La suora insisteva ed arrivò al punto di pronunciare una parola per volta, una sola, che avrei dovuto
semplicemente ripetere! Ma nulla!
Dalla mia bocca non uscì una sillaba. E la mia espressione glaciale e pallida, che avvertivo
chiaramente, confermò lo stato di blocco di ogni funzione comportamentale!
La suora ad un certo punto rinunciò, anche perché io avevo solo 9-10 anni e quindi non era il caso
di far subire ad un bambino così piccolo un trauma così grande.
Invece il trauma lo subii lo stesso e ne ho avuto memoria ogni volta che, nel corso della mia vita,
decisi di conquistare una ragazza adottando, per reazione e per contrattaccare, metodi e maniere
molto più determinati che sconfinavano nella situazione opposta, cioè divenni spavaldo, temerario,
brillante, intraprendente, forse anche troppo.
Un vero conquistatore, riuscendo a vivere nella mia vita quasi mille relazioni sentimentali, contando
anche quelle fugaci. Niente male, mi auto compiaccio.
Sarà stato per quel trauma durante il Catechismo - oppure per qualche altro motivo, non lo saprò
mai - ma in quel periodo non mi sentivo mai ben preparato per l’evento della prima Comunione,
infatti nei periodi seguenti, anche successivi all’evento, continuai a casa, da solo, rifugiandomi nella
lettura dei testi di preparazione all’Eucarestia.
Ero diventato un buon autodidatta, anche perché nei libri era tutto ben spiegato, vi erano testi ed
immagini bellissime che offrivano un’idea esaustiva di tutto ciò che era Sacro.
La formazione in ambito religioso è importantissima, ed a quella età la maggior parte dei ragazzi
rischia la Fede per tutta la vita: o ti coinvolge oppure la abbandoni e purtroppo, nonostante gli
enormi sforzi dei Salesiani, i ragazzi che scappavano via per sempre erano tanti.