guadargli. Il rinvio nel tempo si
prolungò anche a causa delle persecuzioni giudiziarie, perché sarebbe stato impensabile, ad
esempio, intraprendere una carriera politica sapendo che in seguito mi sarei bruciato totalmente
l’immagine per colpa dei vari processi e delle condanne ingiuste. Il mio ego, quindi, la mia vera
essenza, rimasero soffocati per decenni, restando accesa soltanto una piccolissima fiammella nel
buio delle tenebre. Quando lo sconforto prendeva il sopravvento, fortunatamente riuscivo ad
ascoltare alcune voci dell’Anima che mi suggerivano forza e Verità, tenacia e coraggio, grazie alla
Parola: “Non temere perché io sono con te; non smarrirti perché io sono il tuo Dio”.
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