L’unica opportunità che mi offrirono fu quella di provare per un giorno un ruolo commerciale nel
settore assicurativo ma fu un disastro perché non fui assolutamente in grado di convincere, neanche
un solo cliente, a sottoscrivere una polizza.
Decisi, quindi, di riprendere immediatamente gli studi che si svolsero in condizioni difficilissime,
alzandomi la mattina presto alle 5,45 per prendere l’autobus alle 6,30 ed arrivare a Napoli in aula
alle 8,15, seguire tutte le lezioni fino alle 15,00, poi tornare a casa alle 17,00, pranzare e studiare
fino a sera tarda, a volte fino a notte inoltrata, pur sapendo che dopo poche ore sarei dovuto ripartire
di nuovo, all’alba, come ogni mattina.
Durante questa routine difficile il pensiero andava sempre a Giovanna, e non poteva essere
diversamente: lei era nella mia pelle, nel mio sangue, nella mia mente, nella mia anima, nel mio
respiro, nelle mie corse affannate, nei miei libri universitari, ovunque!
Dio solo sa quanto mi è mancata!
Dopo 4 anni meravigliosi anni, quindi, il destino aveva scritto per noi pagine diverse, e questa dura
realtà prima o poi avrei dovuto metabolizzarla pur sapendo che non era possibile accettare che due
come noi, che si amavano alla follia, si potessero davvero separare.
“Il destino prima o poi rimedierà”, pensavo spesso tentando di consolarmi, per cui avrei dovuto
soltanto attendere il momento giusto, continuando a studiare.
Un giorno, avendo qualche minuto a disposizione perché ero rientrato prima da Napoli, decisi di
passare sotto casa sua col motorino, sperando di intravederla per poterla almeno ammirare da
lontano, ma accadde qualcosa di veramente tragico per me: proprio in quel momento la vidi uscire
dal suo portone vestita benissimo e più bella che mai, per entrare nella macchina guidata da un
uomo molto più adulto! Ovviamente fui travolto da rabbia, stupore e terrore tutte insieme!