il mio volto sicuramente snaturato dai dispiaceri e dalle sofferenze fisiche, un rasoio elettrico e delle
forbici per ammansire barba e capelli ormai disordinatamente ribelli per il lungo abbandono forzato.
Avevo voglia di sorridere per godermi la gioia del rientro a casa, anzi del ritorno nella mia vita -
dopo decenni di assenza dovuta alle battaglie spasmodiche per sopravvivere ad ingiustizie
inverosimili - ma non ne ero più capace, almeno non quel giorno, non in quel momento.
Sentivo che stava sbocciando davvero il Tempo Nuovo, troppe coincidenze giocavano a favore,
troppe circostanze mi avevano condotto in luoghi precisi, ad orari stabiliti, in condizioni
predestinate, e nulla remava contro.
Avvertivo che anch’io, forse come Ulisse nella sua Odissea, ma nella mia piccolissima ed umile
esistenza, avevo finalmente raggiunto una meta lontanissima nel tempo e nello spazio, promessami
da chissà quale fato o divinità e chissà in quale epoca.
In cuor mio, però, sapevo qual’era la divinità che mi stava preparando la via della rinascita: Dio in
persona, l’unico che avrebbe potuto realizzare un tale intreccio di coincidenze celestiali: emozioni,
sensazioni, eventi inspiegabili, incontri, silenzi, speranze, voci, canti, urla, gioie e disperazioni!
Tutto ciò che era accaduto in quei giorni era stato talmente sontuoso e magico da non lasciarmi
alcun dubbio sulla solennità del momento, per cui pensai: “anche per me, ormai, tutto è compiuto”!
Mi vennero in mente le parole della Bibbia: “Per ogni cosa c’è il suo tempo, per ogni faccenda
sotto il cielo”, e quello per me era il tempo giusto.
Aprii la porta di casa, osservai gli arredi, i quadri, il pavimento, era tutto così confortevole eppure
non me ne ero mai accorto prima. I miei animaletti, 7 gatti e 4 cani, stentavano a riconoscermi e
dopo avermi annusato mi saltarono addosso inondandomi di coccole, imponendomi finalmente il
primo sorriso casalingo della nuova vita!
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