Mi sentii purificato ed elevato al Cielo, e la mia coscienza recuperò dignità.
Non solo.
Quando alla fine di un lungo peregrinare ci si accorge che, proprio nel corso delle enormi
sofferenze sociali, il Buon Dio era sempre stato presente, aveva portato la Croce più di me, aveva
pregato più di me, mi aveva amato più di quanto io avessi amato Lui, tutto cambia.
Il senso dell’esistenza non è più lo stesso, e neanche quello delle tribolazioni.
Nemmeno quello delle gioie che possono contenere la stessa energia spirituale delle sofferenze se
siamo in grado di comprenderne la genesi, il significato di dono di Dio.
Nelle sofferenze, rispetto alle gioie, troviamo in più il sostegno di Dio, che per chi lo ha conosciuto
diventa un’estasi infinita.
Per questo, probabilmente, cercavo “una spalla sulla quale piangere”. La Sua.
Le condanne penali
Una delle sofferenze maggiori furono le assurde, inconcepibili, disumane, crudeli, ed ingiuste
condanne penali.
Non avevo mai rubato nulla, mai truffato nessuno, mai usurpato dai conti correnti soldi dei soci,
mai tradito alcun investitore, mai estorto denaro o privilegi, mai calpestato diritti di alcuno, eppure
ero divenuto un pregiudicato, anzi un pluripregiudicato, avendo rimediato diverse condanne penali.
Il bottino degli inesistenti reati fu altrettanto immaginario e fantasioso: zero!