Raramente ho visto ragazzi tornare alla Fede da adulti dopo averla ripudiata da ragazzi, anche se le
vie del Signore sono davvero infinite. Qualche speranza sussiste soltanto quando si diventa genitori,
considerate le circostanze assolutamente solenni, oppure in casi di malattie gravi che richiedono la
riscoperta della Fede per essere affrontate e sconfitte.
A me invece, grazie a Dio, la Fede interessava perché si parlava di Amore, bontà, altruismo,
fratellanza, e pertanto sfogliavo i libri e mi affascinavano enormemente, restavo ore ad osservarli
ammirato, e mi piaceva tutto: le Parole di Gesù, i passi del Vangelo, i testi dei canti di Chiesa
riportati interamente, i disegni, le immagini.
I libri di Religione erano diventati un vero rifugio rispetto ai guai che mi arrecavano la timidezza e
l’ipersensibilità.
Non promettevano la soluzione ad ogni problema ma una grande dignità me la offrivano.
Gli altissimi valori espressi, anche se con estrema semplicità, mi coinvolgevano del tutto e mi
lasciavano sognare ad occhi aperti.
Spesso la sera, prima di andare a letto, tentavo di scrivere dei riassunti, estrapolando dal mio cuore
tutto quanto avevo capito, per consolidarlo nella mia mente e nel mio animo.
Sapevo perfettamente che quei libri mi avrebbero donato forza e vigore, coraggio e intraprendenza,
dinamismo e praticità, ma soltanto nel nome del valore più alto esistente al mondo: il Buon Dio.
Studiando i testi delle canzoni religiose le imparai tutte a memoria e riuscii ad entrare nel coro della
Chiesa ove ci esibivamo ogni Domenica, vestiti con le tuniche bianche dei Chierichetti.
Ero profondamente orgoglioso di farne parte, ed un brano in particolare abita ancora in pianta
stabile nella mia Anima, insieme alle Sante emozioni di quel periodo splendido, Evenu Shalom
Alejem, che significa “che la pace sia su di voi”. E già sognavo un mondo migliore.
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